Anche un gesto semplice come la scelta della colomba di Pasqua può rivelarsi particolarmente arduo di questi tempi. Tra prodotti spacciati come tali, ma che in realtà non lo sono, e il fenomeno della sgrammatura, c’è il rischio di fare un acquisto sbagliato e cadere nella trappola delle marche truffaldine. O che comunque sfruttano l’ingenuità dei consumatori, in particolare i più anziani e i disattenti, soprattutto sotto i caotici periodi delle feste, con i supermercati pieni e acquisti speciali da mettere in tavola.
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Truffa della colomba di Pasqua, come sceglierla: attenti alla shrinkflation
Bisogna stare attenti anzitutto alla shrinkflation. Si tratta della scelta delle aziende di indurre il cliente a pensare di aver trovato un’offerta o pagare di meno per un prodotto, ma che in realtà è venduto a prezzi molto più alti. Il procedimento è molto semplice.
Viene creata una confezione in tutto e per tutto simile a quella classica, ma con meno prodotto all’interno. Il peso è ovviamente presente in etichetta, ma quanti di noi effettivamente controllano la grammatura del caffè o il numero di bustine del tè e brioche presenti in un pacco?
L’Unione Nazionale Consumatori ha lanciato l’allarme sull’eccessiva diffusione di questa pratica in questo periodo caratterizzato da rialzi e inflazione. Meglio stare attenti in particolare ad alcuni cibi. Come le mozzarelle da 100 grammi invece che 125, la pasta da 450 o 400 grammi al posto di mezzo kg e, infine, le colombe pasquali.
Il dolce tipico della festa più importante per il mondo cristiano è infatti venduta, quest’anno come non mai, anche in confezioni da 750 grammi, molto simili a quelle classiche da un chilogrammo. Se il prezzo di un prodotto nello scaffale sembra troppo basso o nella norma, controllate sempre quanti grammi sono dichiarati sulla confezione e qual è il prezzo al kg.
È infatti obbligatorio per i negozianti, in base all’articolo 17 del Codice del Consumo, indicare il prezzo per unità di misura per ogni prodotto venduto. Lo ricorda la stessa Unc, che ha chiesto all’Antitrust controlli a tappeto e una pioggia di sanzioni per i furbetti.
Truffa della colomba di Pasqua, come sceglierla: attenti ai prezzi gonfiati
Oltre alla sgrammatura bisogna stare anche molto attenti ai prezzi praticati nei vari punti vendita, che possono dipendere dalle strategie dei singoli negozi per indurre il consumatore a comprare questo o quell’altro prodotto, preferendolo ad altri della stessa categoria.
Prima di procedere con l’acquisto di una colomba pasquale, o di un uovo di Pasqua, dunque, è sempre bene valutarne la convenienza effettiva e non solo quella percepita rispetto o relativa alle alternative che vediamo sullo scaffale, magari controllando online. Anche perché i prezzi quest’anno sono già lievitati a causa della stangata di Pasqua.
Truffa della colomba di Pasqua, come sceglierla: attenti alla denominazione
L’Unione Nazionale Consumatori ricorda anche che non tutte le colombe possono essere definite tali, in base a un decreto del Ministero delle Attività produttive siglato il 22 luglio 2005, che disciplina la produzione e la vendita dei prodotti dolciari da forno, e che è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 1° agosto 2005.
Per avere la definizione di colomba dobbiamo trovarci davanti alle seguenti caratteristiche.
- Prodotto dolciario da forno a pasta morbida ottenuto per fermentazione naturale da pasta acida, ovvero da lievito madre.
- Forma irregolare ovale simile a quella di una colomba.
- Struttura soffice e alveolatura allungata.
- Glassata superiore e decorazione con granella di zucchero e almeno il 2% di mandorle.
Tutti gli altri prodotti, dunque, non sono riconosciuti come vere colombe. Anche se sono sfornati dai più grandi maestri della pasticceria.