Le vespe velutina e orientalis sono tra le numerose specie aliene invasive che si stanno diffondendo a ritmi senza precedenti in Italia, costituendo una grave minaccia per la biodiversità e gli ecosistemi. La prima è originaria del sud-est asiatico e ampiamente diffusa in India, Indocina e Cina, quella orientalis è presente nel Medio Oriente e in Madagascar. Entrambe sono arrivate qui da noi e stanno iniziando a fare seri danni all’agricoltura e all’ambiente.
Quali danni stanno causando
Questi insetti rappresentano una minaccia significativa per le nostre api, poiché è un predatore molto vorace di questi insetti. Tra le conseguenze c’è ovviamente la diminuzione della produzione di miele, con un pezzo importante del settore agricolo che andrebbe in grande difficoltà. “Se le api vengono colpite, la conseguenza è poco miele da poter avere a disposizione e vendere. Quindi un intero comparto che andrebbe in difficoltà. Dall’aspetto naturale a quello economico: rischiamo grosso”, afferma Stefano Gori di Fedagripesca Toscana – Confcooperative.
L’attività predatoria delle vespe può mettere sotto stress l’intera famiglia di api, che può portare alla riduzione delle attività vitali, come il volo e la deposizione delle uova. Le conseguenze di questo stress possono essere devastanti: in zone fortemente infestate dalle vespe, le api possono smettere di volare, compromettendo così la raccolta di nettare e polline necessari per il sostentamento della famiglia.
In Europa, soprattutto in regioni dove le api non sono abituate ai comportamenti adottati dalle specie apistiche del sud-est asiatico per difendersi dai suoi attacchi, la diffusione della Vespa velutina costituisce un pericolo concreto per le api e per l’apicoltura in generale. La Vespa orientalis per cacciare le api si mette di fronte agli alveari e cattura le bottinatrici che stanno rientrando con il polline. In questo modo si riduce l’apporto proteico alla covata e la famiglia si indebolisce. In più, c’è uno spopolamento perché diminuisce il numero delle api in volo che vanno a bottinare.
Da dove provengono
La Vespa velutina, originaria dell’Asia sud-orientale, si distingue dal calabrone nostrano per le sue dimensioni più contenute, il colore più scuro e una banda giallo arancione verso il pungiglione. Presenta anche una stretta linea gialla più chiara nella parte anteriore dell’addome e le estremità delle zampe di colore giallo.
Conosciuta come il “calabrone killer asiatico”, è stata segnalata per la prima volta in Europa nel 2004, probabilmente introdotta attraverso merci di origine cinese. Dopo il suo primo avvistamento in Aquitania, Francia, si è diffusa rapidamente in quasi tutto il paese, penetrando anche in Belgio, Spagna, Portogallo e Germania, dimostrando la sua capacità di causare notevoli danni. In Italia, il primo esemplare adulto è stato identificato nel 2012 in Liguria, a Loano. Successivamente, la presenza della vespa velutina è stata segnalata anche in Piemonte, Lombardia, Veneto e Toscana.
La Vespa orientalis ha una lunghezza che varia dai 3 ai 5 centimetri e caratterizzato da una colorazione rossiccia del corpo. Questa specie costruisce i suoi nidi all’interno di cavità naturali come alberi o buchi nel terreno, quando si trova al di fuori dei centri abitati, mentre in contesti urbani preferisce anfratti artificiali o intercapedini degli edifici. Questa specie da diverso tempo è presente nel nostro paese, ma se prima era confinata nelle regioni meridionali come Sicilia, Calabria e Campania, ora si sta spostando anche a Roma e nel Nord-Italia.
Come fermarle
Per contrastare la presenza e prevenire eventuali attacchi della vespa asiatica, è cruciale condurre un monitoraggio attento dell’intera area e installare trappole a bottiglia. Si consiglia di utilizzare esche a base di sostanze zuccherine, birra chiara o liquidi con elevate percentuali di carboidrati o proteine. I nidi della Vespa velutina si trovano in spazi aperti e in alto sui rami degli alberi, mentre quelli della orientalis sono nel terreno, ma altre volte negli anfratti, come le cavità degli alberi o in case abbandonate. Se ne avvistiamo uno, dobbiamo geolocalizzarlo per poterlo segnalare.
Le punture di una singola Vespa velutina o di uno sciame possono rappresentare una minaccia seria per gli esseri umani. Il veleno inoculato dall’insetto può provocare una serie di sintomi, che vanno dall’arrossamento e il gonfiore nella zona colpita, al bruciore intenso e al prurito. Nei casi più gravi, soprattutto nei soggetti allergici, il contatto con il veleno può scatenare una reazione allergica nota come shock anafilattico. Questa condizione richiede un intervento medico immediato poiché può causare gravi problemi respiratori fino al decesso se non trattata tempestivamente.