Inter, dallo scudetto alla cessione: Zhang non convince Oaktree, due mesi di tempo

Steven Zhang rischia di non essere più il proprietario dell'Inter da maggio 2024: tutte le possibilità per il futuro del club

Pubblicato: 21 Marzo 2024 14:13

Luca Incoronato

Giornalista

Giornalista pubblicista e copywriter, ha accumulato esperienze in TV, redazioni giornalistiche fisiche e online, così come in TV, come autore, giornalista e copywriter. È esperto in materie economiche.

L’Inter vincerà lo scudetto e conquisterà così la seconda stella. La matematica chiede di attendere ma il buon senso suggerisce altro. Cosa accadrà, però, nella stagione 2024-25? Un’annata importante per il calcio italiano, che è a un passo dal quinto posto per la Champions League. Spazio inoltre al Mondiale per club, al quale i nerazzurri prenderanno parte, insieme con la Juventus.

C’è però un’ombra enorme che aleggia sulle sorti del club. Si parla da tempo di Inter indebitata ma a breve i nodi verranno al pettine. Zhang è chiamato a trovare una soluzione in tempi brevissimi e non è da escludere un colpo di scena clamoroso: un cambio di proprietà forzato.

Steven Zhang in crisi

Nessuno ha più visto Steven Zhang in Italia da giugno 2023. Una stranezza non di poco conto per il presidente del club che ha sfiorato la vittoria della Champions League lo scorso anno, e in questo trionferà in serie A.

Non è sparito nel nulla, come ben sanno i dirigenti del club, ma lavora dalla Cina per tentare di trovare una soluzione a dei conti allarmanti, a dir poco. La storia di Suning si è fusa con quella dei nerazzurri nel 2016. Al tempo alla guida c’era suo padre Jindong ma poi le redini sono state cedute al figlio, che ha dimostrato un grande talento.

Uno scudetto vinto e uno sfiorato, con l’arrivo di quest’ultimo e in bacheca anche due Coppa Italia e tre Supercoppe italiana. Steven Zhang è il presidente più vincente dopo Angelo e Massimo Moratti. Si è però di colpo ritrovato spalle al muro, costretto a fronteggiare una serie di imprevisti:

Quest’ultimo aspetto è di certo il più rilevante, dal momento che il presidente Xi Jinping ha di fatto posto un freno agli investimenti esteri nel mondo del calcio. I fondi devono restare in Cina e ciò vuol dire che Zhang deve operare in maniera alternativa. La sua Inter è indebitata e lui non può attingere al proprio denaro, come fatto nel 2019. Il club deve stare in piedi da solo, o quasi.

Un debito da saldare

Considerando il blocco degli investimenti imposto dalla Cina, l’Inter è stata costretta a rifinanziare un bond da 415 milioni di euro. Ciò è avvenuto a gennaio 2022 e il tutto è garantito dalle entrate future dei diritti TV: prossima scadenza nel 2027.

La cifra che però rischia di schiacciare la società è invece relativa al prestito triennale contratto nel 2021, concesso da Oaktree per una cifra totale di 275 milioni di euro. Stavolta i diritti TV non c’entrano nulla. Il fondo statunitense ha ricevuto in pegno le azioni dell’Inter.

Il discorso è dunque molto semplice: se Zhang non paga, perde il club. Per questo motivo è in corso da settimane una trattativa estenuante, al fine di raggiungere un accordo per l’unica soluzione praticabile per l’attuale dirigenza: posticipare la data del saldo. Si richiede almeno un anno extra di tempo rispetto a quanto pattuito.

Oaktree non è però in questo business per favore favori. Al fondo verrebbe garantito un tasso d’interesse rialzato, passando dall’attuale 12% al 15%.

Nel mese della festa scudetto, maggio 2024, l’Inter potrebbe dunque avere poco da festeggiare, in termini societari. È fissata infatti per il quinto mese dell’anno la scadenza per la restituzione del debito, che oggi non è più di 275 milioni.

Due mesi e un ciclo societario potrebbe interrompersi, dunque, dovendo saldare ben 375 milioni di euro. La cifra è approssimata, ma non di molto, a fronte di quasi 100 milioni di euro di interessi maturati nel corso dei 36 mesi di finanziamento goduti.

La risposta di Oaktree

La trattativa di Zhang non è così gli Stati Uniti. La discussione è avviata con gli uffici di Londra del fondo Oaktree, che si occupano di grandi società in difficoltà. È questo ciò che l’Inter è attualmente, al di là dei successi sul campo. Un’enorme azienda, con un potenziale immane, a un passo dallo stato di insolvenza.

Il reale problema è che oggi il fondo valuti come improbabile la capacità di restituzione del debito. Per garantire un altro anno dovrebbero esserci sul tavolo ben più di qualche promessa e prospetto. Ciò perché i bilanci non mentono e, per quanto il rosso sia stato ridotto in ogni stagione, a giugno 2023 si è registrata comunque una perdita di 85,5 milioni di euro.

È proprio da questo atteggiamento che derivano le proteste di altri club italiani. I nerazzurri investono, acquistano e progettano un nuovo stadio, senza però garantire dei conti in regola. Non una questione che interessi Zhang, al momento, che pensa unicamente a dei bilanci nuovamente in positivo, dopo essere passato da -140 a -85,5 milioni.

La visione di Oaktree è però totale e di certo non positiva. Nella scorsa stagione, al netto di tutti i premi Champions, il fatturato è stato di 425,5 milioni di euro. I costi sostenuti, invece, sono stati 465 milioni. Il patrimonio netto del club è di -161,9 milioni e decisamente spaventoso l’indebitamento lordo raggiunto: 807 milioni di euro.

Il futuro dell’Inter

L’accordo con Oaktree rappresenterebbe l’ipotesi migliore. Eviterebbe infatti di complicare ulteriormente la situazione. Oggi pare però la prospettiva più distante, perché il fondo dubita delle capacità del club di ripagare una cifra ancora maggiore.

Per questo motivo è stato dato mandato a Goldman Sachs e Raine Group di individuare due fondi, almeno, disposti a saldare questo debito. Di fatto un finanziamento datato chiuso con uno nuovo, ottenendo in cambio qualche anno per tornare a respirare e rimettere in piedi l’azienda.

Non si tratta però della richiesta di un prestito da qualche migliaio d’euro per rimettere a nuovo la cucina. Operazioni di questo calibro richiedono svariate settimane, nella migliore delle ipotesi.

Si fa dunque largo un’altra ipotesi, che potrebbe convincere maggiormente Oaktree: l’ingresso del fondo nella proprietà dell’Inter. Ciò potrebbe avvenire in maniera parziale, con l’attuale dirigenza alla guida, il che eviterebbe al fondo il problema di tenere a galla la società ed evitare il tracollo. Di certo l’Inter ha maggiori chance di tornare in positivo senza stravolgimenti ai piani alti.

Potrebbe però avvenire in maniera radicale, con Zhang insolvente e passaggio di mani obbligato. Ad ogni modo si attende una risposta concreta entro aprile. Oaktree l’avrebbe voluto entro metà marzo ma ha accordato un prolungamento di due settimane.

L’addio di Zhang e il sogno stadio

Le prospettive sono tutt’altro che rosee per Zhang, che deve far fronte anche a un processo promosso da China Construction Bank. La richiesta è di 300 milioni di euro di prestiti mai restituiti. Il problema per l’istituto è che in Italia non ci siano beni aggredibili riconducibili all’imprenditore.

Per questo motivo i legali chiedono al giudice di costringere l’Inter a riconoscere uno stipendio a Steven Zhang, così da poterlo regolarmente pignorare. Anche in questo caso occorrerà attendere aprile, quando ci sarà la prossima udienza.

Dinanzi a questi scenari a dir poco complessi, la perdita dell’Inter sembra più vicina di qualsiasi altro scenario. Ciò anche perché non sarebbe Zhang la garanzia di una continuazione dell’attuale strategia nerazzurra.

Oaktree potrebbe prendere il controllo societario, preservando la posizione di Beppe Marotta. Un discorso identico a quello del Monza, in cui la permanenza di Adriano Galliani rappresenta un elemento imprescindibile dell’accordo di vendita del club.

Tutto ciò porta anche a un’altra domanda: che fine farà il nuovo stadio dell’Inter? L’attuale presidenza non sembra avere i fondi necessari (almeno quelli utilizzabili al di fuori della Cina) per proseguire nel progetto. Alla fine dei conti si potrebbe realizzare il piano del sindaco Sala, con il Milan via da San Siro (per quanto invitato a restare) e i nerazzurri a casa propria (stavolta totalmente) con impegno alla ristrutturazione.

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