Carrefour verso il licenziamento di 95 dipendenti, ma ha carenze d’organico nei festivi

Ci sono "dinamiche di mercato sfavorevoli" alla base dei licenziamenti di Carrefour. Ora la palla passa alla Regione Piemonte

Pubblicato: 17 Novembre 2024 19:05

Mauro Di Gregorio

Giornalista politico-economico

Laurea in Scienze della Comunicazione all’Università di Palermo. Giornalista professionista dal 2006. Si interessa principalmente di cronaca, politica ed economia.

Carrefour ha confermato il licenziamento di 95 dipendenti in cinque punti vendita del Torinese, a Moncalieri, Grugliasco, Collegno, Nichelino e Burolo. Nei centri oggi lavorano in totale 700 persone. Il piano dei tagli della multinazionale francese riguarda quindi quasi un settimo della forza lavoro.

Il piano alternativo proposto dai sindacati è stato respinto dai rappresentanti aziendali. Gli esuberi, già quantificati un mese fa, dovrebbero diventare effettivi entro la fine dell’anno. Ma la notizia è che Carrefour licenzia mentre al tempo stesso soffre carenze di organico.

Le accuse dei sindacati

“Nel verbale della procedura di licenziamento di 95 lavoratori Carrefour dice tutto e il contrario di tutto”, accusa Luca Sanna del sindacato Uiltucs. “L’azienda dichiara che 95 lavoratori sono di troppo dal lunedì al venerdì, ma allo stesso tempo lamenta carenze di organico la domenica”.

Le sigle sindacali hanno proposto a Carrefour di mantenere l’organico, andando ad aumentare i turni domenicali, così da distribuire il lavoro. Ma “Carrefour invece preferisce incentivare le uscite, proponendo a chi accetta di andare via un sostegno economico che andrà a sommarsi alla Naspi. In pratica a pagare il conto di questa politica industriale sarà la collettività. Così non va bene”, aggiunge Sanna.

La questione dovrebbe riguardare ancora una quindicina di dipendenti, dal momento che – come spiega Carrefour – un’ottantina di lavoratori si sarebbe già detti disposti a farsi da parte alle condizioni proposte. Uiltucs però non ci sta: tramite questa soluzione “l’azienda svuota di personale i supermercati. Chi rimane dovrà lavorare di più”, accusa Sanna. La palla passa ora alla Regione Piemonte che dovrà cercare la quadra. Ci sono ancora 30 giorni per trovare una soluzione prima che i licenziamenti diventino effettivi.

La posizione di Carrefour

La multinazionale francese ha fatto sapere che “di fronte a un contesto economico complesso e caratterizzato da una prolungata contrazione dei consumi, Carrefour Italia sta adottando ulteriori misure organizzative al fine di garantire sostenibilità di lungo periodo alle attività sul territorio torinese”. In pratica, i tagli sarebbero necessari per non pregiudicare la permanenza dei supermercati del Gruppo nel territorio.

L’interrogazione parlamentare

Marco Grimaldi, vicecapogruppo di Alleanza Verdi-Sinistra alla Camera, sulla vicenda ha presentato un’interrogazione: “L’azienda lamenta carenza di organico nelle giornate di sabato e domenica, tutto perché non ha accolto la proposta dei sindacati di pagare chi vuole lavorare di domenica o aumentare le ore settimanali ai dipendenti con contratto part-time che lo chiedevano. Invece di incentivare all’esodo – aggiunge Grimaldi – l’azienda investa quelle risorse sui turni domenicali”.

Il precedente

Un anno fa Carrefour aveva richiesto la cassa integrazione per quasi 1.000 dipendenti in Piemonte, 850 dei quali in provincia di Torino. La misura riguardava il 20% delle ore lavorate. “Le dinamiche di mercato sfavorevoli, ormai strutturali, hanno reso necessario un ulteriore intervento con l’avvio di una procedura di mobilità nella provincia”, è la posizione di Carrefour, che ribadisce il proprio impegno “a implementare questo piano in un dialogo continuo con le parti sociali, per individuare soluzioni condivise e sostenibili con l’obiettivo di minimizzare il più possibile l’impatto sociale”.

La speranza è che i 95 licenziamenti prospettati da Carrefour possano seguire lo stesso corso di quelli annunciati dall’azienda Berco, società del gruppo Thyssenkrupp, che ha recentemente ritirato la procedura di licenziamento collettivo che riguardava 480 dipendenti dislocati fra gli stabilimenti di Copparo (Ferrara) e Castelfranco Veneto (Treviso). I sindacati sono al lavoro.

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