Come si vota al referendum e alle elezioni amministrative, e chi vince

Domenica 12 giugno italiani al voto per 5 quesiti referendari e per le elezioni amministrative in ben 971 Comuni. Seggi aperti dalle 7 alle 23

Domenica 12 giugno italiani al voto per 5 referendum e per le elezioni amministrative in ben 971 Comuni. I seggi sono aperti dalle 7 alle 23 nella sola giornata di domenica. Sono ammessi al voto tutti i cittadini maggiorenni presenti nelle liste elettorali. Possono votare per le comunali anche i cittadini UE residenti in Italia, previa iscrizione alle liste elettorali stesse.

Gli elettori devono essere muniti di tessera elettorale e un documento di riconoscimento valido. È fortemente raccomandato, per l’accesso degli elettori ai seggi, per l’esercizio del diritto di voto, l’uso della mascherina chirurgica.

Chi vota e dove

Il corpo elettorale per i 5 quesiti referendari è di 50.915.402 elettori, di cui 4.735.783 all’estero. 5 i colori delle schede che verranno consegnate ai votanti: rossa, arancione, gialla, grigia e verde.

I referendum riguardano la cosiddetta “legge Severino” per l’incandidabilità dopo condanna, sulla limitazione delle misure cautelari, sulla separazione delle carriere dei magistrati, sulla valutazione dei magistrati da parte dei membri laici dei consigli giudiziari, sulle firme per le candidature al Csm (qui tutti i quesiti del referendum per esteso).

Il primo turno delle amministrative riguarda 971 comuni, di cui 142 con popolazione superiore a 15mila abitanti e 829 pari o inferiore, per un totale di 8.831.743 elettori (qui le città al voto dove si pagano le tasse più alte).

In particolare, sono chiamati al voto 22 capoluoghi di Provincia e 4 di Regione: Alessandria, Asti, Cuneo, Como, Lodi, Monza, Belluno, Padova, Verona, Gorizia, Genova, La Spezia, Parma, Piacenza, Lucca, Pistoia, Frosinone, Rieti, Viterbo, L’Aquila, Barletta, Taranto, Catanzaro, Palermo, Messina, Oristano.

Dei capoluoghi di provincia al voto sono ben 4 quelli commissariati: Barletta e Taranto in seguito a un voto di sfiducia, mentre Messina e Viterbo a causa delle dimissioni del sindaco (qui la lista dei candidati impresentabili).

Tra le regioni, quelle maggiormente interessate al voto per le elezioni comunali sono la Sicilia con 1.549.799 elettori e 120 Comuni, la Lombardia con 1.044.753 elettori e 127 Comuni e il Veneto con 993.634 elettori e 86 Comuni.

Come si vota al referendum

I quesiti dei referendum sono 5 e sono tutti relativi al tema della giustizia:

  1. legge Severino sull’incandidabilità dopo condanna: scheda di colore rosso
  2. limitazione delle misure cautelari: scheda di colore arancione
  3. separazione delle carriere tra magistrati: scheda di colore giallo
  4. valutazione dei magistrati da parte dei membri laici dei consigli giudiziari: scheda di colore grigio
  5. firme per le candidature al Consiglio superiore della magistratura: scheda di colore verde.

Come per ogni referendum abrogativo, basta tracciare un segno sulla risposta che si vuole dare: mettere una crocetta sul SI o sul NO.

Perché i referendum siano validi è necessario raggiungere il quorum di partecipazione del 50% più 1 degli aventi diritto al voto.

Come si vota alle amministrative

Per quanto riguarda le elezioni amministrative, le modalità di voto cambiano in funzione della popolazione dei Comuni.

Comuni fino a 15mila abitanti

Nei Comuni fino a 15mila abitanti si può tracciare un segno:

È eletto sindaco il candidato che ottiene il maggior numero di voti. In caso di parità di voti si procede ad un turno di ballottaggio domenica 26 giugno tra i due candidati che hanno ottenuto il maggior numero di voti.

Comuni oltre a 15mila abitanti

Nei Comuni con più di 15mila abitanti si può:

È eletto sindaco al primo turno il candidato che ottiene la maggioranza assoluta dei voti validi, almeno il 50% più 1. Qualora nessun candidato raggiunga la soglia si tornerà a votare domenica 26 giugno per il ballottaggio tra i due candidati più votati.
All’eventuale turno di ballottaggio il voto si esprime tracciando un segno su uno dei due rettangoli contenenti il nominativo del candidato sindaco prescelto.

Le preferenze si esprimono scrivendo negli appositi spazi il cognome, oppure il nome e cognome in caso di omonimia, dei candidati consiglieri comunali della lista votata.

Preferenze

Nei Comuni con popolazione inferiore a 5mila abitanti si può esprimere 1 sola preferenza per un candidato consigliere comunale.

Nei Comuni con almeno 5mila abitanti è possibile esprimere massimo 2 preferenze per i candidati a consigliere comunale, scrivendo il cognome nelle apposite righe tratteggiate poste al di sotto del contrassegno di lista.

In caso di espressione di due preferenze, queste devono riguardare candidati di sesso diverso, pena l’annullamento della seconda preferenza. Le preferenze devono essere manifestate, esclusivamente, per candidati compresi nella lista votata.

Chi va al ballottaggio e chi no

Nei Comuni fino a 15mila abitanti non è previsto il ballottaggio, salvo il caso di parità di voti tra i due candidati sindaci più votati, e neanche il voto disgiunto, ovvero la possibilità di votare allo stesso tempo per una lista che appoggia un possibile sindaco e un candidato a primo cittadino di un altro schieramento. È eletto sindaco il candidato che ottiene il maggior numero di voti. Solo in caso di parità assoluta di voti si procede ad un turno di ballottaggio domenica 26 giugno.

Nei Comuni oltre i 15mila abitanti è eletto sindaco al primo turno il candidato che ottiene la maggioranza assoluta dei voti validi, cioè almeno il 50% più 1. Qualora nessun candidato raggiunga tale soglia si tornerà a votare domenica 26 giugno per il ballottaggio tra i due candidati più votati.

Per i referendum le operazioni di scrutinio iniziano subito dopo la chiusura delle votazioni alle 23, per le amministrative si parte invece dalle 14 di lunedì 13 giugno.

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