Allarme sanità, anche le ambulanze ora sono a rischio

Con l’aumento del prezzo del gasolio adesso sono a rischio anche le ambulanze. Nel Lazio paghe dei medici ridotte da 40 a 20 euro lordi l’ora

Pubblicato: 16 Ottobre 2022 21:40Aggiornato: 15 marzo 2024 15:00

Miriam Carraretto

Giornalista politico-economica

Esperienza ventennale come caporedattrice e giornalista, sia carta che web. Specializzata in politica, economia, società, green e scenari internazionali.

Con l’aumento del prezzo del carburante anche le ambulanze ora sono a rischio. A lanciare l’allarme è stato il presidente del comitato di Pisa della Croce Rossa italiana, Antonio Cerrai, che ha avvisato riguardo la possibilità che il servizio del 118 possa restare fermo durante la notte, tra mezzanotte e le 7 del mattino. Una circostanza che potrebbe andare avanti fino alla fine dell’anno.
Cerrai ha spiegato che non è possibile garantire un’ambulanza per sei ore durante tutti i giorni della settimana e che proprio per questo, per affrontare la crisi, si sta tagliando il personale. Sei dipendenti, tra quelli a termine e in scadenza, infatti, non avranno il rinnovo di contratto mentre quelli in eccesso saranno assegnati altrove.

Ambulanze a rischio nel pisano

Il presidente ha anche spiegato che il problema ha avuto inizio con la pandemia e che oggi è fortemente aggravato dal caro carburante. Tra il 2020 e il 2021 solo la Croce Rossa di Pisa ha accumulato un deficit di un milione e 25mila euro. Ciò è successo dal momento che durante il Covid diverse attività si sono fermate, mentre le spese continuavano a crescere.

Ora, però, per fronteggiare la crisi e il caro carburanti, i tagli ricadono sugli organici. Sono già sei i dipendenti non rinnovati, tra coloro che avevano un contratto a tempo determinato e quelli in scadenza. Il personale in esubero, invece, verrà spostato su altre convenzioni, per evitare tagli drastici al personale. Attualmente sarebbe necessaria un’organizzazione più efficiente tra gli enti del soccorso e dell’assistenza, per sostenere le associazioni di volontariato.

Il taglio degli stipendi mette in pericolo le ambulanze nel Lazio

I medici del 118 lavoreranno per 20 euro lordi all’ora sulle ambulanze laziali. L’Ares, Azienda Regionale Emergenza Sanitaria 118, il 30 settembre ha informato circa il taglio dei compensi alle imprese private che lavorano per il 118. Nel periodo pandemico la rimunerazione era stata alzata a 40 euro lordi l’ora, ma adesso si ritorna alla metà.

La questione è che molti medici potrebbero preferire, a queste condizioni, non confermare i contratti e pertanto si perderà il personale medico qualificato, come sta accadendo in molte altre strutture sanitarie italiane. Di conseguenza il servizio di emergenza è a rischio a Roma e nel Lazio dove avanza l’esercito dei medici a gettone. Si tratta di medici a pagamento che possono guadagnare più dei colleghi assunti, lavorando su turni di 12 ore. Costoro, senza regole, possono accumulare due o tre turni consecutivi, arrivando a lavorare per 36 ore di fila.

Dopo la fase pandemica le retribuzioni dei medici del 118 calano

In una comunicazione l’Ares fa sapere che i medici in questione non sono dipendenti di Ares118 e dunque l’Azienda non può deciderne o modificarne il salario. Nello specifico si tratta di un appalto di servizi e la retribuzione dei medici in questione è stata stabilita dallo stesso appaltatore.

Ares 118, nell’ottica della valorizzazione dei medici e delle altre qualifiche, ha riconosciuto alle società impegnate nelle attività di soccorso durante il periodo Covid un incremento economico per le attività che hanno avuto maggiori costi determinati dalla pandemia.

Però, ora, i rapporti con queste società devono comunque essere regolati dal contratto di appalto. Attualmente, finito lo stato di emergenza Covid, Ares sta provando a unire tutte le necessità, tra le quali quella di una retribuzione degna dei medici insieme a quella di assicurare la legittimità degli atti amministrativi, secondo quanto dettato dal codice degli appalti.

Il tutto accade mentre l’Italia si fa spazio nella World’s Best Smart Hospitals 2023, la classifica mondiale dei migliori ospedali  al mondo. Newsweek e Statista, per il secondo anno, hanno valutato ospedali che sfruttano al meglio tecnologie avanzate come intelligenza artificiale, imaging digitale e telemedicina. L’Italia ha 18 ospedali nella lista, con 6 tra i primi 100. Tra questi ai vertici ci sono l’Istituto Clinico Humanitas a Rozzano che si posiziona al 33° posto, dell’Azienda Ospedaliera San Camillo Forlanini a Roma che si posiziona al 55° posto e dell’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù a Roma che si posiziona al 62° posto.

 

© Italiaonline S.p.A. 2024Direzione e coordinamento di Libero Acquisition S.á r.l.P. IVA 03970540963