Soldi: come comportarsi se la tredicesima non viene pagata

La tredicesima è un diritto di tutti i lavoratori dipendenti. Nel caso in cui non dovesse essere pagata è necessario tutelarsi in fretta, senza lasciar passare troppo tempo

Pubblicato: 17 Dicembre 2018 10:53Aggiornato: 2 aprile 2024 16:00

Pierpaolo Molinengo

Giornalista economico-finanziario

Giornalista specializzato in fisco, tasse ed economia. Muove i primi passi nel mondo immobiliare, nel occupandosi di norme e tributi, per poi appassionarsi di fisco, diritto, economia e finanza.

Dicembre è l’ultimo mese dell’anno: porta con sé le festività natalizie e sotto l’albero, tra i regali, fa capolino la tanto attesa tredicesima.

Per pensionati e lavoratori che prestano servizio nel settore pubblico e privato infatti, è in arrivo una mensilità in più, ovvero un mese in più di stipendio. Ricevere la tredicesima significa per i lavoratori, poter saldare con maggiore serenità le imposte in scadenza nel mese di dicembre, come ad esempio l’IMU. Anche i commercianti attendono trepidanti l’arrivo delle tredicesime, che rappresentano per questa categoria una speranza per incassare fatturati più alti, proprio in vista del Natale e delle spese maggiori stimate per ogni famiglia.

Questa mensilità aggiuntiva viene pagata di solito intorno al Natale: non esiste una data precisa entro cui deve essere corrisposta, a definire data e modalità di pagamento infatti è il contratto collettivo di riferimento.

Cosa accade se la tredicesima non viene pagata

Se il datore di lavoro non ha versato la mensilità in più entro la data indicata dal contratto collettivo, per prima cosa è bene fare un sollecito tramite Pec o raccomandata. In ogni caso, superato il termine previsto per il pagamento, al dipendente spetta non solo la tredicesima, ma anche gli interessi maturati con il ritardo.

Se il sollecito non dovesse sortire gli effetti sperati, il lavoratore può rivolgersi direttamente all’Ispettorato del lavoro e tentare una soluzione conciliativa.

Non è tutto: in caso di mancato pagamento della tredicesima, il lavoratore ha diritto a chiedere le dimissioni per giusta causa. Secondo la normativa vigente infatti, per poter presentare le dimissioni per giusta causa, è necessario che non siano stati corrisposti gli stipendi di due mesi.

Esiste anche la possibilità di dimettersi per giusta causa già dal primo giorno successivo alla data entro cui doveva essere effettuato il pagamento della mensilità, ovvero se il contratto collettivo nazionale giustifica le dimissioni del lavoratore in caso di ritardo nel pagamento dello stipendio.

Cosa fare per evitare di perdere la tredicesima non saldata? In questo caso, è necessario che il lavoratore ne faccia richiesta formalmente entro tre anni dalla data in cui era previsto il saldo della mensilità aggiuntiva.

Mancato pagamento della tredicesima: le sanzioni previste

La tredicesima è un diritto per il dipendente. Nel caso in cui il datore di lavoro non dovesse erogare questa mensilità – e la quattordicesima, nel caso in cui il contratto di lavoro la dovesse prevedere – il lavoratore può richiedere, come abbiamo visto, il licenziamento per giusta causa. Nel caso in cui il sollecito non dovesse essere sufficiente – nemmeno a seguito dell’intervento del sindacato – il dipendente può tutelarsi per le vie legali, in modo che il pagamento della tredicesima possa arrivare.

Nel caso in cui il datore di lavoro non dovesse erogare la tredicesima ad uno o più lavoratori dipendenti può incorrere in una serie di sanzioni. Può rischiare, ad esempio, di perdere le agevolazioni previste dallo Stato, nel caso in cui queste dovessero essere presenti a livello fiscale. Qualora il dipendente dovesse rivolgersi ad un legale e far causa al datore di lavoro per tutelare i propri interessi, l’azienda potrebbe incorrere in ulteriori sanzioni per la propria mancanza.

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