L’Atalanta ha già vissuto l’emozione di una partita all’Anfield nel girone di Champions del 2020, quando però lo stadio era vuoto a causa della pandemia. Tra gli elementi di maggiore fascino nel giocare in uno degli impianti più belli del mondo c’è ovviamente lo spettacolo mozzafiato offerto dai tifosi dei Reds, ma anche questa volta i bergamaschi non potranno godersi l’atmosfera magica della Kop in tutto il suo splendore. Nella sfida di stasera tra Liverpool-Atalanta, valida per i quarti di finali di Europa League, infatti, la storica curva rimarrà senza bandiere e striscioni, per la decisione dei supporter di protestare contro l’aumento dei biglietti.
La protesta del Liverpool
Il malcontento dei tifosi del Liverpool era già stato manifestato prima del derby contro il Manchester United, con degli striscioni esposti nel parcheggio dei pullman dell’Old Trafford che recitavano: “No all’aumento del prezzo dei biglietti”.
Il pubblico dell’Anfield ha deciso di protestare contro il gruppo americano proprietario del club, il Fenway Sports Group, che ha stabilito un aumento del 2 per cento del costo degli abbonamenti stagionali e dei biglietti per il prossimo campionato in Premier League. Un ulteriore rincaro dopo l’incremento dei prezzi di entrata allo stadio cresciuto già del 4 per cento negli ultimi due anni, che la società ha giustificato con i maggiori costi operativi che dovrà sostenere.
Nonostante i tifosi di Manchester United e Arsenal dovranno far fronte a rialzi ancora più pesanti (rispettivamente del 10 e del 12 per cento nel biennio), la spiegazione della dirigenza dei Reds non ha soddisfatto i supporter, che già dall’anno scorso hanno cominciato a esprimere il loro disappunto, palesato stasera con una protesta dall’alto valore simbolico.
Come comunicato dai tifosi, lo sciopero di vessilli e striscioni riguarderà anche le bandiere dedicate alle vittime della strage dello stadio dell’Hillsborough avvenuta nell’aprile del 1989, le uniche che saranno riportate all’Anfield per la prossima partita del campionato inglese contro il Crystal Palace.
“Siamo delusi dalla decisione del Club in merito ai prezzi dei biglietti per 24/25 – si legge nella nota diffusa dal gruppo organizzato Spion Kop 1906 -. In risposta, non ci saranno bandiere nella Kop per la partita di giovedì sera. A differenza dell’approccio del Club, questo è stato concordato in consultazione con altri gruppi di tifosi. Renderemo omaggio alle 97 vittime dell’Hillsborough solo nella partita di campionato di questo fine settimana, come sempre essendo la partita più vicina al 15 aprile. C’è ancora la possibilità per il Club di intraprendere un dialogo positivo con il Consiglio dei Tifosi in tempo per la riunione di sabato. Fino ad allora i tifosi hanno un messaggio: no all’aumento del prezzo del biglietto”.
La situazione in Italia
Se sul caro-biglietti i supporter del Liverpool piangono, in Italia i tifosi non ridono. Anche nel nostro Paese i gruppi organizzati fanno sentire il loro malumore contro i rincari sulle tariffe allo stadio.
L’ultima tifoseria a protestare contro l’aumento dei prezzi è stata quella della Roma, proprio in occasione del derby europeo con il Milan, nell’altro quarto di finale di Europa League di giovedì 11 aprile (qui abbiamo parlato dei guadagni in Europa e Conference delle italiane).
Da diverse settimane i romanisti contestano il costo sostanzialmente raddoppiato dei biglietti, rispetto ai 25 euro spesi in Curva per assistere ai quarti di finale di Europa League. I prezzi in prevendita agli abbonati per un posto all’Olimpico nella gara di ritorno, infatti, vanno dai 51 euro (più prevendita) per un biglietto in Curva Sud ai 64 euro per i Distinti, che salgono tra i 122 e i 149 euro per la Tribuna Tevere, fino ai 200 euro in Tribuna Monte Mario centrale (qui abbiamo parlato del bilancio della Roma in occasione del derby con la Lazio).
In generale, il costo dei biglietti per assistere a una partita allo stadio rispetto alla stagione 2022/23 è aumentato per la maggioranza dei club di Serie A. Secondo un’analisi del Corriere dello Sport, all’inizio di questa stagione le tariffe sono salite in media del 28 per cento, vale a dire tra i 18 e 28 euro in più, tenendo in considerazione soltanto i prezzi minimi, cioè quelli pagati nelle curve e nelle gradinate degli impianti italiani.