Secondo una recente indagine realizzata dal Censis per Confartigianato, gli under 35 sono piuttosto sicuri su ciò che cercano nel loro futuro lavorativo: no al posto fisso tradizionale e nella stessa azienda per tutta la vita, ma spazio ad un’attività flessibile e in cui al primo posto vi sono creatività e fantasia. Insomma, i giovani, le generazioni Millennials e Z preferirebbero ruoli con orari flessibili, in cui ogni giornata lavorativa è diversa dalla precedente e nei quali ogni occasione è buona per imparare.
LinkedIn, il celebre social network e rete professionale avente lo scopo di connettere lavoratori di tutto il mondo, avrebbe indicato che la strada da seguire è proprio questa. Lo ha spiegato in particolare Reid Hoffman, non una persona qualunque ma un imprenditore statunitense co-fondatore della piattaforma e persona nota per le sue acute intuizioni sulle tendenze tecnologiche e aziendali. Scopriamo insieme che cosa ha affermato e perché le sue parole potrebbero, in qualche modo, anticipare il futuro dell’occupazione anche in Italia.
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La previsione di Reid Hoffman di LinkedIn sul mondo del lavoro dei prossimi decenni
Se il contratto full time (con eventuali straordinari) fa storcere il naso proprio a quei giovani che, oggi, vorrebbero più spazio per le proprie passioni e la propria vita privata – lo conferma anche una recente indagine condotta da Skuola.net e Gi Group sugli studenti delle scuole superiori – la visione che Reid Hoffman ha del mondo del lavoro dei prossimi decenni sarà gradita.
Egli infatti prevede la fine dei lavori tradizionali da ufficio, con orario che va dalle 9 del mattino alle 17, entro il 2034. Secondo Hoffman, che già in passato ha avuto intuizioni che si sono rivelate corrispondenti a quello che poi sarebbe effettivamente accaduto, il mondo dell’occupazione del prossimo futuro cambierà drasticamente pelle, con una metamorfosi che sarà visibile in primis nei paesi più avanzati e che porterà ad un lavoro caratterizzato da ruoli multipli in più settori diversi.
Non più il ‘lavoro stabile’ per come oggi lo conosciamo, ma la Gig Economy occuperà fette sempre più ampie del mercato e i lavoratori saranno sempre più tendenzialmente impegnati in diversi ruoli allo stesso tempo. Uno scenario che non appare – a ben vedere – inverosimile, vista l’ascesa della modalità di svolgimento dell’attività in smart working e visto il sempre maggiore contributo dell’intelligenza artificiale (pur con qualche critica).
Hoffman, in sostanza, immagina lavoratori perfettamente multitasking, non iper-specializzati in un solo ramo ma quasi ‘camaleontici’ e con tutte quelle soft-skills utili a cambiare velocemente i percorsi professionali – o a svolgerne diversi nello stesso momento.
L’ascesa del modello della Gig Economy
La trasformazione che uno dei cofondatori di LinkedIn vede all’orizzonte, porterà sia nuove opportunità che sfide. Da un lato – spiega Hoffman – il lavoratore potrebbe lavorare in molte diverse aziende nel corso della propria carriera, ma anche in distinti settori, con percorsi professionali ben diversi l’uno dall’altro e in continua evoluzione.
Di conseguenza frequentare corsi di formazione o di aggiornamento sarà sempre più utile a mantenersi appetibili per il mondo del lavoro perché il modello dominante – come accennato – sarà quello della Gig Economy, ossia una nuova forma di organizzazione economica caratterizzata dal lavoro:
- a progetto
- digitale
- on-demand
- freelance
- occasionale
- con più contratti allo stesso tempo
Diversamente da una prestazione continuativa, questo modello garantisce più flessibilità ai lavoratori e alle lavoratrici e la possibilità di conciliazione con impegni diversi, di ambito familiare e non, e un maggior equilibrio con la propria vita privata. Non meno importante, sarà la professionalità, l’abilità e l’esperienza del singolo lavoratore a determinare il suo ‘prezzo’ sul mercato. Un contesto del lavoro del genere, inoltre, allontanerà lo stress e il rischio burnout.
Non a caso, nella Gig Economy, il terreno di incontro tra domanda e offerta di lavoro è quello delle piattaforme digitali e la ‘predizione’ di Hoffman non può che aprire ad una nuova, ulteriore e progressiva espansione di LinkedIn. Qui liberi professionisti, consulenti, studenti, lavoratori part time, disoccupati, impiegati full time e chiunque voglia offrire un servizio ricercato da un privato o da un’azienda potrà facilmente entrare nel circuito della Gig Economy, per offrire le proprie prestazioni e mettere a frutto il proprio know how.
Due esempi pratici
Hoffman ha altresì spiegato che il cambiamento prefigurato aumenterà la produttività e creerà nuove opportunità di lavoro, ma al contempo introdurrà anche incertezze, in contrapposizione con il desiderio di stabilità di non poche persone. Un po’ come dire che al tramonto del lavoro tradizionale dalle 9 alle 17, si contrapporrà in mondo del lavoro sempre più fluido e dinamico, in cui una persona potrebbe avere più rapporti di lavoro contemporaneamente, di durata non illimitata e subito sostituibili ed intercambiabili con altre attività.
Per spiegare meglio il suo punto di vista, il co-fondatore di LinkedIn ha considerato l’esempio di un sviluppatore di software che, in futuro, potrebbe lavorare part-time per una startup tecnologica, ma al contempo fare anche lavori freelance su progetti di sviluppo app e insegnare corsi di coding online.
Al contempo, indica Hoffman, un professionista del marketing potrebbe dividere il suo tempo di lavoro tra consulenze per più aziende, creazione di contenuti per piattaforme di social media e gestione di un negozio online. Basti pensare, ad esempio, allo spazio assunto in questi ultimi anni dall’influencer marketing. Chi si dimostrerà maggiormente abile a gestire più attività allo stesso tempo, più smart e a suo agio con le moderne tecnologie, emergerà in un mondo del lavoro in cui il peso della raccomandazione potrebbe definitivamente svanire.
L’ascesa dell’IA non impedirà i rapporti umani
Come ricorda anche LinkedIn, Hoffman – parlando della sempre maggiore integrazione dell’intelligenza artificiale in vari settori – vede in futuro una società supportata in vario modo dall’IA, ma con i rapporti con gli altri sempre centrali e primari.
Le esperienze umane sono e resteranno fondamentali ed anche un pasto tra colleghi continuerà ad essere qualcosa di molto comune. L’esperienza di spezzare il pane insieme sarà la stessa anche nei prossimi decenni. Ad esempio, mentre l’IA potrebbe occuparsi della gestione delle prenotazioni, dell’inventario o addirittura della preparazione di alcuni cibi, il momento di cenare insieme, di conversare e di godersi l’esperienza condivisa sarà ancora il principale.
Questa è in sintesi la visione di Reid Hoffman, un visionario imprenditore e scrittore che già in passato ci aveva visto lungo, prefigurando l’ascesa dei social network già alla fine del XX secolo, l’avvento della sharing economy e la rivoluzione dell’IA.