Il ministro della Salute punta tutto sui vaccini in vista della doppia circolazione di Covid-19 e influenza per la prima volta in coabitazione nella stagione fredda appena iniziata. Rispetto ai due anni di pandemia, infatti, il Sars-CoV-2 lascerà sempre più spazio al virus influenzale tenuto alla larga finora grazie alle misure di prevenzione attuate nel corso dell’emergenza sanitaria. Per questo il responsabile della Sanità, Orazio Schillaci, mette in programma due campagne di comunicazione per informare i cittadini più fragili sulla necessità del vaccino per difendersi da entrambe le malattie. Ma studia anche come rimettere in sesto un sistema ospedaliero stravolto dall’epidemia da coronavirus, con personale sempre più assottigliato e liste di attesa dei pazienti sempre più lunghe.
Vaccini contro Covid e influenza, il piano di Schillaci
“La vaccinazione contro il coronavirus in prospettiva deve diventare annuale come lo è da molto tempo quella contro la malattia stagionale” ha spiegato il ministro Schillaci annunciando le campagne di comunicazione sull’importanza dei due vaccini (qui avevamo parlato del vaccino anti-Covid anche per i bambini tra i 5 e gli 11 anni).
Per affrontare la prossima fase dell’epidemia da Covid-19 il responsabile della Sanità assicura che l’attuale quarantena di minimo 5 giorni con tampone negativo lascerà il posto a misure di isolamento meno rigide. Il ministro sottolinea come l’esigenza di “semplificare e allentare” le norme anti-Covid non sia una questione politica, ma nasce dai dati sempre più “incoraggianti” sulla curva dei contagi in Italia.
Per lo stesso principio, sostiene Schillaci “anche sui tamponi bisogna pensare a un alleggerimento, perché se il Covid diventa una malattia meno aggressiva come sembra può bastare una moral suasion sui cittadini e un po’ di buon senso. Quando uno ha l’influenza e la febbre basta stare a casa e non uscire senza troppe rigidità o la necessità di fare tutti i tamponi che si fanno oggi” è la sua conclusione.
I dati dell’ultimo bollettino Covid
Secondo quanto emerge dai dati del bollettino settimanale i nuovi casi di Covid-19 dal 3 al 10 novembre sono 181.181 con 549 decessi registrati (qui avevamo riportato l’allarme sul calo dei vaccini dopo la revisione del bollettino).
Rispetto al monitoraggio dei sette giorni precedenti entrambe le curve sulle vittime e contagi sono in discesa: sui nuovi positivi il ministero della salute stima una diminuzione del 27,68% dalla scorsa settimana, mentre in confronto all’ultimo bollettino i morti sono passati da 87 a 65 in sette giorni, il -25,28%.
L’incidenza settimanale a livello nazionale dei positivi al Covid-19 rimane all’incirca sugli stessi livelli della settimana scorsa: 307 ogni 100.000 abitanti nell’ultima rilevazione di ieri contro 283 ogni 100.000 abitanti.
Scende anche l’Rt medio calcolato nel periodo 19 ottobre-01 novembre 2022 sui casi sintomatici, pari a 0,83, in diminuzione rispetto al periodo precedente quando era di 0,95.
Dal punto di vista ospedaliero la pressione nei reparti Covid si fa sempre più leggera con solo tre Regioni che registrano un’occupazione dei reparti di area medica da parte di pazienti Covid sopra la soglia di allerta fissata al 15%: si tratta di Friuli Venezia Giulia (al 15,7%), Liguria (al 15,3%) e Umbria (al 29%).
A livello nazionale il tasso di occupazione in aree mediche scende invece al 10 dal 10,4% del 3 novembre così come in calo del -0,4% anche il tasso di occupazione in terapia intensiva che si attesta al 2%.