Covid, non è finita: i tre scenari da qui al 2027

Dal più ottimista a quello più probabile fino a quello più pessimista: quello che succederà nei prossimi anni dipende da noi. Gli esperti spiegano perchè

Pubblicato: 19 Maggio 2022 14:49

QuiFinanza

Redazione

QuiFinanza, il canale verticale di Italiaonline dedicato al mondo dell’economia e della finanza: il sito di riferimento e di approfondimento per risparmiatori, professionisti e PMI.

Sembra proprio che dovremo convivere con il Covid ancora per qualche anno, ma quello che succederà dipenderà, per certi versi, da noi: sono tre infatti i possibili scenari da qui al 2027, ovviamente legati e condizionati da diverse incognite , in particolare la vaccinazione dei Paesi più poveri, ma anche i conflitti internazionali e la collaborazione internazionale. Vediamoli nel dettaglio.

Pandemia migliora, ma non è finita

A delinearli gli esperti dell’International Science Council – l’organizzazione che riunisce oltre 200 associazioni scientifiche nazionali e internazionali – in un recente documento che fa il punto su “sfide e difficoltà” per sconfiggere il Covid. Saranno vaccinazioni e tasso di immunizzati in tutto il mondo – al momento circa il 60% – a fare da ago della bilancia.

Il peggio della pandemia dovrebbe essere alle spalle ma i governi “non devono fingere che la crisi sia finita solo perché la mortalità si è ridotta: per molti cittadini ci saranno ancora molti anni di difficoltà e sfide”

80% vaccinati, lo scenario ottimistico

Il primo scenario che è anche quello più ottimistico, ipotizza che nei prossimi anni la percentuale di persone completamente vaccinate contro Covid-19 aumenti a livello globale da circa il 61% a oltre l’80%: in questo caso potrebbero essere salvate molte vite umane e potrebbe essere ridotto il rischio di nuove varianti. Il coronavirus non scomparirebbe, ma diventerebbe più gestibile, con notevoli benefici per la salute mentale dei cittadini, l’economia e lo sviluppo sostenibile.

Il più probabile

Il secondo scenario, che è anche quello che gli esperti considerano il più probabile, ipotizza invece che la miopia di molti governi (poco inclini ad aiutare i Paesi in difficoltà) mantenga il tasso di vaccinazione a livello globale sotto il 70%: in questo caso il coronavirus potrebbe diventare endemico, con picchi stagionali che travolgerebbero gli ospedali in vari Paesi e richiederebbero “vaccini aggiornati e l’uso di farmaci antivirali”.

Entro il 2027 si avrebbe così una “esacerbazione delle disuguaglianze globali” e gli stessi obiettivi di sviluppo sostenibile prefissati dalle Nazioni Unite rischierebbero di slittare di un decennio.

Se i vaccini non crescono più?

Il terzo e ultimo scenario è anche quello più pessimista. Prefigura, infatti, una crescita di nazionalismi e populismi (che ridurrebbe l’adozione dei vaccini) e delle tensioni geopolitiche (un rischio per la cooperazione internazionale necessaria ad affrontare le grandi sfide globali). In questo scenario, meno del 60% della popolazione mondiale sarebbe completamente vaccinata contro Covid-19 e i Paesi a basso reddito avrebbero accesso limitato a vaccini e antivirali. Il virus potrebbe rimanere in gran parte incontrollato causando gravi recidive in varie parti del mondo.

L’indagine rileva anche l’impatto della pandemia: solo nel 2020 più dell’8% di ore lavorative sono state perse pari a 225 milioni di lavori a tempo pieno. Decisamente pesante anche l’impatto sulla salute mentale delle persone.

© Italiaonline S.p.A. 2024Direzione e coordinamento di Libero Acquisition S.á r.l.P. IVA 03970540963