Russia, scoppia il caso Italia: aumentano le importazioni

A pesare particolarmente sono le voci che riguardano l'energia: stiamo continuando a importare grandi quantità di gas, petrolio e carbone

Miriam Carraretto

Giornalista politico-economica

Esperienza ventennale come caporedattrice e giornalista, sia carta che web. Specializzata in politica, economia, società, green e scenari internazionali.

La guerra in Ucraina, con la conseguente impennata dei prezzi delle materie energetiche, ha cambiato radicalmente i rapporti commerciali tra l’Italia e la Russia. A favore, contro ogni pronostico, della seconda. A poco sono servite le sanzioni, considerando che il valore delle importazioni dei prodotti russi in Italia è più che raddoppiato rispetto all’anno scorso. Alle spese dell’export dal Belpaese verso Mosca, il cui valore è invece dimezzato.

Import ed export fuori dall’Ue: i dati che riguardano l’Italia

A fornire i dati è l’Istat, che stima che ad aprile 2022 nell’interscambio con i Paesi extra Ue27 ci sia stato un aumento su entrambi i fronti. Prosegue così la crescita su base mensile dell’export fuori dalla comunità, ininterrotta da inizio anno e trainata dalle vendite di energia e beni di consumo non durevoli. L’import è aumentato del 6,4% e l’export dell’1,9%.

L’incremento su base mensile dell’export riguarda tutte le principali filiere, fatta eccezione per i beni intermedi, che subiscono una flessione del -2,4%, ed è trainato dall’aumento delle vendite di energia, che vede un balzo del 37%. Dal lato dell’import la crescita è dovuta principalmente agli acquisti di energia, con un aumento del 14,6%, di beni strumentali, del 4%, e dei beni intermedi, del 3,3%. Mentre si registra un trend negativo per i beni di consumo durevoli, -9,8%, e non durevoli, -0,4%.

Rispetto al trimestre precedente, l’export è aumentato del 7,2%. Rispetto allo stesso periodo l’import ha segnato un rialzo congiunturale del 17,9%. Anche in questo caso è la voce energia ad aumentare particolarmente, del 35,2%, e dei beni intermedi, del 14%. Sono diminuiti invece gli acquisti di beni di consumo durevoli, con -1,7%.

L’export su base annua è in aumento verso i principali partner che non fanno parte dell’Unione Europea.

In forte calo invece le vendite verso Oriente.

Perché c’è un boom di importazioni dalla Russia e dai Paesi Opec

Ad aprile 2022 l’Istat ha registrato un disavanzo con i Paesi extra Ue pari a 2,292 milioni di euro. Principalmente a causa del deficit energetico di 8,862 milioni. Le importazioni dalla Russia sono più che raddoppiate, con un incremento del 118,8%, come anche quelle dei Paesi Opec, l’Organizzazione degli esportatori di petrolio, del 109,6%.

La bilancia negativa commerciale tra Italia e Russia è dunque in negativo di 2,45 miliardi di euro. Durante i primi mesi dell’anno l’import dalla Russia è aumentato del 144,4%, mentre l’export è diminuito del -19,3%. Il passivo cumulato ammonta a 8,7 miliardi di euro.

Il nodo principale è quello dell’energia. Abbiamo speso 30,7 miliardi di euro solo per petrolio, carbone e gas russo nonché proveniente dai Paesi Opec, il cui prezzo è aumentato notevolmente nel corso degli ultimi mesi. Senza questa voce, la bilancia commerciale sarebbe stata in positivo per 22,2 miliardi di euro.

A giustificare invece il crollo delle esportazioni del Made in Italy verso la Russia, che lo scorso anno erano pari a 7,7 miliardi di euro, ci sono le mancate vendite dei macchinari, 2,7 miliardi di euro nel 2021, e dell’abbigliamento, 445 milioni di euro.

Insomma, le sanzioni stanno funzionando solo in parte, ed è evidente che il nostro paese deve rendersi indipendente energicamente dall’estero, sia per evitare di finanziare nuove guerre che per evitare di perdere ingenti somme di denaro. C’è grande preoccupazione, intanto, per quelle che saranno le conseguenze per l’Italia con lo stop del gas russo annunciato dall’Ucraina.

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