Bitcoin è crollato. In soli 5 giorni la più importante criptovaluta al mondo ha perso quasi un quarto del proprio valore, passando da alcuni dei valori più alti di sempre a scendere sotto la soglia dei 50mila dollari. Una normalizzazione del valore causata dall’incertezza che si è sviluppata sui mercati a seguito dei dati negativi sull’occupazione americana.
Un altro fattore che potrebbe aver spinto a un calo del valore dei Bitcoin sono i sondaggi sempre meno favorevoli a Donald Trump. L’ex presidente aveva promesso di rivoluzionare la normativa attorno alle criptovalute se fosse stato eletto, creando anche una riserva nazionale. La proposta di riforma aveva riacceso l’interesse sui token spingendone il valore.
Crolla il prezzo di Bitcoin: bruciati 400 miliardi
Dopo un fine settimana molto incerto, all’apertura dei mercati finanziari il prezzo dei Bitcoin è andato sotto ogni previsione. La criptovaluta più utilizzata e famosa al mondo ha perso quasi un quarto del proprio valore rispetto ai picchi delle scorse settimane. Alla fine della mattinata il valore del token si aggira attorno ai 46mila dollari, quando soltanto pochi giorni fa era stabile sopra i 60mila.
Come sempre accade in questi casi, le altre criptovalute hanno seguito l’andamento della più utilizzata e famosa. Il Bitcoin ha trascinato in un calo molto repentino anche Ethereum, che ora galleggia poco sopra i 2mila dollari, soglia psicologica per il token. Anche Solana ha perso circa il 20% del suo valore dall’inizio della giornata. In totale, in tutto il mondo, 400 miliardi di dollari sono fuggiti dal mercato crypto.
Si tratta del primo grande calo delle criptovalute dalla crisi causata dall’aumento dei tassi di interesse. Questo nonostante le prospettive internazionali di politica monetaria vadano verso un alleggerimento delle restrizioni. Ma il crollo dei mercati finanziari e l’incertezza internazionale hanno spinto gli investitori lontani da quello che è ancora largamente considerato come un mercato speculativo.
L’incertezza sui mercati e il valore delle criptovalute
Alcuni fattori stanno causando un serio rallentamento sui mercati finanziari. I primi segnali negativi erano arrivati proprio dal settore della tecnologia. Diverse grandi aziende americane avevano pubblicato pessimi risultati trimestrali, almeno in confronto a quanto atteso dagli analisti. Una circostanza che ha portato al primo crollo in Borsa da quando, con i grandi licenziamenti post pandemia, big tech era tornata ad essere la preferita dei mercati, anche grazie all’hype attorno all’intelligenza artificiale generativa.
Proprio l’IA si è dimostrata però un alleato non affidabile. Di recente alcuni report provenienti da esperti del settore e uno in particolare fatto circolare da analisti della banca di investimento GoldmanSachs hanno messo in dubbio che gli enormi investimenti richiesti da questa tecnologia possano effettivamente fruttare profitti competitivi con la concorrenza di progetti più tradizionali. Il risultato è stato che anche le grandi aziende tecnologiche che hanno rispettato le attese hanno perso in Borsa a causa di un generico allontanamento dei mercati dal mondo dell’intelligenza artificiale.
Infine sono arrivati i dati sull’occupazione americana. Pur non essendo negativi, con 114mila nuovi posti di lavoro generati, hanno causato un lieve aumento della disoccupazione, salita al 4,3%, ma soprattutto erano molto al di sotto dei 175mila nuovi assunti attesi. Quest’ultimo dato ha però causato un vero e proprio crollo in Borsa. Le prospettive di un taglio dei tassi, normalmente apprezzate dai mercati finanziari, sono diventate monito di una possibile recessione americana e molti investitori hanno deciso di rifugiarsi in azioni e investimenti più tradizionali.
Di conseguenza Bitcoin ha iniziato a soffrire già nel fine settimana, bloccando i grandi guadagni anche a fronte di un’ottima notizia come quella di un possibile abbassamento dei tassi. Una maggiore liquidità fa solitamente comodo alle criptovalute che vedono più investitori disposti a tentare di leggere le variazioni dei Token. In questo caso però, i mercati hanno reagito all’opposto, rifuggendo la volatilità e il rischio da sempre associati al Bitcoin e alle altre criptovalute e vendendo in massa sia i token stessi che i prodotti finanziari ad essi associati.
L’impatto dei sondaggi per le elezioni Usa
Le brutte notizie per Bitcoin non arrivano soltanto dall’economia. Se si va a verificare quale fosse l’origine del recente balzo delle criptovalute, uno dei momenti cruciali è stato un comizio del candidato repubblicano alla presidenza degli Stati Uniti Donald Trump. L’ex presidente ha infatti annunciato nei primi 100 giorni di una sua ipotetica amministrazione una riforma profonda delle regolamentazioni che riguardano le criptovalute negli Usa. Tra queste anche l’introduzione di una riserva nazionale che avrebbe fatto diventare l’America la capitale mondiale dei Bitcoin.
Il discorso era arrivato in un ottimo periodo per la campagna elettorale repubblicana. Joe Biden si era da poco ritirato e la successione non era ancora stata definita ufficialmente. La candidatura di Kamala Harris non sembrava avere la forza di spazzare via l’enorme vantaggio accumulato da Trump con il disastroso primo dibattito e di conseguenza le probabilità che il piano per le criptovalute potesse andare in porto erano molto alte. Negli ultimi 10 giorni le cose sono però sono completamente cambiate.
I sondaggi danno Kamala Harris avanti non solo nel voto nazionale, ma anche in tre Stati cruciali per la vittoria finale nel collegio elettorale: Michigan, Wisconsin e Pennsylvania. Anche se i margini sono molto sottili e del tutto all’interno dell’errore, soprattutto in quest’ultimo Stato, alcuni modelli assegnano alla vicepresidente probabilità marginalmente migliori di quelle di Trump per la vittoria finale. Soltanto pochi giorni fa questo scenario sembrava del tutto improbabile.
È quindi venuta meno la circostanza che aveva spinto i Bitcoin così in alto. La presidenza Trump sembra ora molto meno inevitabile di due settimane fa. Di conseguenza anche una possibile svolta nell’utilizzo delle criptovalute negli Usa torna ad essere soltanto una prospettiva. Aggiungendosi all’incertezza dei mercati finanziari e a quella internazionale, con il Medio Oriente in bilico a causa delle crescenti tensioni tra Israele e Iran, i sondaggi sfavorevoli a Trump hanno composto lo scenario perfetto per il crollo del valore dei Bitcoin.