Arriva l’ingorgo fiscale: attenzione a tutte le scadenze di novembre

Tantissime le scadenze fiscali che milioni di italiani sono chiamati a rispettare a novembre, in particolare imprenditori e liberi professionisti. L'allarme della CGIA di Mestre

Pubblicato: 7 Novembre 2022 13:44

Pierpaolo Molinengo

Giornalista economico-finanziario

Giornalista specializzato in fisco, tasse ed economia. Muove i primi passi nel mondo immobiliare, nel occupandosi di norme e tributi, per poi appassionarsi di fisco, diritto, economia e finanza.

Tenetevi forte perché a novembre è in arrivo un vero e proprio “ingorgo fiscale”. A lanciare l’allarme è la CGIA di Mestre, che ricorda come da sempre novembre per il Fisco rappresenti il mese più ghiotto dell’anno. Dalle prossime scadenze fiscali infatti l’erario incasserà ben 69 miliardi di euro.

Italia maglia nera d’Europa per le tasse

Come evidenzia la CGIA nella sua analisi, la nostra burocrazia fiscale è la peggiore d’Europa. Oltre ad avere un carico fiscale tra i più elevati d’Europa, l’Italia, assieme al Portogallo, è il Paese dove pagare le tasse è più difficile, in particolar modo per le aziende.

Secondo le ultime statistiche disponibili elaborate dalla Banca Mondiale nel suo “Doing Business 2020”, calcolate sulla base di una media impresa, società a responsabilità limitata, al secondo anno di vita e con circa 60 addetti, gli imprenditori italiani perdono 30 giorni all’anno, pari a 238 ore, per raccogliere tutte le informazioni necessarie per espletare tutti i loro obblighi con il Fisco, e cioè calcolare le imposte dovute, completare tutte le dichiarazioni dei redditi e presentarle all’amministrazione finanziaria, ed effettuare il pagamento on line o presso le autorità preposte.

Tanto per avere un termine di paragone, la media dell’area euro è di 18 giorni, cioè appena di 147 ore. Ecco quanto tempo basta agli altri Paesi per adempiere alle incombenze burocratiche derivanti dal pagamento delle tasse:

Qui il piano di Meloni su bonus, taglio tasse, fringe benefit e Iva ridotta.

Perché sono a rischio migliaia di aziende italiane

Ma non è solo una questione di scadenze e numeri. Come avverte la CGIA, proprio vista l’entità delle cifre, rischiano di essere moltissime le aziende che avranno enormi problemi a onorare tutti questi impegni fiscali.

Novembre costituisce un vero e proprio stress test che permetterà agli imprenditori di misurare la tenuta finanziaria delle proprie attività”. Se l’imprenditore si rende conto di non farcela, spesso si trova costretto entro poche settimane a decidere di chiudere la propria l’attività.

“Non è da escludere che molti piccoli imprenditori a corto di denaro si troveranno in seria difficoltà a rispettare tutte queste scadenze così ravvicinate” spiega la CGIA.

Quanto incassa lo Stato a novembre

Novembre, dicevamo, mese “horribilis”. Secondo una stima elaborata dall’Ufficio studi della CGIA, le imprese, in particolare, saranno chiamate a versare l’Iva per un totale di ben 19 miliardi, l’Ires per 16,2 miliardi, e le ritenute dei dipendenti e dei collaboratori per 12,5 miliardi. Le aziende, inoltre, saranno chiamate a onorare anche l’Irap, sfiorando un totale di 10,9 miliardi, l’acconto Irpef dei propri dipendenti pari a 7,3 miliardi di euro e dovranno versare anche le ritenute d’acconto sui compensi dei professionisti, di 1,2 miliardi.

Ecco riassunto il gettito delle principali imposte che verranno versate a novembre 2022 (in milioni di euro) per un totale di 69 miliardi:

Le scadenze fiscali di novembre

Ecco le principali scadenze fiscali di novembre.

Martedì 15 novembre:

Mercoledì 16 novembre:

Venerdì 25 novembre:

Mercoledì 30 novembre:

Le scadenze fiscali di dicembre

Purtroppo, anche dicembre non sarà da meno. Ecco le scadenze fiscali di dicembre:

Cosa succede se non si pagano le tasse

Ma cosa succede se non si paga? Se non si rispettano le scadenze fiscali, scattano delle sanzioni, diverse a seconda di quant’è il ritardo nel pagamento:

Indipendentemente dal ritardo, sono previsti anche interessi pari al 4% annuo dell’importo da pagare.

La buona notizia almeno è che si può cercare di pagare meno grazie al cosiddetto “ravvedimento operoso”, a condizione che si versi sia l’importo omesso che la sanzione, opportunamente ridotta, e gli interessi (le riduzioni diminuiscono con il passare del tempo di pagamento).

A fronte di questa situazione diventata ormai insostenibile per tantissime imprese e per moltissimi lavoratori autonomi, a causa dei prezzi dell’energia schizzati alle stelle, dell’inflazione galoppante e la forte contrazione dei consumi, la CGIA chiede che il governo Meloni provveda in tempi ragionevoli a tagliare drasticamente le tasse.

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