Bisognerà vedere cosa cambierà dopo l’insediamento del nuovo governo, a guida Meloni, ma l’Italia ha già un piano per l’inverno. Un piano minuzioso, per affrontare la crisi energetica e ridurre il più possibile il consumo di gas, e, dunque, la nostra dipendenza dalla Russia, da cui prendiamo ben il 40% del nostro gas.
Il piano in questione è quello messo a punto dal ministro uscente della Transizione ecologica Roberto Cingolani, e prevede 3 grandi cambiamenti nelle nostre abitudini:
- 1°C in meno nel riscaldamento di case e edifici commerciali – 19°C per tutti gli edifici, e 17°C per gli edifici adibiti ad attività industriali, artigianali e assimilabili, con 2°C di tolleranza per entrambi
- 15 giorni in meno di riscaldamento in un anno (viene cioè posticipata di 8 giorni la data di inizio e anticipata di 7 giorni la data di fine)
- 1 ora in meno di termosifoni accesi al giorno, secondo le diverse zone climatiche in cui è suddivisa l’Italia.
Come ridurre i consumi e risparmiare in bolletta
Cosa fare per contenere i consumi di gas e i relativi costi in bolletta? Ecco qualche azione semplice quotidiana e davvero alla portata di tutti:
- quando si cucina, abbassare la fiamma del fuoco dopo l’ebollizione
- fare docce più brevi
- avviare lavatrice e lavastoviglie solo a pieno carico
- staccare la spina di apparecchi e dispositivi che non sono in funzione
- non mettere in stand by tv e decoder.
Un’utile alternativa al gas per riscaldarsi è il pellet, per cui è previsto anche uno speciale bonus e qui tutte le altre possibili soluzioni per risparmiare ed evitare di accendere i termosifoni.
Le 6 zone climatiche in cui è divisa l’Italia
Bene, ma quando sarà possibile accendere il riscaldamento quest’anno? Una domanda che sempre più italiani si stanno facendo, visto il brusco calo delle temperature, in particolare al Nord.
Non tutti sanno che da tempo l’Italia è suddivisa in 6 zone climatiche, da A a F, in base alla media delle temperature giornaliere. Questo permette di valutare quale sia il fabbisogno termico per ciascuna area, così da ottimizzare i consumi, le emissioni di CO2 nell’atmosfera e l’impatto economico dell’approvvigionamento energetico:
- Zona A: comuni con gradi-giorno inferiori a 600;
- Zona B: comuni con gradi-giorno tra 600 e 900;
- Zona C: comuni con gradi-giorno tra 901 e 1400;
- Zona D: comuni con gradi-giorno tra 1401 e 2100;
- Zona E: comuni con gradi-giorno tra 2101 e 3000;
- Zona F: comuni con gradi-giorno superiori a 3000.
La zona A è quella con i climi più caldi, cui appartengono ad esempio i Comuni di Lampedusa e Porto Empedocle in Sicilia, mentre la zona F sono le aree più fredde, e cioè i Comuni delle Alpi e alcuni comuni dell’Appenino. Le nuove regole per i condomini: in arrivo multe per chi non le rispetta.
Quando si accende il riscaldamento: le date per zona
Considerata la riduzione di un’ora al giorno per il riscaldamento, e di 15 giorni complessivi in un anno, ecco a partire da quando – e fino a quando – potremo accendere i termosifoni nelle diverse zone:
. Zona A (comprende solo alcune isole come Lampedusa e Linosa): riscaldamento acceso 5 ore al giorno dall’8 dicembre al 7 marzo
. Zona B (comprende alcune isole e aree costiere di Sardegna, Sicilia e Calabria): riscaldamento acceso 7 ore al giorno dall’8 dicembre al 23 marzo
. Zona C (comprende città del Sud come Napoli, Bari e Cagliari): riscaldamento acceso 9 ore al giorno dal 22 novembre al 23 marzo
. Zona D (comprende città come Roma, Firenze, Genova): riscaldamento acceso 11 ore al giorno dall’8 novembre al 7 aprile
. Zona E (comprende diverse aree del Nord e città come Milano, Torino e Bologna): riscaldamento acceso 13 ore al giorno dal 22 ottobre al 7 aprile
. Zona F (località di montagna): nessuna limitazione.
Ecco la tabella con i colori che indicano rapidamente la zona climatica di appartenenza: