Stellantis di Cassino, nuovo stop per la fabbrica nonostante l’accordo con il Governo

Lo stabilimento in provincia di Frosinone chiude, dopo l'attività ripresa appena il 28 gennaio: si rischia un mese di stop, nonostante il Piano Italia presentato dal ministro Urso

Pubblicato: 8 Febbraio 2025 07:40

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Redazione

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La fabbrica Stellantis di Cassino ha in programma un nuovo pesante stop alle attività. A rivelarlo è la stessa holding ma fonti sindacali temono che si stia per riaprire un periodo nero per la produzione. Lo stabilimento in provincia di Frosinone chiuderà da giovedì 13 febbraio al 24 febbraio, almeno ufficialmente. La scarsa domanda di Alfa Romeo Giulia, Stelvio e Maserati Grecale è il motivo che ha portato all’ennesimo stop per la fabbrica, dopo che era già stato attuato un prolungamento della chiusura natalizia con una produzione di fatto a singhiozzo.

I lavoratori erano tornati in servizio il 28 gennaio dalle vacanze, saltando di fatto quasi un mese. Nei primi sessanta giorni dell’anno in concreto sono poco più di 15 giorni quelli in cui la fabbrica resterà aperta. 

La questione Stellantis di Cassino ha rilievo nazionale perché i sindacati temono che la proposta della holding al Governo, per un pieno rilancio del sito industriale, possa non essere rispettata. Da più parti si vocifera infatti di un prolungamento della sospensione appena annunciata. La fabbrica Stellantis di Cassino potrebbe dunque chiudere fino al 28 febbraio. 

Il piano di Stellantis e l’accordo con il Governo

A fine dicembre 2024 Stellantis aveva assicurato che nei mesi successivi ci sarebbe stata una crescita importante del settore produttivo. Stando alle dichiarazioni del gruppo, non era prevista alcuna chiusura degli stabilimenti in Italia. Nel piano presentato al Governo di Giorgia Meloni, la holding aveva previsto investimenti per 2 miliardi di euro proprio per le fabbriche presenti sul territorio nazionale. 6 miliardi di euro in acquisti, invece, da fornitori che operano in Italia.

Il Ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso aveva annunciato, nell’ambito della presentazione del Piano Italia, investimenti per oltre un miliardo di euro per tutto il settore, facendo uso degli strumenti di politica industriale. Aveva inoltre specificato che l’Italia doveva essere al centro dello sviluppo di Stellantis, rinforzando tra i vari stabilimenti anche quelli nel Lazio.

Stellantis aveva garantito che a Cassino sarebbe arrivato il terzo modello di alta gamma oltre alla nuova Stelvio e alla nuova Giulia, probabilmente anche nelle loro versioni ibride. La preoccupazione crescente per il futuro dello stabilimento di Cassino nasce per i precedenti, a partire dal 2024, legati ai pochi ordini dei modelli in produzione.

I numeri neri di Cassino e del settore

Già da tempo i 2500 dipendenti lavoravano a rotazione nell’impianto, svolgendo le proprie mansioni in un solo turno. Quello mattutino dopo la cancellazione del turno pomeridiano. La produzione ha fatto registrare nel 2024 un calo drastico del 45% rispetto all’anno precedente, piazzandosi come l’anno nero della storia di Stellantis.

Sette anni fa la fabbrica di Cassino aveva 5000 operai, il doppio rispetto ad oggi, e produceva cinque volte il numero della auto attuali. Nel 2024 i dipendenti dello stabilimento in provincia di Frosinone si erano fermati per 60 giorni, facendo leva sul contratto di solidarietà prolungato fino ad aprile di quest’anno.

Il caso Stellantis riguarda in realtà il futuro dell’automotive. Nonostante gli sforzi governativi, sono sempre di meno gli italiani che acquistano autovetture. I numeri di immatricolazioni sono costantemente al ribasso e le vendite sono state quasi del 25% in meno nel 2024. La produzione italiana registra livelli minimi e secondo i sindacati sono migliaia gli addetti senza più cassa integrazione già alla fine del primo trimestre del 2025.

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