L’aver ottenuto un nuovo lavoro è spesso una valida ragione per essere entusiasti o euforici. Specialmente se le mansioni assegnate sono quelle sempre sognate o se il contatto con i nuovi colleghi è molto positivo, l’esperienza lavorativa inizierà con il piede giusto. Ma attenzione alle leggerezze, alle ingenuità e alle brutte figure. Soprattutto chi è ai primi passi della carriera lavorativa deve o dovrebbe fare attenzione a cosa fare, e a cosa non fare, nelle prime settimane in ufficio.
È questa, infatti, la fase in cui le parti del contratto valutano l’effettiva opportunità di avviare il rapporto di lavoro. Ecco allora quali sono i 5 errori da non fare nel primo mese di lavoro, per evitare che l’esperienza in azienda finisca con netto anticipo.
Indice
Considerare il periodo di prova come una formalità
Se sei stato scelto per l’ottimo curriculum e/o per l’esperienza acquisita nelle mansioni assegnate, non devi pensare di aver già convinto in modo assoluto il tuo nuovo datore di lavoro. Spesso lo si sottovaluta, ma il periodo di prova è una clausola seria del contratto. Serve a te per capire se il lavoro è quello giusto, ma serve soprattutto all’azienda per valutare se sei compatibile con il ruolo.
Ecco perché devi fare molta attenzione alla normativa vigente. L’art. 2096 del Codice Civile stabilisce che durante la prova il recesso può avvenire liberamente, senza obbligo di preavviso e indennità. Tuttavia, se per la prova è stabilito un tempo minimo necessario, la possibilità di recesso non può esercitarsi prima della scadenza del termine.
Se ti prendi troppe libertà, ritardi o sembri disinteressato o fin troppo convinto delle tue abilità, l’azienda potrebbe interrompere il rapporto anche all’improvviso. Non è cattiveria: è la legge.
Fare troppo il “fenomeno” o il “fantasma”
C’è chi, carico di carisma e personalità, arriva e vuole rivoluzionare tutto dal primo giorno, e chi invece, molto più timido e riservato, non apre bocca nemmeno sotto tortura. Ricorda sempre che ambo le strategie sono sbagliate e integrano uno dei tipici 5 errori del primo mese di lavoro.
Meglio osservare, ascoltare, capire i meccanismi aziendali e inserirsi con buon senso e umiltà. Proporre idee va bene, ma con intelligenza: non sei lì per dimostrare che sei il migliore o per sovrapporti agli altri che, come te, hanno esperienza ma un rapporto più lungo con l’azienda. Devi imparare come funzionano le cose e poi, eventualmente, migliorarle, ma pur sempre in un’ottica di condivisione e mai di prevaricazione.
Al contempo, non è una buona idea isolarsi o evitare il coinvolgimento con i colleghi, anche per una semplice pausa caffè. Sono infatti segnali di una scarsa volontà di integrarti in un nuovo contesto lavorativo, che potrebbero essere scambiati per scarsa operosità o apatia.
Fin dalle prime settimane, dovrai quindi cercare di stabilire relazioni positive e collaborare con i tuoi colleghi, anche se le differenze caratteriali non permetteranno di fare amicizia con tutti allo stesso modo. Partecipare attivamente alle attività di team building e socializzare con i colleghi durante l’orario di pranzo potrà aiutarti a creare connessioni significative e a sentirsi parte della comunità aziendale.
Ignorare i tuoi diritti (e i tuoi doveri)
Nel primo mese molti neoassunti pensano: “Non mi lamento, sto zitto e buono”. Ma attenzione: conoscere i tuoi diritti ti protegge. E allo stesso modo, ignorare i doveri può metterti nei guai.
Per esempio, l’orario di lavoro, le pause, il rientro dalla malattia, i permessi: tutto questo è regolato dal Contratto collettivo nazionale applicato all’azienda in cui sei appena entrato. Perciò, farai bene a informarti su quale Ccnl si applica al tuo rapporto di lavoro e leggerlo con attenzione in tutti i suoi articoli. Potrà essere dispendioso e faticoso, ma ti servirà a capire come tutelarti. Inoltre nessuno ti vieta di chiedere chiarimenti all’ufficio risorse umane o al tuo caporeparto.
Parlare male dell’azienda sui social
Oggi essere sul web è assolutamente normale. A tutte le età e in tutte le classi sociali. Ma attenzione a essere troppo disinvolti. Sembra banale, ma capita spesso. Il lavoratore è stressato, pubblica una storia ironica su TikTok o una battuta acida su Instagram e il giorno dopo viene convocato in ufficio per dare chiarimenti. Ecco allora un altro dei 5 errori da non fare nel primo mese di lavoro.
Oggi molte aziende monitorano anche l’immagine online dei dipendenti, anche con un profilo fittizio. Vogliono capire che persone sono anche nella vita privata e nelle opinioni personali. Perciò, se calchi troppo la mano, esageri o addirittura diffami l’azienda, potresti essere accusato di violazione del dovere di fedeltà di cui al Codice Civile o, persino, di lesione dell’immagine aziendale, con conseguente richiesta di risarcimento danni. In breve: pensa prima di postare. Se proprio devi sfogarti, fallo con gli amici e non con i follower.
Non chiedere chiarimenti per paura di sembrare incompetente
Il primo mese è fatto anche per imparare. Nessuna azienda chiede da subito di sapere già tutto delle nuove mansioni. Se ti assegnano un compito che non hai capito e fingi di sapere cosa fare, potresti combinare un disastro.
Un buon consiglio è allora quello di fare domande pertinenti, prendere appunti, dimostra interesse nei vari momenti di attività dell’ufficio. Le aziende apprezzano molto chi è curioso, disponibile e aperto al confronto. E nessuno si aspetta che tu sappia tutto da subito.
E, quando fai tutte queste cose, ricorda che educazione e puntualità non passano mai di moda. Non servono lauree o corsi avanzati per dire Buongiorno e Grazie per salutare quando si esce o per arrivare in orario. Queste piccole cose fanno una grande differenza, soprattutto nei primi giorni, quando tutti ti stanno osservando e vogliono capire chi sei e se con te si può lavorare bene.
Concludendo, il primo mese di lavoro è una specie di biglietto da visita. Ti giochi molto in poco tempo. Nessuno si aspetta la perfezione, ma tutti si aspettano professionalità, rispetto delle regole e voglia di fare. Evita allora i tipici 5 errori del primo mese di lavoro, chiedi feedback, osserva e impara. E ricordati che anche i colleghi, un tempo, hanno fatto il loro “primo mese”.