Mercato lavoro USA resiliente: ecco cosa ci dice sulla politica della Fed

Gli occupati sono cresciuti di 254 mila unità a settembre, ribaltando una estate caratterizzata da dati molto deboli, che avevano convinto la Fed ad intervenire

Pubblicato: 5 Ottobre 2024 10:00

QuiFinanza

Redazione

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Il mercato del lavoro USA a settembre è apparso in una situazione migliore delle aspettative, avendo generato molti più posti di lavoro, dopo un’estate di passione, che aveva convinto la banca centrale statunitense a dare il via all’auspicato taglio dei tassi d’interesse. Ma quale correlazione c’è fra mercato del lavoro e tassi? E cosa raccontano gli ultimi numeri usciti venerdì?

Occupati in crescita di 254mila unità

A settembre, sono stati creati 254.000 posti di lavoro in USA nel settore privato ed escludendo il settore agricolo, meglio delle attese degli analisti che so aspettavano una crescita di 150.000 unità. Il tasso di disoccupazione è sceso al 4,1%, rispetto al 4,2% del mese precedente e risulta migliore del consensus.

I salari orari medi sono aumentati di 13 centesimi a 35,36 dollari l’ora, registrando un incremento dello 0,4% su mese (sopra il consensus di +0,3%)ed un aumento del 3,97% rispetto a un anno prima.

Da sottolineare anche che questi numeri arrivano a dispetto dell’impatto dell’uragano Helene, che ha colpito alcune parti del Sudest degli Stati Uniti la scorsa settimana, e del maxi sciopero dei lavoratori della Boeing nel Pacifico Nord-occidentale degli Stati Uniti.

Le offerte di lavoro negli Stati Uniti sono inaspettatamente aumentate nel mese di agosto, indicando forse una certa forza nel raffreddamento della domanda di lavoro nel terzo trimestre. L’indagine sulle aperture di lavoro e sul turnover, attentamente monitorata, ha mostrato che le posizioni disponibili sono salite a oltre 8 milioni nell’ultimo ad agosto, mentre gli economisti avevano previsto cin calo marginale a 7,64 milioni.

Perché i dati del mercato del lavoro sono rilevanti?

Il mercato del lavoro e, più nello specifico, il tasso di disoccupazione è uno dei due parametri monitorati dalla Fed nell’assumere le decisioni di politica monetaria, in forza del suo doppio mandato che assume due parametri: la crescita dell’inflazione ed il tasso di disoccupazione quale variabile che quantifica la crescita economica.

Quali indicazioni arrivano dai dati di settembre

I dati di settembre sembrano suggerire un rallentamento del percorso di normalizzazione della politica monetaria. Quindi dopo il taglio robusto di settembre di 50 punti base, ci si attendono probabilmente due mini tagli di 25 punti entro fine anno, stando alla pronta ripresa del mercato occupazionale. Secondo gli analisti di ING, infatti, il mercato del lavoro continua a rappresentare la “chiave” del “ritmo” dei prossimi potenziali tagli dei tassi da parte della Fed, soprattutto perché l’inflazione ha confermato un rallentamento verso il target del 2%

Il presidente della Fed, Jerome Powell, questa settimana ha segnalato che la Fed opterà per riduzioni dei tassi più “tradizionali” di un quarto di punto, ma ha ricordato che l’aggiustamento dei tassi non è preimpostato. Il Presidente ha poi sottolineato che il Federal Open Market Committee “non ha fretta di tagliare i tassi rapidamente”.

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