Non è finita l’emergenza cavallette in Sardegna. Dopo il quarto anno consecutivo di invasione delle locuste nell’isola, gli insetti stanno lentamente sparendo dalle campagne. Dove questa volta hanno causato danni come mai prima, con ben 50 mila ettari di coltivazioni distrutte. Ma l’orrore non è finito. Prima di completare il proprio ciclo vitale, infatti, ogni esemplare femmine ha deposto tra le 20 e le 60 uova nel terreno. La schiusa è prevista per aprile, e senza interventi mirati e condizioni meteo sfavorevoli per la schiusa, anche nel 2023 tornerà la piaga. E sarà ancora più devastante.
Cosa farà la Regione Sardegna per evitare la nuova invasione di cavallette
A spiegare quali misure prenderà la Regione per evitare un quinto anno caratterizzato dall’emergenza, ci ha pensato Marcello Onorato, dirigente dell’agenzia regionale Laore, l’ente preposto all’attuazione dei programmi in campo agricolo e per lo sviluppo rurale.
Anzitutto dovranno essere arati i terreni all’inizio dell’autunno. Questo permetterà di portare in superficie le ottiche, cioè le sacche di uova deposta dalle cavallette. Con la pioggia prima e il gelo dopo, la prossima generazioni di insetti sarà decimata. Con l’arrivo della primavera, poi, sarà necessario utilizzare i trattamenti per colpire le neanidi appena nate. La grande difficoltà sarà quella di individuare le grillare, i terreni da cui partirà la prossima infestazione.
Mentre dunque Oltreoceano si combatte la pericolosa vespa orientalis, qui siamo alle prese con le cavallette. Nel 2021 sono stati fatti circa 640 trattamenti locali, ma la strategia non si è rivelata un successo, visto quello che è poi avvenuto. Anche per la mancanza di collaborazione degli agricoltori e del gran numero di campi incolti di proprietà dei privati, rimasti senza risorse economiche e umane prima per via della pandemia e poi per l’inflazione galoppante. Senza un cambio di rotta, la prossima invasione potrebbe essere peggiore.
La tecnica dell’esperto per uccidere le cavallette rispettando l’ambiente
L’entomologo Ignazio Floris, docente dell’Università di Sassari, ha spiegato all’Agi che il problema non può essere risolto in tempi rapidi, ma è necessario pianificare nel dettaglio le azioni e i mezzi da mettere in campo. Affrontando il problema cercando di rispettare l’ambiente e con i giusti tempi. L’esperto ha dichiarato di aver segnalato il fenomeno già nel 2019, quando solo pochi migliaia di ettari erano infestati dalle cavallette.
Le locuste hanno invaso anche altre zone d’Italia. Secondo lo studioso di insetti è perché non esiste una cultura della prevenzione tra le amministrazioni. Bisogna dunque iniziare a prendere provvedimenti concreti e lungimiranti. E anche green, come spiegato da lui stesso, che ha illustrato una strategia per tenere la popolazione di cavallette sotto controllo.
Un coleottero e una mosca per distruggere le cavallette in Sardegna
All’interno di un piano di lotta preventiva integrata che coinvolga tutti gli attori del territorio, dai proprietari dei terreni, agli agricoltori, ai decisori locali e alle autorità, è possibile immaginare anche l’uso di armi biologiche a impatto zero, come auspicato anche da Coldiretti quando ha dato questo allarme per la presenza delle cavallette in Sardegna. Ovvero di altri insetti che si nutrono delle cavallette.
Ad esempio il mylabris variabilis, un coleottero arancio e nero introdotto in Sardegna già nel 1946. Introdurre nuovi esemplari e agevolare la loro riproduzione potrebbe essere un buono modo per controllare la popolazione delle cavallette. Le larve si nutrono infatti delle ooteche deposte dagli insetti antagonisti.
Inoltre esistono particolari tipi di ditteri, l’ordine che comprende le mosche e le zanzare, che seguono la stessa alimentazione. Anche i bombilidi, infatti, amano le uova delle locuste, anche se non è chiaro in che misura possano essere efficaci per prevenire la prossima ondata.