Dopo S&P che ha aperto la nuova stagione, anche l’agenzia Fitch Ratings ha confermato il rating dell’Italia con una Tripla B (BBB) ed un outlook stabile. Un merito di credito che conferma la solidità del nostro Paese a dispetto della fragilità dei conti pubblici, del debito troppo elevato e del peggioramento del quadro macroeconomico.
Le ragioni della conferma
La conferma del rating – spiega l’agenzia nella nota esplicativa – è favorita dalla sua economia ampia, diversificata e ad alto valore aggiunto, dall’appartenenza all’Eurozona e da istituzioni solide.
Questi elementi vengono però bilanciati da fondamentali macroeconomici e fiscali deboli, in particolar modo il debito pubblico molto alto, gli ampi deficit di bilancio registrati dopo la pandemia e da un potenziale di crescita molto contenuta. Elementi cui si accompagna un contesto di rendimenti più elevati che rende più difficile la gestione del debito.
La stabilità dell’outlook riflette la previsione di una riduzione del deficit a circa il 3% del PIL entro il 2026, la prevista maggiore esecuzione di progetti finanziati dall’UE, che forniscono un sostegno moderato alla crescita, e la stabilità della coalizione di governo, che limita il rischio politico.
D’altro canto – avverte Fitch – la spesa “significativamente più elevata del previsto” relativa ai bonus edilizi (Superbonus) ha collocato il debito su una traiettoria crescente ed aumentato le esigenze di finanziamento, con i rischi associati ai rendimenti più elevati richiesti dalle nuove emissioni di titoli di stato ed al mancato rispetto delle norme fiscali europee.
Impatto su crescita da Superbonus
Secondo Fitch, il Superbonus influenza sia la spesa pubblica sia la crescita economica. Il costo del Superbonus nel 2023 – spiega l’agenzia di rating – è stato pari al 3,9% del PIL, portando il deficit totale al 7,4% nell’ultimo DEF (il 2,2% in più rispetto a quanto previsto nell’ultima revisione).
“Ci aspettiamo che anche l’impatto sulla crescita sia ampio”, afferma l’agenzia, che si attende una revisione dei dati Istat sulla crescita 2023 allo 0,9%, per riflettere pienamente l’impatto del Superbonus nel quarto trimestre dello scorso anno, che ha rappresentato il picco degli investimenti nell’ambito del programma”.
Serviranno misure compensazione
“Il sostegno al governo Meloni rimane forte, fornendo una piattaforma per la pianificazione economica e fiscale a medio termine”, afferma Fitch che però vede l’emergere di tensioni politiche fra i partiti della coalizione, derivanti dal “ridotto spazio di bilancio” causato dalla pregressa ed eccessiva spesa per il Superbonus.
Il governo ha recentemente confermato la sua priorità di estendere alcune misure fiscali una tantum introdotte nel 2024, che hanno un impatto pari allo 0,7% del PIL, ma Fitch ritiene che questi piani “potrebbero essere difficili da attuare senza misure di compensazione, dati i vincoli delle regole di bilancio europee”.