Il giorno delle elezioni americane è ormai alle porte. A meno di 24 ore dal voto, gli Stati Uniti e tutto il mondo sono in fibrillazione per conoscere il nome del nuovo presidente della prima potenza del pianeta. Ma quando si saprà, di preciso, chi ha vinto?
Milioni di cittadini americani, anche i più anziani, non ricordano momenti in cui la loro nazione è apparsa più divisa di quanto lo è oggi. Anche per questo motivo, la sfida tra la democratica Kamala Harris e il repubblicano Donald Trump appare ancora più incerta. Tutto (o quasi) si giocherà negli Stati in bilico e nel Midwest, cuore del ceppo germanico predominante nel Paese.
Tutto si deciderà negli Stati in bilico: ecco quali sono
L’esito della tornata elettorale più seguita del globo si giocherà in sette Stati in bilico, gli ormai celebri “Swing States”. Molti restano sempre gli stessi ogni quattro anni, ma le migrazioni interne e i cambiamenti socio-economici ne aggiornano di volta in volta la lista. Per quanto riguarda Usa 2024, i territori “sospesi” che sposteranno l’ago della bilancia sono Arizona, Georgia, Michigan, Nevada, North Carolina, Pennsylvania e Wisconsin. Anche un singolo voto può fare la differenza, visto il modo unico al mondo in cui funzionano le presidenziali americane.
Uno Stato americano è definito “in bilico” se “i candidati repubblicani e democratici hanno livelli di sostegno simili” e se il suo peso elettorale è considerato dirimente per il risultato finale. Nei sette Stati “incerti” Donald Trump e Kamala Harris sono dunque molto vicini nei sondaggi. Mai i sondaggi sono stati così equilibrati, con la distanza fra i due candidati che in molti Stati è addirittura inferiore a un punto percentuale. Per intenderci: nella tornata che vide la vittoria di Joe Biden nel 2020, gli ultimi sondaggi davano il futuro presidente in vantaggio di circa 10 punti, ma alla fine trionfò con “appena” due punti di vantaggio sul tycoon. Ciò spiega, tra l’altro, perché sia Trump sia Harris abbiano scelto gli Stati in bilico più importante e indecisi come palco dei loro ultimi roboanti comizi. Con Pennsylvania e Wisconsin in testa.
Come funzionano il voto e il conteggio delle schede negli Usa
La prima cosa da tenere a mente è che l’elezione del presidente statunitense non è diretta. La seconda è che non si tratta di un voto nazionale, ma di tanti voti che si svolgono Stato per Stato, ognuno con le sue regole locali ma con un grande regolamento federale comune. Parliamo dunque di un’enorme mole di schede elettorali da conteggiare, territorio per territorio, e di controlli e comunicazione che porteranno via giorni. Anche per questo motivo negli Stati Uniti non si parla di “giorno delle elezioni”, ma di “settimana delle elezioni”. Al netto delle eventuali beghe legali sul voto – frequenti nella storia – che possono ritardare ulteriormente i risultati. La realtà dei fatti, in sostanza, è che nessuno sa quanto tempo ci vorrà prima che venga annunciato il vincitore. Soprattutto in una tornata così incerta come quella attuale.
Negli Stati Uniti non esiste un vero e proprio ministero dell’Interno e il compito di annunciare il nuovo presidente è delegato di fatto ai media. Nel 2020 l’Associated Press dichiarò la vittoria di Biden il sabato successivo al martedì (giorno fisso in cui si vota in America), cioè quattro giorni dopo la chiusura delle urne. Ma anche all’epoca, i risultati ufficiali di due Stati arrivarono ben oltre la data, a causa del conteggio manuale delle schede: si seppe infatti che la Carolina del Nord aveva scelto Trump 10 giorni dopo l’election day, mentre la vittoria di Biden in Georgia fu nota addirittura 16 giorni dopo. Quasi due terzi degli elettori statunitensi votarono in anticipo nel 2020, pari a oltre 100 milioni di voti. Effetto della pandemia Covid e dell’isolamento obbligatorio, certamente. Quattro anni prima, il risultato del 2016 fu invece certificato poche ore dopo la chiusura della maggior parte dei seggi. L’AP diede notizia del trionfo di Trump già alle 2:29 della notte stessa delle elezioni.
Le regole negli Stati chiave potrebbero ritardare tutto
Le dimensioni della mappa elettorale e le regole del gioco rendono difficile prevedere quando potrebbe essere dichiarato un vincitore. Negli Stati chiave come Pennsylvania e Wisconsin, ad esempio, non è consentito iniziare a elaborare o a contare le schede per corrispondenza prima delle 7 del mattino del giorno delle elezioni. Il che significa che probabilmente ci vorranno giorni prima di conoscere l’esito. Per procedere al voto, ogni scheda inviata per posta deve essere aperta manualmente e preparata per lo spoglio, mentre gli addetti provvedono ad appiattire manualmente i plichi.
La Pennsylvania è considerato il campo di battaglia più cruciale di tutti e i sondaggi d’opinione mostrano che Harris e Trump sono di fatto in parità. Lo Stato è la ragione principale per cui il mondo ha dovuto aspettare quattro giorni per scoprire il vincitore del 2020. Mentre gli scrutatori si facevano strada tra un enorme arretrato di schede per corrispondenza, la Pennsylvania alla fine è passata da quella che sembrava una vittoria di Trump alla chiave di volta per il trionfo del presidente Biden. Gli altri Stati chiave di queste presidenziali (Arizona, Georgia, Michigan, Nevada e Carolina del Nord) possono iniziare a elaborare le schede elettorali per corrispondenza il giorno prima dell’election day, cioè il 4 novembre. Un dettaglio che velocizzerà sicuramente lo scrutinio, anche se la mole di voti sarà decisamente notevole.
Circa 76 milioni di americani hanno già espresso il loro voto tramite voto anticipato e sono state richieste più di 67 milioni di schede per posta, stando ai dati dell’Election Lab dell’Università della Florida.
Dunque quando si conoscerà il nome del nuovo presidente?
Quest’anno il voto postale ha evidenziato un’affluenza record, che dovrebbe essere confermata anche dal voto in presenza. Ciò significa che gli addetti ai seggi in tutto il Paese dovranno contare decine di milioni di schede per corrispondenza, ognuno con le proprie regole di gestione. Al netto di tutto, il nome del nuovo presidente degli Stati Uniti potrebbe essere tuttavia noto già la mattina del 5 novembre. I numeri del voto anticipato suggeriscono che l’affluenza dovrebbe essere alta. La conferma definitiva, com’è ovvio, si avrà qualche giorno dopo.