Onoranze Funebri F.lli Leali guarda al futuro con empatia: “Alleggeriamo il peso degli eventi traumatici”

Giandomenico Leali ha portato la sua azienda di onoranze funebri nel futuro grazie a idee inedite e servizi innovativi: ce lo racconta in questa intervista

Pubblicato: 24 Aprile 2024 16:00

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Redazione

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Giandomenico Leali dirige le Onoranze Funebri F.lli Leali a Manerbio (Brescia). Nata nel 1980, l’azienda ha saputo innovarsi e adattarsi alle continue richieste di un mercato che, al contrario di ciò che si potrebbe pensare, ha vissuto crisi profonde e cambiamenti dettati dalle nuove tecnologie e da una società che è cambiata parecchio negli anni.

Servizi a 360 gradi sempre più personalizzati, una casa funeraria inaugurata a febbraio e un approccio che fa dell’umanità il proprio punto di forza hanno permesso all’azienda di crescere e diventare un punto di riferimento per il territorio.

Come sono nate le Onoranze Funebri F.lli Leali?

Onoranze Funebri F.lli Leali è nata a Manerbio quasi 45 anni fa grazie a mio padre Riccardo Leali. Lui inizialmente verniciava i feretri, poi ha avuto l’intuizione di entrare in questo business e offrire servizi diversi da quei pochi che si trovavano sul territorio. L’azienda è rimasta in famiglia e oggi è diventata un punto di riferimento per tutta la provincia di Brescia. Ci siamo ingranditi e oggi siamo in grado di supportare le famiglie in ogni momento del lutto.

Le onoranze funebri sono spesso aziende a conduzione familiare.

Il settore ingolosisce molte persone, che pensano che sia sempre remunerativo e non incontri crisi. Non è così. Si tratta di aziende difficili da gestire. Dietro c’è un know-how che spesso viene tramandato di padre in figlio. Se cresci in una realtà simile sviluppi anche un diverso tipo di sensibilità, che per noi è un punto di forza che ci distingue da tanti concorrenti. Chi si affida a noi sa di trovare non solo competenza tecnica, ma anche un mix di empatia e distacco indispensabili per gestire un lutto.

Empatia e distacco?

Le famiglie si rivolgono a noi nei momenti dolorosi delle loro vite. Anche quando chi si deve occupare del funerale non è particolarmente vicino al defunto, porta su di sé un carico gravoso. Noi cerchiamo sempre di capire ogni situazione, ogni storia personale. C’è chi affronta la morte con razionalità, chi viene nella nostra sede senza sapere cosa fare o in preda alla disperazione, come è comprensibile. Diventiamo dei punti di riferimento. Il nostro compito è alleggerire il peso emotivo che gli eventi traumatici portano con sé. Ma oltre a offrire un abbraccio, dobbiamo essere in grado di guidare le famiglie per tutto l’iter burocratico che accompagna la morte di un caro. Non si è mai davvero pronti emotivamente, ma anche il lato pratico e organizzativo di un funerale richiede passaggi che non tutti conoscono. Noi ci siamo in ogni momento.

Com’è cambiato il settore delle onoranze funebri?

È cambiato il mondo ed è cambiato il mercato, così anche noi ci siamo evoluti modificando il nostro approccio. Il cliente ha nuove esigenze, a iniziare da quelle di tipo economico. Una volta i costi legati al funerale e alla tumulazione venivano coperti dai risparmi delle famiglie e spesso gli anziani tenevano da parte una somma considerevole per evitare spese inaspettate. Oggi non c’è più quel tipo di sicurezza. Quando il momento è vicino i familiari fanno preventivi in diverse agenzie per capire dove possono risparmiare. Spesso chiedono piani di pagamento personalizzati e rateizzati. D’altronde non stanno facendo un acquisto di piacere, non si tratta di un capriccio. Vogliono solo garantire un saluto degno a una persona cara che se n’è andata.

La vostra filosofia prevede di prendersi cura a 360 gradi della famiglia che si rivolge a voi.

È così. Lo dico sempre ai miei collaboratori: “Guardate chi vi trovate davanti, sempre”. Con gli anni è cambiata l’esperienza stessa del lutto. Se c’è un segreto del mestiere, che non viene insegnato da nessuna parte, è quello di mettersi nei panni di chi ha subito una perdita. Non bisogna mai dimenticare l’umanità. Sembra banale da dire, ma vedendo gli attestati di stima da parte dei nostri clienti, posso dire che non è la norma, neanche per un settore delicato come il nostro. Poi, come dicevo, utilizziamo un tipo di professionalità decisa e puntuale: per ogni domanda abbiamo una risposta, per ogni problema una soluzione. Ci occupiamo anche di successioni e della traduzione degli atti per le persone straniere che muoiono in Italia. La società è cambiata molto. Poi sono cambiati anche i riti, il modo di credere e approcciarsi all’Aldilà.

Ci sono meno funerali religiosi?

Ci sono meno funerali cattolici tradizionali e i riti sono sempre più personalizzati, come è giusto che sia. Oggi la religione ha una dimensione personale che non si può ignorare. C’è chi mette insieme elementi cristiani con le filosofie orientali, chi invece non è mai entrato in una chiesa o in un tempio e chiede, prima di morire, le esequie civili. Per questo abbiamo costruito la nostra nuova casa funeraria, che risponde a due esigenze: dare tempo e spazio alla famiglia e garantire un funerale a misura della persona che se n’è andata.

Mi spieghi meglio.

Non tutti hanno la possibilità di tenere il feretro in casa, sia per mancanza di spazi, sia perché è impegnativo tenere la propria casa aperta e prendersi cura degli ospiti in un momento in cui si vorrebbe solo piangere. Le famiglie sono sempre meno numerose oggi e organizzare una veglia funebre può essere molto faticoso. Noi mettiamo a disposizione uno spazio dedicato in cui amici e conoscenti possono salutare il defunto, con orari definiti dalla famiglia, al contrario delle camere ardenti degli ospedali. La nostra nuova casa funeraria di 500 metri quadri ha una luminosa e accogliente reception, uno spazio ristoro, cinque sale per la veglia con antisale separate e un salone per le cerimonie. Le stanze sono personalizzabili in ogni dettaglio, dalle decorazioni floreali agli eventuali simboli religiosi. Facciamo sentire le persone a casa e alleviamo il loro carico di incombenze.

Com’è nata l’idea di costruire una casa funeraria?

Ci ho pensato a lungo. Ovviamente la nostra è un’azienda, la necessità è anche quella di mandare avanti gli affari. Ho sempre pensato che fosse il futuro del settore e il mercato mi ha dato ragione. Così ho iniziato a sognare questa evoluzione, cercando di capire quale fosse il margine di manovra per un investimento così importante. Sono stati anni di ricerca e di duro lavoro, anche sul fronte burocratico. Ma, alla fine il sogno si è realizzato. E quando abbiamo iniziato la costruzione, mi è sembrato di sentire mio padre vicino a me, fiero e felice. Oggi la nostra nuova struttura, che si estende per quasi tremila metri quadri, di cui 500 dedicati alle sale è anche motivo di orgoglio verso le altre aziende funebri.

Oltre al rito stesso, è cambiato anche tutto ciò che c’è dopo il funerale?

Sì. Adesso in larga parte si opta per la cremazione, una pratica che nel 1980 non veniva neanche presa in considerazione per motivi religiosi. Oggi, oltre a essere più accettata, è anche una scelta più conveniente, dato che le cellette dei cimiteri costano meno ed è possibile abbattere la spesa del rinnovo della concessione del loculo ottenendo i permessi per disperdere le ceneri oppure tenerle in casa. Certo, ci sono molti passaggi burocratici, ma noi guidiamo i nostri clienti anche in questo. Tanto è cambiato anche a causa della pandemia.

Qual è stato l’impatto del Covid sul vostro settore?

Sono stati anni terribili. Sui giornali si è parlato tanto, giustamente, degli operatori sanitari. Ma, anche la nostra categoria ha vissuto attimi davvero difficili e traumatici, con regole che cambiavano continuamente e con rigide norme di sicurezza. Abbiamo assistito al dolore di persone che non sono riuscite a dare un’ultima carezza ai loro genitori o ai loro nonni, a volte ai loro figli. Sono esperienze che segnano e che hanno contribuito a cambiare ulteriormente il modo di vivere una perdita. Prima, ad esempio, non si usavano tanto i necrologi digitali. Oggi sono una prassi. Quando non si poteva uscire per leggere i manifesti affissi, le persone hanno iniziato a usare i social e i siti web dedicati, come il nostro.

Oltre alla tecnologia è cambiato anche l’approccio all’ambiente?

Abbiamo seguito fedelmente la normativa per quanto riguarda l’utilizzo dei pannelli solari, anche se ci siamo posti il problema dello smaltimento una volta finito il ciclo di vita del sistema. Speriamo che in futuro si trovi una soluzione per essere davvero green e a impatto zero anche per realtà con fabbisogni energetici alti. Intanto sono felice di dire che abbiamo fornitori che utilizzano materiali sostenibili e che sono molto attenti all’ambiente. Nel 2024 non ci sono più scuse: voglio lasciare un mondo vivibile ai miei figli. È impossibile non pensare a questi temi oggi.

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