Droni su Mosca, arriva il “decreto Putin” per gli anti-liberali. Salvini grida al rischio guerra mondiale

La Russia abbatte 46 droni ucraini, Putin firma un decreto pro-anti-liberali. Salvini avverte: "Rischio di un conflitto mondiale imminente"

Pubblicato: 21 Agosto 2024 09:18

Francesca Secci

Giornalista

Giornalista pubblicista con esperienza in redazioni rilevanti, è specializzata in economia, finanza e geopolitica.

La Russia si sveglia sotto una pioggia di droni ucraini e nel cortile di casa di Putin si combatte una battaglia silenziosa, ma letale. Nella notte, le difese aeree di Mosca hanno abbattuto 46 droni, sparsi in sei diverse regioni, dall’epicentro della capitale fino a Bryansk e Kursk. Kiev non si limita più a difendersi: ha cambiato marcia, portando la guerra oltre i confini, nel cuore della Russia.

Ma non è solo il cielo russo a essere agitato. Sul fronte interno, Putin ha firmato un decreto che fa discutere. La Russia diventa ufficialmente rifugio per chi rigetta i valori liberali dell’Occidente. Un segnale forte, che trasforma il Paese in un rifugio per i “dissidenti culturali”, con la benedizione di nazionalisti come Kostantin Malofeev e Aleksandr Dugin.

Intanto, in Italia, Matteo Salvini lancia la sua bomba diplomatica. Il vicepremier tuona contro l’invio di armi all’Ucraina, dipingendo l’azione come un rischio per l’equilibrio globale.

Pioggia di droni e la battaglia aerea in casa di Putin

In Russia è il cielo a far rumore. Le difese aeree di Mosca hanno abbattuto 46 droni ucraini in una sola notte, disseminati su sei regioni del Paese. Dalla capitale alla regione di Bryansk, da Belgorod a Kursk, l’Ucraina sta portando la guerra direttamente nel cortile di Putin. L’attacco coordinato, uno dei più vasti mai tentati, dimostra che Kiev non si accontenta di difendersi, ma punta a giocare d’anticipo. Ogni drone abbattuto è una scheggia impazzita nel braccio di ferro che nessuno vuole ammettere di perdere.

Decreto Putin: via libera ai migranti “anti-liberali”

Il presidente russo Vladimir Putin ha messo nero su bianco, firmando un decreto che spalanca le porte a chi rigetta le ideologie neoliberiste e cerca rifugio in Russia. Un passo che, dietro il paravento del “sostegno umanitario”, mira a rafforzare le fila di chi si oppone alle politiche progressiste di molte democrazie occidentali.

Chi si identificherà con i valori tradizionali russi potrà ottenere un permesso di soggiorno temporaneo, saltando tutte le procedure normalmente imposte ai migranti economici. Niente esami di lingua, niente test di storia russa. La differenza la farà la provenienza ideologica: solo i cittadini di paesi accusati di promuovere ideologie liberali avranno accesso a questo percorso privilegiato. La lista dei paesi “non graditi” sarà redatta dal Ministero degli Esteri russo, che avrà l’ultima parola su chi potrà fare richiesta.

L’intero processo sarà snello e rapido: visto d’ingresso singolo per tre mesi e, una volta in Russia, via libera alla domanda per il permesso di soggiorno. La burocrazia, spesso lenta e opprimente, verrà alleggerita. Le disposizioni entreranno in vigore già a settembre, con il governo che ha un mese di tempo per implementarle pienamente.

Salvini e l’Ucraina: il confine sottile tra difesa e disastro

Matteo Salvini, ministro delle Infrastrutture e vicepremier italiano ha detto la sua sull’invio di armi all’Ucraina. Secondo lui, l’appoggio umanitario e militare per consentire a Kiev di resistere è accettabile, ma inviare armamenti per colpire il territorio russo sarebbe un suicidio geopolitico. “Un’anticamera di un conflitto mondiale”, così l’ha definita Salvini durante un’intervista a Il sussidiario.net, parlando dal palco del Meeting di Rimini.

Il leader della Lega si trova in una posizione scomoda rispetto agli alleati di governo. Se Fratelli d’Italia e il Partito Democratico hanno sostenuto la fornitura di armi a Kiev, la Lega ha tenuto il freno a mano tirato, alzando il livello di tensione in Europa. Salvini è sicuro: queste differenze non incrineranno la stabilità dell’esecutivo Meloni. “Le sinistre si mettano l’anima in pace: si va avanti fino al 2027”, dichiara con la consueta verve provocatoria.

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