Quanto costa ricaricare l’auto elettrica? La differenza fra casa e colonnine elettriche

Scopriamo quanto costa ricaricare un'auto elettrica a casa e alle colonnine: sono ormai in tanti a considerarla il futuro del trasporto privato

Pubblicato: 14 Febbraio 2023 17:06

Alessandro Mariani

Giornalista

Nato a Spoleto, dopo una laurea in Storia e una parentesi in Germania, si è stabilito a Milano. Ha avuto esperienze in radio e in TV locali e Nazionali. Racconta la società, con un focus sulle tematiche ambientali.

Negli ultimi anni la presenza in strada delle automobili green, tra elettriche e ibride, ha registrato un’impennata. Grazie agli sviluppi tecnologici e ai programmi di incentivi pubblici come l’Ecobonus gli italiani hanno iniziato ad avvicinarsi sempre più alla mobilità sostenibile. Se è vero che un veicolo elettrico costa mediamente di più rispetto a uno tradizionale, il suo acquisto viene considerato un investimento a lungo termine ammortizzabile nel tempo, soprattutto in termini di rifornimento. Ma qual è il prezzo di una sua ricarica oggi? Tutto dipende dal tipo e dalla modalità prescelta.

Le modalità di ricarica di un’auto elettrica

Oggi un’auto elettrica può essere ricaricata attraverso tre differenti canali:

I tempi per riportare la batteria a pieno regime con zero emissioni variano ovviamente dalla potenza di corrente, sulla base della normativa di riferimento (IEC 61851-1). La ricarica, mediante gli appositi connettori, può avvenire con le seguenti modalità:

Tutto dipende dai kW, che possono salire progressivamente fino ad arrivare in certe stazioni pubbliche a 350 kW. Le colonnine elettriche possono essere infatti di due tipi:

Ricarica dell’auto a casa e con le colonnine: le differenze

Per quanto riguarda le soluzioni casalinghe, non occorre necessariamente disporre di un grande impianto di energia elettrica per ricaricare: può bastare una normale presa a 3 kW. La modalità di consumo può equivalere a quella di un elettrodomestico, tenendo però conto di tempi necessariamente più lunghi.

L’installazione del Wallbox, che non è altro che una stazione di ricarica privata, rappresenta un costo aggiuntivo ma può essere utile soprattutto nei condomini e nei piccoli nuclei residenziali: si tratta di un semplice contenitore con cavo che permette di monitorare e gestire i consumi con più persone. I tempi di ricarica sono in questo caso da lenti a medi.

Le colonnine elettriche possono essere situate in spazi privati come garage, parcheggi di sedi aziendali e posteggi di attività commerciali. Ma anche in strade, parcheggi pubblici e aree di sosta. Possono essere allacciate alla rete elettrica locale oppure installate da distributori e fornitori di energia che operano nel mercato libero (in questo caso la corrente garantita risulta essere più elevata, portando a ricaricare la batteria in pochi minuti nei veicoli più sofisticati).

Collegare l’auto alla rete domestica o a un Wallbox significa, come detto, andare verso tempi di ricarica decisamente estesi. La forbice è compresa tra le 5 e le 8 ore. Con le colonnine si può rimettere invece in sesto la batteria fino all’80% in un paio di ore. Il punto debole oggi nella diffusione delle macchine green è però nelle infrastrutture di ricarica pubbliche.

Secondo recenti stime ci sono 36.772 colonnine in tutto il Paese. Pianificare un lungo viaggio con l’auto elettrica diventa dunque particolarmente importante: prima di partire è bene capire nel dettaglio le soste necessarie attraverso le varie mappe dei gestori (si possono utilizzare sia programmi online che app per dispositivi mobili). Per questo motivo l’acquisto di un’auto elettrica è consigliabile prevalentemente a chi già dispone di sistemi di ricarica privati, o a casa o nell’azienda in cui si lavora, e quindi sempre facilmente accessibili seppur più scomodi in termini di tempi.

Quanto costa ricaricare un’auto elettrica

Ma prendendo in considerazione la spesa, è più conveniente ricaricare il proprio mezzo tramite il sistema domestico o pubblico? Se il costo della benzina è quantificabile in euro al litro, in un’auto elettrica il costo è legato al rapporto tra euro e kWh. Ed essendo rapportato ai consumi, il prezzo varia chiaramente da vari fattori come:

Non si può poi trascurare il tipo di veicolo e la capacità della sua batteria. Nelle vetture in cui questa garantisce un’autonomia discreta il costo risulta più basso rispetto a quelle che vantano un’autonomia più lunga, tanto da assottigliare le differenze con il rifornimento del carburante tradizionale.

Pur non esistendo un prezzo unico è comunque possibile fare una stima generale. In media nelle colonnine a corrente alternata (fino a 22 kW) si paga tra i 40 ai 72 centesimi al kWh. In quelle a corrente continua (che hanno una potenza maggiore), il prezzo oscilla tra i 45 e i 79 centesimi al kWh. Per fare il pieno, quindi, considerando una ricarica di 40 kWh, ci vogliono dai 16 ai 31,6 euro (alcuni gestori di colonnine offrono agli automobilisti dei veri e propri abbonamenti in grado di garantire un certo risparmio). Chi si affida alla propria rete domestica deve invece considerare i contratti stipulati con i vari operatori energetici.

Come chiedere l’Ecobonus

In merito agli incentivi statali, a disposizione degli automobilisti più attenti alla sostenibilità ambientale c’è l’Ecobonus per i mezzi non inquinanti. Sono complessivamente 630 i milioni di euro stanziati dal ministero delle Imprese e del Made in Italy sulla base del piano triennale elaborato dal Governo Draghi.

La misura nel 2023 riduce il prezzo di un veicolo di fascia 0-20 g/km di 5.000 euro in caso di rottamazione, altrimenti lo sconto ammonta a 3.000 euro. È riservata a persone fisiche, imprese di noleggio e car sharing. Come indicato sul portale apposito ecobonus.mis.gov.it, è possibile acquistare:

L’iter dell’Ecobonus, disponibile fino all’esaurimento delle risorse, prevede i seguenti quattro step:

  1. Prenotazione: il concessionario/rivenditore registrato alla piattaforma procede con la prenotazione del contributo per ogni veicolo e, in base alla disponibilità del fondo, riceve conferma della prenotazione effettuata.
  2. Erogazione: il concessionario/rivenditore riconosce al suo cliente il contributo tramite compensazione del prezzo di acquisto.
  3. Rimborso: il costruttore/importatore del veicolo rimborsa al concessionario/rivenditore il contributo erogato.
  4. Recupero: il costruttore/importatore del veicolo riceve dal concessionario/rivenditore tutta la documentazione utile per recuperare il contributo rimborsato sotto forma di credito d’imposta.

L’incentivo viene dunque riconosciuto come minor prezzo praticato dal concessionario in fattura al momento dell’acquisto. La sua gestione è affidata a Invitalia, l’Agenzia nazionale per l’attrazione degli investimenti e lo sviluppo d’impresa.

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