Cos’è l’Internet delle cose e le sue applicazioni

L'Internet of things ha cambiato per sempre il mondo e il nostro modo di interagire con gli oggetti, che diventano sempre più smart, e quindi connessi

Pubblicato: 27 Maggio 2024 10:30Aggiornato: 9 dicembre 2021 16:01

Mirko Ledda

Editor e fact checker

Scrive sul web da 15 anni, come ghost writer e debunker di fake news. Si occupa di pop economy, tecnologia e mondo digitale, alimentazione e salute.

L’Internet of things (IoT) o Interne delle cose è un concetto che si riferisce alla connessione di oggetti fisici a internet. Si tratta di quelli che abbiamo imparato a conoscere come dispositivi intelligenti, o smart device, una vasta gamma di articoli che tendiamo a non inserire nella stessa categoria. Si va dai termostati ai frigoriferi, dalle automobili fino ai macchinari industriali. Grazie ai sensori incorporati e alla capacità di navigare, sono in grado di monitorare l’ambiente circostante, raccogliere e scambiare informazioni e dati con la rete, agire in modo autonomo o semi-autonomo quando cambiano le condizioni o vengono attivati dei trigger.

Quando è nato l’Internet delle cose

L’idea di collegare dispositivi alla rete non è nuova, ma è negli ultimi decenni che il concetto di IoT ha preso forma grazie ai progressi tecnologici. Negli anni ’80 e ’90 i primi esperimenti riguardavano il collegamento di singoli dispositivi a reti limitate. Tuttavia, è solo con l’avvento delle tecnologie wireless, dei microcontrollori (Mcu) a basso costo e dell’arrivo della rete globale che l’Internet delle cose ha iniziato a svilupparsi su larga scala.

Nel 1999, Kevin Ashton ha coniato il termine Internet of things per descrivere questa nuova frontiera tecnologica. Oggi ci sono miliardi di dispositivi connessi in tutto il mondo.

Quali oggetti fanno parte dell’Internet of things

L’Internet delle cose include, a titolo di esempio:

Anche gli smartphone fanno parte dell’Internet of things. Sebbene siano spesso visti come dispositivi centrali piuttosto che periferici, gli smartphone giocano un ruolo cruciale nell’ecosistema IoT. Fungono da hub di controllo per gli altri smart device tramite app dedicate.

Gli smartphone stessi raccolgono dati attraverso i loro sensori integrati, come Gps, accelerometro e giroscopio, e possono essere dunque considerati a tutti gli effetti come oggetti fisici connessi a internet, benché le loro funzioni siano ormai molto avanzate e abbiano effettivamente superato la mera definizione dell’Iot.

Come funziona l’Internet delle cose

L’Internet of things funziona attraverso la combinazione di diversi componenti chiave:

Oggi molti dispositivi sono capaci di pensare grazie all’integrazione con modelli di intelligenza artificiale: non solo elaborano i dati raccolti, ma imparano da essi e modificano i propri comportamenti in base alle abitudini dell’utente e alle informazioni che ricevono.

Quali sono le tre connessioni “smart”

L’Internet of things si basa su tre principali tipologie di connessione che facilitano la comunicazione tra dispositivi e utenti:

Cosa si può fare con l’Iot nella pratica

L’Internet delle cose ha una vasta gamma di applicazioni pratiche in diversi settori:

L’IoT ha avuto un impatto significativo dal punto di vista economico. Le aziende possono utilizzare dispositivi smart per migliorare l’efficienza operativa, ridurre i costi e aumentare la produttività. Le famiglie possono invece ottimizzare l’uso di energia, acqua e gas, gestire al meglio le risorse domestiche e le finanze e diventare più green.

Quali sono i rischi dell’Internet delle cose

Nonostante i numerosi vantaggi offerti dall’Internet delle cose, esistono anche alcune sfide significative che devono essere affrontate per garantire un’adozione sicura e sostenibile di questa tecnologia.

Una delle principali preoccupazioni riguarda la sicurezza. La connessione  perenne aumenta il rischio di attacchi informatici, dato che ogni dispositivo è un potenziale punto di ingresso per hacker e truffatori. È necessario implementare misure di sicurezza avanzate per proteggere i dati da accessi non autorizzati.

Un’altra sfida importante è quella della privacy. dato che i device raccolgono continuamente dati sugli utenti e sulle loro abitudini. Questi potrebbero finire non solo in mano agli malintenzionati, ma anche in quelle delle aziende, che potrebbero usarli per scopi commerciali. Meglio sempre leggere le condizioni d’uso di ogni contratto e il libretto delle istruzioni di ogni dispositivo.

Per il futuro è possibile pensare che le Big Tech optino per soluzioni per abbattere la complessità tecnica, che rappresenta un grosso ostacolo alla diffusione dell’IoT. L’integrazione di molti dispositivi diversi, ciascuno con le proprie specifiche tecniche e con i propri protocolli di comunicazione, può essere difficile da gestire e appesantire gli hub e le linee internet domestiche.

La mancanza di standardizzazione può anche limitare l’interoperabilità tra dispositivi di diversi produttori, che limita l’efficacia complessiva dei sistemi IoT in casa. Fortunatamente i legislatori europei continuano a lavorare per garantire agli utenti che vengano adottati protocolli comuni da tutte le aziende produttrici di oggetti smart.

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