Covid, cambiano le regole per quarantena e tamponi: cosa vuole fare il governo

Il governo è al lavoro per modificare le norme che regolano l'isolamento in caso di positività al Covid: novità anche per i tamponi

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Redazione

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Importanti novità in arrivo sulla quarantena Covid. Come già anticipato, il neoministro della Salute Orazio Schillaci ha annunciato che il governo è al lavoro per modificare le norme che regolano l’isolamento in caso di positività. “Sulla quarantena stiamo lavorando per far sì che chi è positivo al Covid, soprattutto i pazienti asintomatici, possano rientrare prima. A breve anche su quello faremo una comunicazione”.

Ci saranno grandi novità anche per i tamponi. Schillaci è intenzionato a eliminare “eventualmente” anche il tampone finale, dice. Ma vediamo quali sono le regole oggi e cosa potrebbe cambiare esattamente.

Come funziona adesso la quarantena Covid

Attualmente, secondo il protocollo aggiornato al 1° settembre 2022, le regole relative alla quarantena sono le seguenti.

Casi positivi al Covid

Le persone risultate positive a un test Covid devono rimanere in isolamento secondo queste regole:

Contatti stretti di persone positive al Covid

Per quanto riguarda invece i contatti stretti di persone positive al Covid, sono tuttora vigenti le indicazioni contenute nella circolare del 30 marzo 2022, che prevedono:

Come può cambiare la quarantena

Come può cambiare ora la quarantena? Due le ipotesi in campo.

La prima, suggerita dall’ospedale Spallanzani diretto da Francesco Vaia, e da inizio pandemia ascoltato dal governo per la linea da tenere, prevede che i positivi asintomatici o paucisintomatici (con pochi sintomi lievi) non debbano più fare il tampone per uscire dalla quarantena al 5° giorno. Sarebbe però previsto per loro l’obbligo di mascherina FFP2 per 5 giorni. Per chi non ha sintomi o ne ha pochissimi e leggeri, dunque, verrebbe sancito lo stop al tampone di uscita.

La seconda ipotesi è quella di eliminare del tutto la quarantena, un po’ come avviene già in Spagna e Gran Bretagna. Ma questo solo a fronte di un netto miglioramento dei dati epidemiologici, che però oggi vedono la curva dei contagi in crescita, e incrociarsi con l’influenza che è tornata prepotentemente a far visita agli italiani, anche con un certo anticipo stagionale.

Qui cosa sappiamo sulla nuova variante Covid Cerberus.

Vaccino Covid e anti-influenza

A questo proposito il ministro della Salute Schillaci ha annunciato anche che il ministero della Salute è al lavoro per lanciare, entro la fine della prossima settimana, una campagna di comunicazione diretta a promuovere sia la vaccinazione anti-Covid che quella antinfluenzale.

“Con l’avvicinarsi della stagione invernale – ha spiegato il ministro – il tema della vaccinazione dei soggetti più fragili merita grande attenzione. I vaccini sono stati uno strumento molto importante nella lotta alla pandemia. E credo che abbiamo imparato tutti a capire quanto sia importante che, soprattutto le persone che hanno maggiori probabilità di sviluppare complicanze e che addirittura rischiano la vita, siano sottoposte alla vaccinazione”.

Per questo il ministero intende – dice – “mettere in campo tutti gli sforzi e le sinergie per proteggere i fragili e mantenere la copertura vaccinale che in Italia, come in molte altre nazioni, è al di sotto della soglia minima”.

Qui più info sul piano del governo per la vaccinazione anti-Covid e influenza.

Bufera sul viceministro Gemmato: cosa ha detto sui vaccini

Ma non tutti nel governo Meloni la pensano così. Una vera e propria bufera ha travolto il viceministro alla Salute Marcello Gemmato, per alcune affermazioni riguardo ai vaccini.

“Registro che per larga parte della pandemia l’Italia è stata prima per mortalità e terza per letalità, quindi questi grandi risultati dei vaccini non li vedo raggiunti” ha detto intervenendo alla trasmissione di Rai 2 “Restart-L’Italia ricomincia da te”. Al vicedirettore del Corriere della Sera Aldo Cazzullo, che ha osservato “senza vaccini sarebbe stato magari peggio”, l’esponente di Fratelli d’Italia ha replicato: “Questo lo dice lei, non abbiamo l’onere della prova inversa. Ma io non cado nella trappola di schierarmi a favore o contro i vaccini”.

E aggiunge: “Io adesso da sottosegretario di Stato, insieme a un ministro che finalmente è uno scienziato, analizzando il contesto nel quale oggi viviamo – ricordo che le terapie intensive sono occupate al 2% – abbiamo ritenuto di anticipare di 6 settimane” la scadenza dell’obbligo di vaccinazione anti-Covid per i sanitari e quindi il reintegro degli operatori non vaccinati (ne abbiamo parlato qui, evidenziando l’allarme lanciato dai medici).

Il dibattito in merito “mi sembra surreale, dovremmo parlare di altro”, ha aggiunto Gemmato. “Probabilmente c’è stato fino ad oggi un approccio ideologico alla gestione della pandemia da coronavirus”, ora “la politica ritorna centrale” e “la politica fa questo: analizza i fenomeni scientifici, analizza i dati e prende le decisioni”.

Peccato che però i dati gli diano torto netto. Il Pd e altri partiti chiedono le dimissioni del viceministro. In evidente contraddizione a quanto sostenuto da Gemmato, i dati internazionali indicano con chiarezza, su scala globale, che siamo usciti dalla fase pandemica proprio grazie ai vaccini, che sono in grado di proteggere dalle forme gravi di Covid e dal rischio morte con un’efficacia di oltre il 90%.

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