Tra i prodotti più acquistati dagli italiani per i secondi piatti, grazie ai prezzi modesti e alla presunta superiorità della carne bianca, meno grassa delle carni rosse, c’è la carne di pollo. Che rappresenta tuttavia un problema dal punto di vista igienico, nonostante i serrati controlli che vengono fatti sul cibo nei nostri punti vendita. La sicurezza alimentare di questo prodotto è spesso fonte di criticità, perché in tutta la filiera possono avvenire contaminazioni, che possono creare anche importanti danni alla salute.
I gallinacei sono animali piccoli e difficilmente controllabili, spesso allevati in maniera intensiva e in condizioni non ottimali. Durante la fase di macellazione la carne può essere contaminata da materiale fecale. Durante la lavorazione e il trasporto sbalzi di temperatura e errori di conservazioni possono causare rischi per il consumatore.
Batteri nel pollo di supermercati e discount: quali sono stati rilevati
Dopo il focolaio epidemico di salmonella che ha colpito l’Europa, Altroconsumo ha recentemente condotto un indagine su 40 campioni di polli acquistati tra Milano e Roma in supermercati, discount, macellerie e mercati. Le carni erano state allevate sia in maniera intensiva che biologica, e vendute sia confezionate che sfuse, in ogni fascia di prezzo.
In 22 petti di pollo, il 55%, sono state rilevate tracce di Campylobacter e Salmonella infantis. Batteri potenzialmente pericolosi, la cui presenza è tuttavia tollerata dalle norme sulla vendita dei prodotti alimentari.
- Il 38% dei campioni (15 su 40) conteneva Campylobacter.
- Il 18% dei campioni (7 su 40) conteneva Salmonella infantis.
In aggiunta in 6 campioni su 40 sono state trovate anche tracce di Listeria, ma in quantità minime che non possono avere effetti rilevanti sulla salute. Tutti i campioni sono invece risultati negative per Escherichia coli, enterobatteri fecali e stafilococchi.
L’attenzione sulla carne di pollo è massima anche per via del cosiddetto fenomeno del white striping ritrovato sui polli Lidl.
Campylobacter e salmonella nel pollo: come difendersi dalle infezioni
Campylobacter e Salmonella infantis sono batteri in grado di infettare l’essere umano e causare sintomi come febbre, nausea, diarrea. Si trasmettono attraverso il materiale fecale durante la macellazione. La loro presenza sugli alimenti è ammessa dalla legge, entro determinati limiti, perché grazie alla cottura questi patogeni vengono distrutti.
Per questo Altroconsumo ha stilato delle linee guida per evitare di contrarre malattie a causa di questi batteri dannosi.
- Igiene delle mani, prima di cucinare e durante la lavorazione del cibo, specie nel passaggio da un alimento all’altro, dei piani di lavoro, degli strumenti che entrano a contatto con gli alimenti, dei ripiani e delle pareti del frigorifero.
- Utilizzare strofinacci diversi per mani e stoviglie, e spugnette diverse per pulire i piani di lavoro e le stoviglie. La pattumiera inoltre deve essere posizionata in basso e lontana dalle scorte alimentari, preferendo contenitori con pedali.
- I cibi crudi e quelli cotti o già pronti per il consumo devono essere sempre separati. In particolare la carne e il pesce devono essere ben separati dagli altri alimenti in frigo e durante la preparazione. Mai utilizzare lo stesso tagliere per alimenti diversi.
- Cuocere bene il cibo, in particolare carne, pesce e uova.
- I cibi cotti non devono rimanere a temperatura ambiente per oltre due ore. Gli avanzi non devono essere conservati per oltre 48 ore e non devono essere ricongelati dopo essere stati congelati.
- Frutta e verdura devono essere lavate sotto un getto di acqua corrente o in una bacinella con del bicarbonato. Ma non bisogna assolutamente lavare carne e pesce, perché i batteri potrebbero diffondersi più facilmente sull’alimento e sulle superfici circostanti.
- Preferire materie prime sicure e certificate.
- Evitare di cucinare in presenza di animali domestici.