Verisure ha ricevuto una multa dall’Antitrust pari a 4 milioni e 250mila euro. Secondo l’Autority, la società leader nel settore dei sistemi di allarme per abitazioni e aziende avrebbe messo in atto quattro condotte incompatibili con il Codice del consumo.
Verisure accusata di pubblicità ingannevole
Verisure, nello specifico, è accusata di avere fatto pubblicità ingannevole dal 2021 al 30 ottobre 2023 tramite spot televisivi, cartelloni pubblicitari e sito web. Le si contesta di non avere chiarito ai clienti che sottoscrivendo il contratto, gli strumenti di allarme non diventavano di proprietà del sottoscrittore, ma venivano ceduti in comodato d’uso gratuito.
Ma non è tutto: Agcm accusa Verisure di avere messo in atto una condotta aggressiva per scoraggiare o, comunque, per rendere più difficoltosa la chiusura del rapporto. In particolare, l’azienda avrebbe proceduto al mancato o ritardato accoglimento delle istanze di recesso, avrebbe continuato a inviare fatture nei mesi successivi alla cessazione del servizio e avrebbe disinstallato gli impianti di allarme in ritardo. In alcuni casi avrebbe del tutto omesso la disinstallazione.
Dal 2019, inoltre, Verisure avrebbe preso ad attivare immediatamente i suoi servizi prima della fine di quella finestra temporale nella quale il cliente (a norma del Codice del consumo) ha la possibilità di esercitare il diritto al ripensamento, e senza richiesta espressa da parte della clientela. L’Antitrust sostiene che “questo avvio immediato era automaticamente previsto con la sottoscrizione del contratto predisposto dalla società”.
C’è poi un’ultima questione relativa alla composizione delle eventuali controversie: secondo l’Autorità, le condizioni contrattuali applicate da Verisure dal 2019 al 30 ottobre 2023 non avrebbero riportato informazioni chiare in merito al foro competente in caso di controversie. Il Codice chiarisce che in casi simili, il tribunale di riferimento è quello di residenza o di domicilio del consumatore.
Verisure annuncia ricorso
Verisure non ci sta: l’azienda respinge con forza le accuse e annuncia che farà ricorso. I casi contestati, viene sostenuto, non rientravano nella prassi aziendale ma erano esclusivamente eventi sporadici ed eccezionali. Tramite una nota, viene fatto sapere che “Verisure si impegna da sempre a operare in modo etico e nel rispetto di tutte le leggi e i regolamenti vigenti e conferma di aver sempre agito nel rispetto delle normative sulla tutela dei consumatori. Per questo, dichiara che le questioni elencate nel provvedimento dell’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato non rappresentano pratiche standard dell’azienda e, infatti, l’esiguo numero di reclami ricevuti – che corrisponde allo 0,01% del portfolio clienti – è stato gestito e risolto. Verisure ha collaborato attivamente e costantemente con le Autorità italiane intervenendo in modo tempestivo su processi e meccanismi per migliorare ulteriormente l’eccellenza del servizio offerto, al di là dei requisiti legali. L’azienda ha preso atto della decisione dell’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato e intende presentare ricorso”.
Le richieste del Codacons
Oltre alla multa, il Codacons invoca risarcimenti per la clientela: “Pratiche queste che hanno prodotto un evidente danno economico ai clienti della società vittime di tali comportamenti, e per questo riteniamo che, oltre alla multa dell’Antitrust, servano risarcimenti in favore dei consumatori coinvolti nelle pratiche sanzionate”.
Negli anni recenti, sono state diverse le aziende finite nel mirino dell’Antitrust per pubblicità ingannevole: da Poltrone e Sofà ad Amazon, da Balocco a Samsung.