Oltre 100mila posti di lavoro a disposizione nelle Pubbliche amministrazioni nella prima metà del 2024, attraverso nuovi bandi già in fase di attivazione. Diversi concorsi pubblici sono pronti a partire per ampliare e rinnovare il personale di diversi settori della Pa, dalla Scuola alla Sanità. Una campagna di assunzione che rientra nel turnover quinquennale che, secondo l’analisi di Excelsior con Unioncamere, tra il 2024 e il 2028 prevede più di 680mila ingressi a fronte di altrettanti pensionamenti.
I concorsi pubblici in arrivo
Nel nel Piano dei fabbisogni di personale approvato il 31 gennaio, l’Inps ha prestabilito l’inserimento di almeno mille profili entro l’estate, necessari a sveltire la macchina dei pagamenti di Tfr e Tfs ai dipendenti pubblici, in rilevante ritardo a causa anche dell’assenza di circa 10mila funzionari accertata dal Consiglio di vigilanza dell’Ente previdenziale.
In difetto di dipendenti risulta anche l’Agenzia delle Entrate, che nei prossimi mesi provvederà a rimpiazzare i tanti pensionamenti susseguiti negli ultimi anni con circa 1.500 assunzioni, a partire dal primo avviso per 470 posizioni aperte nelle direzioni regionali, che sarà pubblicato entro maggio.
Carenza di personale si registra anche nella Sanità a livello regionale, dove si presenta l’esigenza di almeno 10mila lavoratori tra medici e infermieri, ma secondo i sindacati il fabbisogno di camici negli ospedali da Nord a Sud si aggirerebbe intorno alle 25mila unità.
I reclutamenti più urgenti si registrano in Puglia e Piemonte, dove sono richieste 2mila figure in entrambe le Regioni, comprese le stabilizzazioni. Nel Lazio dovrebbero essere previsti 1.200 posti di lavoro in corsia, mentre in Campania è atteso un concorso unico regionale per fare fronte alla mancanza di medici nei pronto soccorso.
Mancano 4mila addetti anche nella Giustizia, comparto nel quale si cercano lavoratori per aiutare i magistrati a disbrigare un’enorme mole di lavoro nei temi fissati dal Pnrr (qui i 2.500 posti disponibili nel concorso della polizia penitenziaria).
Il turnover nella Pa
In generale, il settore pubblico sarà nei prossimi 5 anni il più interessato dal cambio generazionale dell’organico, alla luce dei tanti pensionamenti in vista. Saranno 681.800, secondo quanto emerso dal Rapporto “Previsioni dei fabbisogni occupazionali e professionali in Italia a medio termine” di Excelsior con Unioncamere, le uscite dalle Pa, sostituite da altrettanti ingressi, più altre 60.500 assunzioni extra.
L’analisi calcola un tasso di turnover nel pubblico di oltre il 20 per cento, a fronte di un valore medio di quasi il 12 per cento e del 10,4 per cento nel settore privato. Come riportato dagli esperti tra il 2023 e il 2027 saranno 2,7 milioni i dipendenti che si ritireranno dal lavoro, costituendo circa il 72 per cento del fabbisogno complessivo di lavoratori, con picchi oltre il 90 per cento nei settori pubblici. Quasi due milioni dei posti necessari riguarderanno il settore dei servizi (qui avevamo parlato degli oltre 500mila posti nelle imprese, mentre qui i lavori più richiesti a marzo).
Da quanto rilevato nel rapporto, l’allargamento dell’organico pubblico previsto nei prossimi cinque anni per rispondere alla domanda di personale richiesto nell’applicazione del Pnrr, interesserà il comparto dei Servizi generali e assistenza sociale obbligatoria per più del 45 per cento (28mila unità), seguito dal settore dell’istruzione per circa il 33 per cento (quasi 21mila unità) e la Sanità per il 21 per cento (più di 13mila unità). (qui abbiamo spiegato come funziona il concorso 2024 per i docenti).