La Camera Usa boccia il piano di Trump per evitare lo shutdown, lavoro frenetico per l’accordo

Trump e i Democratici si stanno scontrando sul tetto al debito, ma è sempre più probabile lo shutdown dello Stato federale

Pubblicato: 20 Dicembre 2024 11:53

Matteo Runchi

Editor esperto di economia e attualità

Redattore esperto di tecnologia e esteri, scrive di attualità, cronaca ed economia

Gli Stati Uniti si avvicinano sempre di più allo shutdown. La Camera dei Rappresentanti ha bocciato la proposta di legge per rimandare l’innalzamento del tetto al debito nata dall’accordo interno al Partito Repubblicano, dopo che Donald Trump aveva affossato il precedente compromesso con i Democratici su consiglio di Elon Musk.

Nella notte tra giovedì 19 e venerdì 20 sono continuate le trattative tra i due partiti per raggiungere un accordo, ma i Democratici escludono la possibilità di rimandare di due anni l’aggiornamento del tetto del debito, mossa proposta da Trump e che toglierebbe all’opposizione buona parte del proprio potere contrattuale fino alle prossime elezioni di metà mandato.

Saltato l’accordo per il debito Usa

Saltato anche il secondo tentativo di mediazione tra Democratici e Repubblicani per trovare un accordo sul tetto al debito degli Usa. Il Paese sta rischiando lo shutdown, la chiusura di tutti gli uffici pubblici non essenziali, a partire dalla mezzanotte tra venerdì 20 e sabato 21 dicembre, se i due partiti non troveranno un accordo in tempo.

Un compromesso era in realtà stato raggiunto prima del 18 dicembre, ma Elon Musk, futuro ministro del presidente eletto Donald Trump, ha iniziato a criticare fortemente la legge. Poche ore dopo Trump ha definito “Traditori della patria” tutti i Repubblicani intenzionati a votare l’accordo concedendo allo Stato la possibilità di spendere denaro pubblico nei servizi cosiddetti non essenziali, come scuole o uffici fiscali.

L’accordo è immediatamente saltato ed è cominciata una trattativa interna al partito Repubblicano per capire quale fosse l’obiettivo di Trump. Il futuro presidente ha chiesto di rimandare per due anni l’aumento del tetto al debito. Su questa base i Repubblicani hanno proposto ai Democratici un nuovo compromesso, che però il partito del presidente uscente Joe Biden ha rifiutato.

Per tutta la giornata di venerdì 20 continueranno le trattative tra le due parti, ma le posizioni sono lontanissime. Se non si troverà un accordo entro la fine della giornata, lo Stato federale statunitense andrà in shutdown.

Perché i Democratici hanno rifiutato la proposta di Trump

Il compromesso proposto da Trump è stato valutato come completamente irricevibile dai democratici. Il presidente eletto ha fondamentalmente chiesto all’opposizione di rinunciare per tutti i primi due anni del suo mandato a una buona parte del suo potere contrattuale al congresso.

Le leggi per l’aumento del tetto del debito, i cosiddetti Appropriations Act, sono fondamentali per ogni presidente, dato che permettono di spendere denaro pubblico e finanziare varie misure. Sono quanto di più simile a una legge sul bilancio dello Stato, ma richiedono l’approvazione del Congresso. Spesso però i partiti non votano uniti, perché ogni Senatore o Rappresentante ha una sua particolare iniziativa da far approvare e fa valere il suo voto anche andando contro la linea dettata dalla leadership.

Per questa ragione, per alzare il tetto al debito serve quasi sempre un accordo tra Democratici e Repubblicani, e questo dà alla fazione in minoranza una delle poche opportunità di costringere il presidente a prendere decisioni che vadano in direzione se non opposta almeno diversa dalle intenzioni del suo programma di governo.

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