La riforma dei concorsi pubblici centralizzati e con graduatorie più scorrevoli

Le nuove regole per i concorsi pubblici prevedono procedure centralizzate, una quota per i diplomati Its e il superamento del limite del 20% per gli idonei non vincitori

Pubblicato: 21 Febbraio 2025 12:31

Mauro Di Gregorio

Giornalista politico-economico

Laurea in Scienze della Comunicazione all’Università di Palermo. Giornalista professionista dal 2006. Si interessa principalmente di cronaca, politica ed economia.

Il ministro della Pubblica amministrazione Paolo Zangrillo lo ripeteva da mesi: la sua riforma dei concorsi pubblici avrebbe cambiato radicalmente il processo di selezione. E così e stato.

Il decreto legge Pa 2025, approvato il 19 febbraio dal Consiglio dei Ministri, introduce tre importanti novità per quanto riguarda i processi di selezione per lavorare nella Pubblica amministrazione, ne vengono rivoluzionati:

Più potere al Ripam

Una delle colonne della riforma dei concorsi pubblici è il maggiore peso della Commissione Ripam (Riqualificazione della Pubblica amministrazione). Tale organismo dovrà organizzare concorsi nazionali, standardizzando le prove e i criteri di valutazione.

Mai più procedure selettive che durano mesi: l’obiettivo di Paolo Zangrillo è quello di tagliare del 30% i tempi medi delle selezioni, contenendo i costi e garantendo l’uniformità delle procedure a livello nazionale.

Attualmente, la media di durata delle procedure concorsuali in Italia si aggira attorno ai 18 mesi. La riforma si applica ai concorsi non ancora banditi, mentre quelli già indetti seguiranno le vecchie procedure.

Per realizzare il progetto, si prevede l’assunzione di psicologi del lavoro ed esperti in risorse umane, oltre che importanti investimenti in nuove tecnologie.

Il Governo punta a coprire il 70% delle nuove assunzioni pubbliche entro il 2027, risparmiando 50 milioni di euro.

Il ruolo degli Its Academy

Gli Its (Istituti tecnici superiori) sono definiti “scuole di eccellenza ad alta specializzazione tecnologica post diploma che permettono di conseguire il titolo di tecnico superiore”.

Il decreto legge Pa 2025 introduce una quota del 10% delle assunzioni in Regioni, Province e Comuni per i diplomati Its. L’obiettivo è quello di aumentare la quota di personale esperto in questioni tecnico-pratiche.

I giovani, assunti a tempo determinato, potranno proseguire il loro percorso professionale dopo aver conseguito la laurea e dopo avere superato un periodo di prova. Chi è interessato, potrà ottenere un contributo economico grazie al progetto Pa 110 e lode.

Gli idonei in graduatoria

Viene eliminata la norma “taglia idonei” per le graduatorie del 2024 e 2025, che era stata introdotta nel 2023. La regola limitava al 20% dei posti a concorso il numero di candidati idonei non vincitori. L’obiettivo era quello di contenere gli effetti del turnover.

Con la sospensione, si prevede un maggiore scorrimento delle graduatorie. Un vantaggio per i candidati idonei, ma anche per la Pubblica amministrazione che non sarà più costretta a ripetere procedure concorsuali già effettuate.

Mobilità volontaria

Il decreto introduce procedure di mobilità volontaria per il 15% dei posti da coprire. La priorità viene data ai dipendenti provenienti da altre amministrazioni in posizione di comando o fuori ruolo.

Il meccanismo è pensato per favorire lo scambio di competenze tra enti diversi, riducendo i costi per le nuove assunzioni e la formazione.

Per i dirigenti è prevista una quota del 15% riservata alla mobilità inter-amministrativa, sulla base di esperienza e performance.

Polizia e Vigili del Fuoco

Vengono autorizzati nuovi concorsi straordinari in polizia e vigili del fuoco, con procedure semplificate per gli accertamenti psico-fisici e attitudinali.

Per restare in tema, si segnala che il 2025 è un anno particolarmente caldo sul fronte dei concorsi pubblici, con migliaia di posti disponibili per vari profili.

 

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