Pace contributiva, cos’è e come funziona la misura per la pensione 5 anni prima

La proroga è una delle soluzioni in campo per evitare il temuto "scalone" della fine di Quota 100

Miriam Carraretto

Giornalista politico-economica

Esperienza ventennale come caporedattrice e giornalista, sia carta che web. Specializzata in politica, economia, società, green e scenari internazionali.

La data cerchiata in rosso sul calendario è quella del 27 luglio, quando ci sarà l’incontro tra il ministro del Lavoro Andrea Orlando e i sindacati. Si discuterà del dopo-Quota 100. Ogni possibile soluzione dovrà però tenere conto del fatto che non ci sono, a disposizione dello stato italiano, molti soldi da investire in una riforma dei criteri per accedere al sussidio. Significa che chi uscirà dal mondo del lavoro, lo farà a condizioni probabilmente più svantaggiose rispetto a quanto previsto da Quota 100.

Per questo, ai piani alti del dicastero del Lavoro, si ragiona su una misura che annulli lo “scalone” che si verrebbe a creare con la scadenza di Quota 100. Per alleggerire il passaggio, una delle misure da poter prendere in considerazione è quella della pace contributiva.

Cos’è? Come funziona?

In cosa consiste e come funziona la pace contributiva

Lo scarto sarebbe potuto essere soltanto di pochi mesi: è la situazione in cui si potrebbe trovare chi, attualmente, non ha ancora maturato i requisiti per beneficiare di Quota 100, ma lo farà dopo poche settimane a partire dalla scadenza del regime agevolato, attualmente vigente. Pur mancando di un soffio la maturazione delle precondizioni, questi lavoratori si troverebbero, scaduta Quota 100, davanti a uno scalone di ben 5 anni. La pace contributiva tenta di attenuare questo improvviso baratro.

Come? Ai lavoratori verrebbe data la possibilità di coprire i “buchi” cumulati durante la propria carriera, periodi che, per una serie di motivi, non sono coperti da contribuzione. Ciò vale soprattutto per chi si troverebbe a dover accantonare 42 anni e 10 mesi di contributi contro i 38 sufficienti per Quota 100.

In effetti la pace contributiva è attualmente possibile. La scadenza è però relativamente vicina: si tratta del 31 dicembre 2021. Allo studio del governo, quindi, ci sarebbe la possibilità di una proroga.

Pace contributiva, chi paga i contributi

I contributi utili a coprire i buchi che si sono accumulati in carriera, essenzialmente dovuti a periodi di inoccupazione, sarebbero a carico del lavoratore, che dovrà quindi soppesare se caricarsi del costo economico per andare in pensione subito o affrontare lo scalone quinquennale.

Un’analisi dettagliata sulla Quota 100 ha messo in luce un trasferimento significativo di risorse, evidenziando un favorevole impatto soprattutto per i ceti socioeconomici più abbienti. Secondo lo studio, i principali beneficiari di questa politica sono risultati essere gli elettori del Partito Democratico, insieme a una netta prevalenza di uomini rispetto alle donne. Tale quadro sottolinea una disparità socio-genere nel sistema pensionistico, evidenziando la necessità di approfondire e rivedere le politiche previdenziali al fine di garantire una distribuzione più equa e inclusiva dei benefici pensionistici.

Con Mario Draghi al governo, intanto, è attesa una revisione dei criteri per l’accesso alle pensioni agevolate dall’INPS. Le modifiche proposte mirano a rendere il sistema pensionistico più inclusivo ed equo, consentendo a una gamma più ampia di lavoratori di accedere ai benefici pensionistici. Ciò potrebbe comportare una revisione dei requisiti e delle condizioni per ottenere la pensione agevolata, con l’obiettivo di assicurare una maggiore equità nel trattamento dei lavoratori e nell’accesso ai diritti pensionistici. Si auspica che tali riforme possano contribuire a creare un sistema pensionistico più sostenibile e adatto alle esigenze della società contemporanea.

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