Permessi retribuiti per fare screening oncologici, le novità in decreto

Il dl 159/2025 introduce permessi specifici per chi si sottopone a screening oncologici in orario di lavoro e poteri per i medici aziendali

Pubblicato:

Claudio Garau

Editor esperto in materie giuridiche

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Approvato dal Consiglio dei Ministri, il recentissimo decreto legge n. 159/2025 introduce nuove e importanti regole in tema di sicurezza sul lavoro, ma non solo. C’è spazio anche per disposizioni riguardanti la salute dei lavoratori e, in particolare, la prevenzione di gravi problemi quali i disturbi oncologici. D’altronde il diritto alla salute ha una dimensione universale ed è costituzionalmente garantito. Appositi permessi retribuiti sono, infatti, introdotti grazie a questo testo, insieme a norme specifiche che mirano a prevenire il rischio di infortuni.

Quali screening oncologici sono compresi

Uno degli obiettivi del dl è potenziare la partecipazione dei cittadini agli screening oncologici, peraltro gratuiti e garantiti dal Servizio Sanitario Nazionale. Sono esami di prevenzione, utili a individuare precocemente alcuni tumori prima che si manifestino sintomi. Diagnosticando la malattia in fase iniziale, aumentano le possibilità di cura e soluzione al problema.

Il punto è che nel Paese il numero di questi esami è ancora troppo basso, nonostante i miglioramenti registrati negli ultimi anni. L’articolo 17 del decreto legge è pensato proprio per incrementare il numero di visite senza arrecare un peso al rapporto di lavoro subordinato.

Vengono introdotti permessi retribuiti per coloro che hanno intenzione di sottoporsi agli screening per:

Si tratta dei tre principali programmi di prevenzione oncologica organizzata del SSN.

In particolare, il decreto 159/2025 interviene direttamente sul testo del noto d. lgs. 81/2008, il testo base in materia di salute e sicurezza sul lavoro.

La legge prevede ora che, nel quadro della contrattazione collettiva, possano essere previste specifiche clausole che assegnano ai dipendenti permessi retribuiti per effettuare, nell’ambito dell’orario d’ufficio, i citati screening oncologici a costo zero e senza alcun taglio della retribuzione. È un chiaro modo per integrare la promozione della salute nella sorveglianza sanitaria dei lavoratori.

Nuove funzioni per il medico aziendale

Non solo. Il medico competente aziendale – figura centrale per salute e sicurezza e che già si occupa della sorveglianza sanitaria del personale – avrà un ruolo più attivo e ampio. Sarà responsabile delle attività di informazione e sensibilizzazione dei dipendenti, in modo da sollecitarli alla partecipazione ai programmi di screening.

In questo modo la prevenzione diventa parte integrante della cultura della sicurezza sul lavoro, non più limitata solo alla tutela dai rischi professionali, ma allargata anche alla salute complessiva della persona.

E il decreto potenzia anche il ruolo del medico competente per quanto riguarda i controlli sulla possibile assunzione di alcol e sostanze stupefacenti, psicotrope o psicoattive durante l’attività lavorativa.

La finalità è ridurre il pericolo di incidenti sul lavoro. All’art. 17 del dl 159/2025 si prevede, infatti, che, in caso di ragionevole motivo o dubbio, il medico possa disporre una visita medica di verifica prima o durante il turno di lavoro.

Attenzione però: questa possibilità si riferisce alle attività a elevato rischio di infortuni e alle categorie di lavoratori già sottoposte a sorveglianza sanitaria specifica per la prevenzione di alcol-dipendenza e tossicodipendenze.

Incentivi per le imprese che promuovono la salute

Il decreto in oggetto introduce anche un meccanismo premiale per i datori di lavoro. Nuovi incentivi economici sono, infatti, previsti per le aziende che decidono di fare un passo in più rispetto agli obblighi minimi di legge.

Le imprese che avvieranno programmi di promozione della salute, cioè iniziative aggiuntive rispetto alla semplice sorveglianza sanitaria obbligatoria, potranno ottenere sconti sui premi assicurativi Inail. Potranno dunque ridurre i costi legati alla copertura assicurativa contro gli infortuni e malattie professionali, beneficiando di un ambiente lavorativo più sano, consapevole e produttivo.

In questo quadro, anche le microimprese (quelle con meno di 10 dipendenti) riceveranno un supporto specifico per organizzare al meglio la sorveglianza sanitaria, spesso complessa per le realtà di piccole dimensioni.

Che cosa cambia in concreto per i lavoratori

Quello della prevenzione e cura dei tumori è un argomento denso di implicazioni pratiche nel mondo del lavoro. Si pensi, ad esempio, all’oblio oncologico. Grazie a queste nuove disposizioni la partecipazione agli screening potrà avvenire senza penalizzazioni economiche o organizzative per il lavoratore. Le aziende, a loro volta, avranno la possibilità di migliorare il clima interno e ridurre il rischio di assenze prolungate per malattia, dovute a diagnosi tardive.

Il decreto riconosce che la prevenzione oncologica non è solo un tema sanitario, ma anche sociale e lavorativo. Portare gli screening in azienda significa rendere più facile per i cittadini conciliare tempi di vita e di lavoro, rimuovendo uno degli ostacoli più frequenti all’adesione ai programmi di prevenzione: la mancanza di tempo.

In prospettiva, queste novità normative potrebbero innescare un cambiamento culturale duraturo, portando la prevenzione al centro delle politiche aziendali e contribuendo, al tempo stesso, a migliorare gli indicatori nazionali di adesione agli screening oncologici. È certamente questo l’obiettivo del Ministero del Lavoro e delle istituzioni.

Concludendo, con questo decreto si compie un passo importante verso un modello di lavoro che tutela non solo la sicurezza, ma anche la salute a 360 gradi: un modo concreto per unire produttività e benessere, ben sapendo che occorre investire sulla formazione e che la prevenzione è la prima forma di sicurezza.

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