Come funziona l’8 per mille nella dichiarazione dei redditi? Ma soprattutto a quali novità devono stare attenti i contribuenti nella compilazione del Modello 730? Queste sicuramente sono le prime due domande pratiche, che si sono posti un po’ tutti. Un dubbio, però, attanaglia molti contribuenti, anche se non si osano chiederlo: dove finiscono i soldi dell’8 per mille nel 2023?
Spesso e volentieri, quando si è nel periodo della dichiarazione dei redditi, passa alla televisione o alla radio la pubblicità dell’8 per mille. Spot particolarmente costosi interrompono i programmi preferiti. Per non parlare di intere pagine di giornale con le quali si chiede ai contribuenti di destinare parte delle tasse da pagare allo Stato per finanziare le attività di un particolare ente.
Ma come funziona l’8 per mille? Chi sono i beneficiari delle nostre donazioni? Ma soprattutto cosa è necessario fare, affinché il nostro denaro arrivi direttamente nelle mani di chi abbiamo intenzione di aiutare? Scopriamo quali sono le novità del 2023 e come è necessario muoversi correttamente.
Indice
Dichiarazione dei redditi: come funziona l’8 per mille
Cerchiamo di capire, prima di tutto cosa sia l’8 per mille. È, in estrema sintesi, una percentuale dell’Irpef che il contribuente ha la possibilità di destinare ad un qualsiasi soggetto, attraverso la dichiarazione dei redditi. L’8 per mille può essere liberamente donato:
- ad una qualsiasi confessione religiosa attiva e riconosciuta in Italia;
- direttamente allo Stato.
Perché l’8 per mille possa arrivare ad un particolare beneficiario, il contribuente deve firmare un’apposita casella contenuta all’interno del Modello 730 o dell’Unico, indicando, in questo modo, il beneficiario che preferisce. Questo può essere uno dei seguenti soggetti:
- Chiesa cattolica;
- Unione italiana delle chiese cristiane avventiste del 7° giorno;
- Chiesa evangelica luterana in Italia;
- Unione delle comunità ebraiche in Italia;
- Assemblee di Dio in Italia;
- Unione delle chiese metodiste e valdesi;
- Chiesa apostolica in Italia;
- Unione buddhista italiana;
- Unione induista italiana, Sanatana Dharma Samgha;
- Istituto buddista italiano Soka Gakkai;
- Sacra Arcidiocesi ortodossa d’Italia e Malta ed Esarcato per l’Europa meridionale;
- Unione cristiana evangelica battista d’Italia;
- Stato.
Fare la donazione attraverso il Modello 730-1
Il contribuente, che ha intenzione di devolvere il proprio 8 per mille ad uno dei soggetti che abbiamo appena indicato, può farlo direttamente attraverso la dichiarazione dei redditi. In alternativa può utilizzare il Modello 730-1 e provvedere a consegnarlo, in busta chiusa, singolarmente:
- presso un qualsiasi ufficio postale, senza dover sostenere alcun costo;
- appoggiandosi ad un intermediario abilitato, come può essere un Caf od un commercialista.
I contribuenti, che decidono di destinare il proprio 8 per mille ad un qualsiasi beneficiario, hanno anche la possibilità di indicare come devono essere utilizzati quei soldi. Ecco alcuni esempi, che si possono indicare in dichiarazione dei redditi:
- per la tutela e la conservazione dei beni culturali;
- per fornire assistenza ai rifugiati;
- per l’edilizia scolastica;
- per la lotta alla fame nel mondo;
- per affrontare particolari calamità naturali.
Come vengono impiegati i soldi
I soldi, che i contribuenti destinano ad una confessione religiosa o allo Stato, vengono utilizzati in maniera differente in base al beneficiario, che è stato scelto. A dichiarare come vengono utilizzati i contributi ricevuti sono i diretti interessati, attraverso le rispettive pagine. Ma andiamo a vedere come vengono utilizzati i denari delle donazioni.
La Chiesa cattolica, ad esempio, utilizza i proventi dell’8 per mille per soddisfare le esigenze di culto della popolazione. I fondi vengono utilizzati per dare un sostentamento al clero o per interventi caritativi a favore della collettività nazionale o per i Paesi che, in questo momento, sono in fase di sviluppo.
Sono gli interventi sociali e quelli assistenziali ad essere al centro delle attività dell’Unione italiana delle Chiese cristiane avventiste del 7° giorno, che utilizzano i fondi ricevuti per scopi umanitari e culturali in Italia e all’estero. Le iniziative vengono svolte direttamente o attraverso un ente, che viene costituito appositamente.
Anche la Chiesa evangelica luterana in Italia, con i proventi dell’8 per mille, effettua degli interventi sociali, assistenziali ed umanitari. Con i contributi che arrivano dalla dichiarazione dei redditi degli italiani, inoltre, svolge delle attività culturali in Italia e all’estero. Le iniziative vengono effettuate direttamente o attraverso altre Comunità che le sono collegate.
L’Unione delle comunità ebraiche in Italia utilizza i fondi ricevuti per svolgere delle attività culturali, per salvaguardare il patrimonio storico, artistico e culturali. Ampio spazio viene dedicato, inoltre, per gli interventi sociali ed umanitari, che sono volti principalmente a tutelare le minoranze contro il razzismo e l’antisemitismo.
Dove finiscono contributi dell’8 per mille
Abbiamo voluto fare una piccola pausa. Ma adesso proseguiamo e cerchiamo di capire come utilizzano anche gli altri beneficiari i soldi che ricevono dalla dichiarazione dei redditi degli italiani.
Le Assemblee di Dio in Italia svolgono degli interventi sociali ed umanitari a favore di Paesi in via di sviluppo. Sulla stessa scia si inseriscono le attività della Chiesa apostolica in Italia, che svolge la stessa attività anche a favore di altri Paesi esteri.
Al centro dell’attività svolta dall’Unione delle Chiese metodiste e Valdesi ci sono: interventi sociali, assistenziali, umanitari e culturali in Italia e all’estero sia direttamente, attraverso gli enti aventi parte nell’ordinamento valdese, sia attraverso organismi associativi ed ecumenici a livello nazionale e internazionale. Gli interventi sociali, assistenziali ed umanitari sono al centro delle attività dell’Unione cristiana evangelica battista d’Italia.
I fondi raccolti dalla Sacra Arcidiocesi ortodossa d’Italia e Malta ed Esarcato per l’Europa meridionale servono principalmente per il mantenimento dei ministri di culto, per la realizzazione e la manutenzione degli edifici di culto e di monasteri, per scopi filantropici, assistenziali, scientifici e culturali da realizzarsi anche in Paesi esteri.
L’8 per mille, che viene destinato allo Stato, viene invece utilizzato per degli interventi straordinari per fame nel mondo. Ma non solo. Queste risorse economiche vengono utilizzate in caso calamità naturali, per l’assistenza ai rifugiati (e ai minori stranieri non accompagnati), per la conservazione di beni culturali e per ristrutturazione.
L’Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai, invece, ha stabilito di utilizzare i fondi dell’8 per mille a sostegno di attività sociali e umanitarie, abbracciando il valore dell’umanesimo buddista come principio ispiratore. Le principali aree di intervento sono i diritti umani, l’educazione, l’ambiente, la cultura e la ricerca.