Covid, ecco il nuovo sintomo notturno da non sottovalutare

I sintomi Covid sono cambiati. Ora si stanno registrando sempre più casi che riferiscono di un particolare campanello d'allarme di notte

Pubblicato: 16 Agosto 2022 08:00

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Redazione

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Come sappiamo, i sintomi Covid sono cambiati in questi due anni di pandemia. Mentre inizialmente i sintomi classici includevano febbre, perdita dell’olfatto e del gusto, mancanza di respiro, oggi le cose sono diverse, grazie alle varianti ma soprattutto alla protezione data dai vaccini, che hanno trasformato il virus in qualcosa di tendenzialmente meno pericoloso e che colpisce le alte vie respiratorie, e non più le basse.

Covid, i sintomi più comuni in questi due anni di pandemia

I più frequenti sintomi Covid segnalati da inizio pandemia sono questi:

I nuovi sintomi di Omicron 5 e quanto sono pericolosi

La variante Omicron 5 oggi dominante in molti Paesi è stata scoperta per la prima volta in Sudafrica a febbraio scorso, un mese dopo l’identificazione della 4 nello stesso Paese. Da allora, entrambe le varianti si sono diffuse in tutto il mondo e hanno suscitato preoccupazione per una recrudescenza delle infezioni da Covid, sia in Europa che negli Stati Uniti (qui vi abbiamo parlato di quanti tamponi bisogna fare per essere sicuri dell’esito).

Un nuovo studio pubblicato su Nature ha rivelato che Omicron 5 è 4 volte più resistente ai vaccini Covid. Ciò significa che coloro che non si sono vaccinati hanno una probabilità circa 5 volte maggiore di contrarre il virus rispetto a coloro che sono vaccinati, 7,5 in più di sviluppare una forma grave di malattia con tanto di ricovero in ospedale e fino a 15 volte di morire.

In questi due anni ciò che è aumentato è stato anche il sorgere di sintomi nuovi e diversi, mai riscontrati prima. I sintomi più comunemente segnalati oggi sono mal di gola, starnuti, tosse persistente e mal di testa. Spiegano gli esperti anche che oggi è più probabile che una persona positiva al Covid riporti sintomi correlati all’intestino, come diarrea, rispetto alla perdita dell’olfatto.

Qui vi abbiamo parlato dei farmaci da prendere per il Covid ai primi sintomi.

Un nuovo sintomo notturno: le sudorazioni anomale e eccessive

Un altro campanello d’allarme, che potrebbe dirci che abbiamo preso il Covid, arriva adesso dal Regno Unito. In Gran Bretagna si sta assistendo da circa un mese a questa parte a un forte aumento di casi postivi ad Omicron 5 che lamentano forti sudorazioni notturne, anomale e eccessive, slegate dalle alte temperature di questa estate bollente.

“Un sintomo in più di BA.5 che ho visto è la sudorazione notturna”, ha spiegato per primo Luke O’Neill, docente del Trinity College di Dublino. Il sintomo è passato dall’essere un raro sintomo di Covid a colpire l’11% dei malati nell’ultima settimana, secondo l’app dello studio ZOE Covid che si utilizza in UK per il monitoraggio del virus.

Tuttavia, la sudorazione notturna è ancora molto meno comune rispetto alla maggior parte dei sintomi standard come mal di gola (che colpisce il 56% delle persone positive al Covid), mal di testa (48%) e tosse secca (43%).

Rispondendo al perché i positivi vengono colpiti da nuovi sintomi, O’Neill ha spiegato che la malattia è “leggermente diversa perché il virus è cambiato. C’è una certa immunità, e quel mix di sistema immunitario e virus leggermente diversi potrebbe dare origine a una malattia anche leggermente diversa”, di cui i sudori notturni sarebbero una caratteristica.

“Ma, cosa molto importante – ha aggiunto l’esperto – se si è vaccinati, la malattia non progredisce in grave: è questo il messaggio da continuare a ricordare alle persone”. Per i non vaccinati, e peggio ancora se non hanno mai fatto il Covid, le cose potrebbero invece essere ben diverse (qui cosa sappiamo riguardo al vaccino universale contro tutte le varianti).

Le nuove scoperte sul Long Covid: sintomi a lungo termine e chi colpisce di più

Per quanto riguarda il dopo Covid, sono sempre di più le persone che lamentano disturbi prolungati. I sintomi prolungati del Covid comunemente riportati, come affaticamento e mancanza di respiro, hanno un effetto significativo sulle attività quotidiane, sulla qualità della vita e sulla capacità lavorativa delle persone.

Ma in un nuovo studio pubblicato sulla rivista Nature Medicine sono stati identificati ora 62 sintomi associati al Long Covid. Gran parte del lavoro è stato fatto tra persone che sono state ricoverate in ospedale.

Analizzando le cartelle cliniche di oltre 450mila persone in Inghilterra con una diagnosi confermata di Covid e 1,9 milioni di persone senza precedenti di Covid, da gennaio 2020 ad aprile 2021, è stato scoperto che le persone a cui era stato diagnosticato il Covid avevano una probabilità significativamente maggiore di riportare i 62 sintomi indicati, solo 20 dei quali sono inclusi nella definizione del caso clinico dell’Organizzazione Mondiale della Sanità per il Long Covid.

Queste differenze nei sintomi riportati tra i gruppi infetti e non infetti sono rimaste anche dopo aver tenuto conto di età, sesso, gruppo etnico, stato socioeconomico, indice di massa corporea, stato di fumatore, presenza di oltre 80 condizioni di salute e segnalazioni passate dello stesso sintomo.

E’ stato scoperto anche che l’età più giovane, il sesso femminile, l’appartenenza a determinati gruppi di minoranze etniche, lo stato socioeconomico più basso, il fumo, l’obesità e un’ampia gamma di condizioni di salute erano tutti associati a un rischio più elevato di riportare sintomi persistenti più di 12 settimane dopo l’infezione da Covid.

Alcuni di questi sintomi erano attesi, come perdita dell’olfatto, mancanza di respiro e affaticamento. Ma alcuni dei sintomi che sono stati riscontrati essere fortemente associati al Covid oltre le 12 settimane sono stati definiti sorprendenti e meno noti, come la caduta dei capelli e la riduzione della libido. Altri sintomi includevano dolore toracico, febbre, incontinenza intestinale, disfunzione erettile e gonfiore degli arti.

Circa l’80% delle persone con Long Covid nello studio ha affrontato un ampio spettro di sintomi, che vanno dalla stanchezza al mal di testa al dolore. Il secondo gruppo più numeroso, che rappresenta il 15%, presentava prevalentemente sintomi di salute mentale e cognitivi, tra cui depressione, ansia, nebbia cognitiva e insonnia. Il terzo e più piccolo gruppo, il restante 5%, presentava principalmente sintomi respiratori come mancanza di respiro, tosse e respiro sibilante.

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