Pensioni, la richiesta dei sindacati: meno tasse per chi lascia il lavoro

I sindacati sollecitano l'avvio di "una decisa riforma fiscale che tagli le tasse anche ai pensionati e prosegua nel taglio ai lavoratori dipendenti".

Pubblicato: 15 Luglio 2020 12:32

Emanuela Galbusera

Giornalista di attualità economica

Giornalista pubblicista, ha maturato una solida esperienza nella produzione di news e approfondimenti relativi al mondo dell’economia e del lavoro e all’attualità, con un occhio vigile su innovazione e sostenibilità.

Convocare a stretto giro di posta tre tavoli di confronto con i sindacati sulla riforma fiscale, sulla non autosufficienza e sulle pensioni in essere. I segretari generali di Spi-Cgil, Fnp-Cisl e Uilp-Uil hanno inviato una lettera all’indirizzo del premier Giuseppe Conte ma anche del ministro dell’Economia Roberto Gualtieri, del ministro della Salute Roberto Speranza e del ministro del Lavoro, Nunzia Catalfo, chiedendo – tra le altre cose – subito un tavolo per discutere della riforma fiscale e previdenziale.

Al Presidente del Consiglio e al ministro dell’Economia i segretari generali dei pensionati hanno “evidenziato le criticità del sistema fiscale, tra le quali un’evasione e un’elusione tra le più alte d’Europa e un elevatissimo carico fiscale che grava su pensionati e lavoratori, chiedendo l’apertura di un Tavolo di confronto specifico per avviare una decisa riforma fiscale che tagli le tasse anche ai pensionati e prosegua nel taglio ai lavoratori dipendenti”.

Pensioni: “In arrivo una Fornero bis”

Non solo riforma previdenziale: al centro del dibattito politico c’è Quota 100, che è sperimentale, scade nel 2021 e non verrà prorogata come ha replicato Antonio Misiani, viceministro all’Economia, in risposta alla richiesta del premier olandese Mark Rutte di abolire l’anticipo pensionistico.
Cosa succederà dopo il 2021? Alberto Brambilla, presidente del centro studi e ricerche Itinerari previdenziali ha ribadito in un’intervista al quotidiano La Verità il rischio che nei prossimi anni possa esser fatta una riforma ancora più dura di quella che fu la Fornero.
“Penso che dovremmo premiare chi resta a lavoro più a lungo. Con l’allora ministro Roberto Maroni facemmo il super bonus e sarebbe ora di riprovarci. Ma non si può pure penalizzare chi vuole andarsene. Invece mi pare sia in arrivo una Fornero bis ancora più dura”. Come se ne esce? “Dicendo la verità e smettendo di giocare con le pensioni e creando occupazione. Se continuiamo con l’assistenzialismo e a far circolare notizie che spaventano l’Europa rischiamo sul serio” conclude Brambilla.
Dura la reazione di Salvini che avvisa il governo: “Se qualcuno pensa tra i banchi del Pd di tornare alla legge Fornero faremo le barricate dentro e fuori dal Parlamento, perché alla legge Fornero non si torna per quello che mi riguarda”.

Tridico: “Il sistema per ora è sostenibile”

“L’ultimo bilancio dell’Inps pre-Covid vede 16 milioni di pensionati, 23 milioni di lavoratori. Quindi il rapporto tra lavoratori e pensionati è 1,47. Non è un cattivo rapporto – ha detto il presidente dell’Inps Tridico. Ma il numero di lavoratori è esiguo rispetto ad altri Paesi”.
Un altro problema è che in Italia ci sono “2-3 milioni di lavoratori in nero che non pagano i contributi e non partecipano alla sostenibilità del sistema pensionistico. Comunque la sostenibilità finanziaria è assicurata, meno la sostenibilità sociale”. Il sistema pensionistico, ha concluso, ”è rigido perché legato a coefficienti dell’aspettativa di vita che non sono individuali” ma sono il risultato di medie.

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