Aga Khan IV, il principe che ha creato la Costa Smeralda e riscritto il turismo di lusso

Aga Khan IV, il genio dietro la Costa Smeralda, ha unito lusso e strategia. Un'eredità tra jet privati, filantropia e un impero miliardario

Pubblicato: 5 Febbraio 2025 13:12

Francesca Secci

Giornalista

Giornalista pubblicista con esperienza in redazioni rilevanti, è specializzata in economia, finanza e geopolitica.

Si è spento a Lisbona all’età di 88 anni Shah Karim al Hussaini, meglio noto come Aga Khan IV, il principe che ha trasformato un pezzo di Sardegna in un parco giochi per paperoni in cerca di esclusività. È stato il creatore, il demiurgo della Costa Smeralda. La notizia della sua morte è stata diffusa dalla sua fondazione, che ha comunicato la scomparsa avvenuta in serenità, circondato dai familiari. Un uomo che ha saputo muoversi tra salotti dorati e operazioni finanziarie con la stessa disinvoltura con cui i suoi ospiti sfilavano sulla Promenade du Port a Porto Cervo. Lusso, affari e strategia: il pacchetto completo.

Il Consorzio Costa Smeralda ha salutato il suo creatore con un tributo lapidario ma efficace: “Non abbiamo parole. Solo una: GRAZIE”. Il tributo si è propagato immediatamente, rimbalzando dai jet privati agli editoriali dei giornali. Il primo ministro canadese Justin Trudeau lo ha definito “un leader globale straordinariamente compassionevole” e “un grande amico”.

L’Aga Khan IV è stato un genio del posizionamento: un imprenditore che ha saputo capitalizzare il concetto di esclusività e venderlo con un’aura di raffinata filantropia. Più che un leader, un maestro nel creare un marchio che ancora oggi fa sognare. Il suo lascito va ben oltre i miliardi. Ha riscritto le regole del turismo d’élite, ha imposto un nuovo standard di esclusività e ha insegnato al mondo che lusso e ambiente possono convivere. La Costa Smeralda, i cavalli da corsa, i palazzi, le fondazioni benefiche: ogni tassello della sua vita è stato studiato con precisione.

Aga Khan, un misterioso impero finanziario tra lusso e investimenti

Il suo conto in banca è un rebus da miliardari. Le stime ballano tra gli 800 milioni e i 13 miliardi di dollari. Un impero costruito su turismo di lusso, immobili e cavalli da corsa. Jet privati, yacht da 200 milioni e una manciata di passaporti, il tutto gestito con la nonchalance di chi sa che la vera ricchezza non è ostentazione, ma potere.

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L’Aga Khan IV davanti a una finestra con vista sulla Costa Smeralda.

La Costa Smeralda e la visione imprenditoriale

Negli anni Sessanta ha preso una fetta di Sardegna e l’ha trasformata in un palcoscenico per il bel mondo. Ha acquistato così 5.000 acri di terreni costieri, assemblato una squadra di imprenditori e dato vita a una delle operazioni immobiliari più redditizie del Mediterraneo. Qui non si parla solo di alberghi e ville da sogno, ma di una strategia di marketing che ha reso la Costa Smeralda un simbolo di esclusività assoluta.

Karim Aga Khan con la sorellastra Yasmin a bordo di uno yacht in Costa Smeralda nel 1968.

Sei i soci fondatori, tra cui il Principe stesso, Patrick Guinnes e altri nomi del jet set internazionale. Ma il colpo di genio è stato coinvolgere quattro pezzi da novanta dell’architettura: Luigi Vietti, Jacques Couëlle, Michele Busiri Vici e Antonio Simon Mossa. La visione era quella di vivere sì nel lusso ma senza massacrare la natura, perché lo sfondo da cartolina non doveva essere contaminato.

Non era solo un imprenditore, ma un visionario che ha pensato sul lungo periodo: niente colate di cemento, solo costruzioni che si mimetizzano nel paesaggio. Il terminal dei voli privati all’aeroporto di Olbia è stato il tocco di classe per chi preferiva atterrare direttamente in paradiso.

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L’Aga Khan in posa davanti a Porto Cervo negli anni ’60.

Negli anni ’70, la Costa Smeralda di Aga Khan era il set perfetto per una vacanza da film: yacht, champagne e il jet set romano e milanese che si rilassava tra mare cristallino e ville da sogno. Ma come in ogni grande sceneggiatura, arriva il colpo di scena.

Nell’estate del 1978, la Costa Smeralda si tinge di noir con un giallo reale. Sull’isola di Cavallo, in Corsica, il principe Vittorio Emanuele di Savoia si ritrova al centro di una sparatoria che finirà con la morte del giovane tedesco Dirk Hamer. Un dramma degno di un thriller internazionale, ambientato nel cuore dell’olimpo del lusso. Accusato di omicidio, il principe fu assolto nel 1991, ma la vicenda rimane una delle pagine più oscure dell’élite che frequentava il paradiso dorato dell’Aga Khan.

Nel tempo, la proprietà della Costa Smeralda è passata attraverso diverse mani tranne che ai sardi. La holding è stata successivamente ceduta a società americane come Sheraton/Starwood e Colony Capital.

Attualmente, il Consorzio Costa Smeralda è di proprietà del Qatar, che l’ha acquisita nel 2012 per circa 750 milioni di euro. Al momento, recenti indiscrezioni indicano che il gruppo Lvmh, guidato da Bernard Arnault, sia in trattative avanzate per rilevare l’intera area, inclusi hotel, porti e campi da golf. Al momento, non è stata ufficializzata alcuna vendita.

Non solo imprenditoria, ma anche operazioni benefiche

Il passaporto del Principe Aga Khan diceva cittadino del mondo e il suo portafoglio confermava. Lavorava tra Europa, Africa, Asia e Stati Uniti, gestendo un colosso finanziario capace di coniugare opulenza e altruismo. Il suo tocco era quello di un giocatore di scacchi: muoveva miliardi tra ospedali, scuole e fondazioni benefiche.

Fonte: IPA
L’Aga Khan IV mentre ritira il premio Andrew Carnegie per la filantropia al Parlamento scozzese nel 2005.

Nel nord est della Sardegna era semplicemente “il Principe”, colui che ha trasformato una costa selvaggia in un’oasi per super ricchi, senza però svenderne l’anima. Come ha ricordato l’ex sindaco di Olbia Giampiero Scanu, “non era un investitore disposto a spalmare cemento in lungo e in largo, ma un imprenditore illuminato e precursore di una nuova pedagogia ambientale”.

Forse in pochi sanno che nel 1963, Aga Khan ha fondato anche la compagnia aerea Alisarda, poi evoluta in Meridiana, con l’obiettivo di migliorare i collegamenti dell’isola con il resto d’Italia e l’Europa.

Aga Khan discendente di Maometto: chi sono gli eredi

Nato con il lusso cucito addosso, Karim Aga Khan IV non ha mai dovuto preoccuparsi di arrivare a fine mese. Discendente diretto del profeta Maometto e parte della dinastia Qajar, era figlio di Ali Aga Khan e della principessa Tajuddawlah Aga Khan.

La sua famiglia non era solo potente spiritualmente, ma anche economicamente. A soli 20 anni, mentre studiava ad Harvard, ha ereditato il titolo di Aga Khan dal nonno, diventando il 49esimo Imam dei musulmani ismailiti nizariti. Un passaggio di testimone che gli ha spalancato le porte di un patrimonio già enorme, che lui ha saputo moltiplicare con investimenti mirati: tra questi spicca la sua passione per i cavalli.

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Il principe in Italia a bordo del suo yacht nel 1980.

Le sue scuderie hanno collezionato vittorie in ogni angolo del pianeta, con cavalli da corsa leggendari. Il caso più clamoroso è stato Shergar, il purosangue che ha dominato le piste prima di sparire nel nulla in un rapimento in Irlanda nel 1983.

Due matrimoni, quattro figli e una dinastia che ora passa nelle mani del primogenito Rahim. Le sue volontà saranno lette nei prossimi giorni.

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