Familiari a carico: qual è il limite di età e di reddito

Tra i familiari a carico non rientrano esclusivamente i figli o il coniuge. Ma anche altri congiunti, rispettando, però, una serie di limiti e requisiti

Pierpaolo Molinengo

Giornalista economico-finanziario

Giornalista specializzato in fisco, tasse ed economia. Muove i primi passi nel mondo immobiliare, nel occupandosi di norme e tributi, per poi appassionarsi di fisco, diritto, economia e finanza.

Per la legge possono essere considerati familiari a carico, non soltanto i figli, la moglie o il marito, ma anche altri congiunti entro determinati limiti. La posizione di familiare fiscalmente a carico, inserito all’interno della dichiarazione dei redditi del possessore di reddito, comporta la possibilità per quest’ultimo di ottenere detrazioni fiscali. Ma quali sono i requisiti necessari per ricevere questo beneficio? Cerchiamo di capirne di più.

Detrazioni per familiari a carico: qual è il limite di reddito

Fino all’anno scorso, era previsto un limite di reddito per essere a carico del dichiarante inferiore a 2.840,51 euro, importo innalzato con la Legge di Bilancio 2018 a 4.000,00 euro per i figli maggiorenni di età non superiore ai 24 anni. Tale modifica, tuttavia, è entrata in vigore a partire dal 1° gennaio 2019, pertanto troverà applicazione nella dichiarazione dei redditi 2020. Fino ad allora, resteranno validi i precedenti requisiti reddituali.

Quali familiari possono essere considerati a carico

La legge prevede che possano essere considerati familiari a carico del contribuente:

In virtù della Legge Cirinnà, dal 2017 sono inoltre equiparati al titolo di coniuge anche i partner dello stesso sesso uniti in unione civile, una fattispecie espressamente specificata anche dall’Agenzia delle Entrate nelle istruzioni per la compilazione del modello 730. Fondamentale, per poter essere considerati a carico e, dunque, per poter beneficiare delle detrazioni fiscali, è la condizione secondo cui il reddito annuo non superi i 2.840,51 euro al lordo degli oneri deducibili. Per quanto riguarda gli altri familiari, inoltre, al di là di quello reddituale è necessario il rispetto del requisito di convivenza con il dichiarante.

I limiti previsti per i figli a carico

Come anticipato, la Legge di Bilancio 2018 ha modificato alcuni parametri per considerare i figli a carico. In particolare, se fino al 2018 l’unico requisito era il reddito inferiore a 2.840,51 euro, con le nuove disposizioni sono previste due diverse soglie: i figli rientrano infatti tra i familiari fiscalmente a carico fino a 24 anni e solo se il reddito non supera i 4.000,00 euro annui.

Questa indicazione implica che per i figli maggiori di 24 anni la soglia di reddito rimanga invariata rispetto alle precedenti disposizioni. I requisiti di convivenza e percezione di assegni alimentari non risultanti da provvedimenti dell’autorità giudiziaria continuano invece a essere richiesti solo per gli altri familiari. I figli sono considerati fiscalmente a carico finché rispettano i requisiti precedentemente citati. Dunque, il figlio non è più carico nel momento in cui percepisce un reddito superiore ai limiti fissati, ossia 4.000,00 euro fino a 24 anni di età e 2.840,51 dopo i 24 anni. È dunque possibile avere figli a carico maggiorenni, purché siano rispettate tali soglie reddituali.

Detrazione coniuge a carico: quali sono i parametri

Il coniuge viene considerato fiscalmente a carico se nel corso dell’anno ha percepito un reddito uguale o inferiore a 2.840,51 euro, al lordo degli oneri deducibili. In tale limite massimo di reddito vanno calcolate, oltre al reddito da lavoro, anche le seguenti voci:

Come anticipato, in virtù di quanto stabilito dall’art. 1, comma 20, della legge n. 76 del 2016, sono oggi equiparati allo status di coniuge anche i soggetti uniti da unione civile, anche se dello stesso sesso. Ciò comporta anche per tali coppie la possibilità di usufruire dei benefici e delle detrazioni fiscali previste per i familiari a carico: rimangono invariati requisiti e condizioni per effettuare la richiesta, ossia il rispetto del requisito di convivenza e il non superamento del limite di reddito stabilito dalla legge.

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