Da lunedì 10 gennaio 15 Regioni in zona gialla: chi colpisce di più ora il virus

Una "rapida impennata" nel numero di nuovi contagi, e questa settimana la situazione epidemiologica nel nostro Paese peggiora "sensibilmente"

Pubblicato: 7 Gennaio 2022 22:18

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Redazione

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Una “rapida impennata” nel numero di nuovi contagi, e questa settimana la situazione epidemiologica nel nostro Paese peggiora “sensibilmente”. E’ netta la fotografia scattata dal presidente dell’Istituto Superiore di Sanità Silvio Brusaferro e dal direttore generale della Prevenzione del ministero della Salute Giovanni Rezza commentando i dati del consueto monitoraggio settimanale Covid.

I dati epidemiologici della settimana mostrano che Omicron è una variante estremamente contagiosa ed è bene rallentarne la corsa. “Per questo motivo è necessario mantenere dei comportamenti prudenti e soprattutto affidarsi alla dose di richiamo del vaccino per prevenire le forme più gravi di malattia”, spiega Rezza.

Incidenza e Rt ancora in salita

L’incidenza di casi postivi raggiunge ormai i 1.700 per 100mila abitanti“C’è una fortissima circolazione del virus in tutte le Regioni tranne che nella Provincia autonoma di Bolzano, dove ci sono segnali di una decrescita”, afferma Brusaferro, ricordando che “in molti Paesi le curve epidemiche si stanno impennando”.

In questa settimana sono aumentati ulteriormente in maniera significativa l’incidenza a 7 giorni per 100mila abitanti, salita per la precisione a 1.669 casi, e l’indice di trasmissibilità, che si mantiene costantemente sopra 1, e nel caso dell’Rt calcolato sui sintomatici è fortemente in crescita.

Nel periodo 15-28 dicembre, l’Rt medio calcolato sui casi sintomatici è stato pari a 1,43, in forte aumento rispetto alla settimana precedente e ben al di sopra della soglia epidemica.

Quello proiettato più avanti nel tempo è pari a 1,83, indicativo di una forte crescita nel numero di nuovi casi. Sale anche l’Rt ospedalizzazioni, a 1,30, indicatore di crescita del numero di nuovi casi che richiedono ospedalizzazione. E sopra 1 i casi continueranno ad aumentare.

La situazione negli ospedali

Il tasso di occupazione in terapia intensiva è al 15,1% e in continuo e costante aumento rispetto alle settimane precedenti: il numero di persone ricoverate passa da 1.126 a 1.392, con un incremento relativo del 26%.

Anche il tasso di occupazione in aree mediche a livello nazionale aumenta ed è pari al 20,3%. Il numero di persone ricoverate in queste aree è in aumento da 9.723 a 12.912, con un incremento relativo del 33%.

Chi colpisce il virus di più oggi

Guardando all’incidenza di Covid nelle varie fasce d’età emerge che c’è una crescita soprattutto nella fascia 20-29 anni, con un’incidenza pari a 2.144 per 100mila abitanti, in aumento rispetto alla settimana precedente. Al momento, l’incidenza più bassa si rileva nelle fasce di età superiori agli 80 anni (302) che presentano anche una maggiore copertura vaccinale sia con ciclo completo che con terza dose.

Seguono le fasce 10-19 e 30-39. Ma progressivamente cominciano a essere coinvolte anche le fasce d’età più avanzate, 40-49 anni e 50-59 anni: “Questo è un elemento sui cui porre particolare attenzione e precauzione” avvertono gli esperti.

A livello pediatrico assistiamo a un andamento dei casi Covid in lieve rallentamento nella crescita nella curva dei 5-11enni, ma la curva ha sempre un segno positivo. “E vediamo che le altre curve mostrano un andamento in crescita anche in queste fasce d’età”.

Purtroppo è evidente anche l’impatto sui ricoveri pediatrici: sebbene limitati, i dati mostrano come ci sia necessità di ricovero anche per i bambini e ragazzi in fascia d’età sotto i 19 anni, cosa che nelle altre fasi della pandemia non era avvenuta. Questo sia per via di un virus sempre più contagioso, sia perché questa è la fascia di popolazione ora più esposta perché non vaccinata, motivo per cui è fondamentale procedere subito con la vaccinazione anche dei più piccoli, fino ai 5 anni.

In aumento, evidenziano i dati, anche il trend delle reinfezioni, che conferma i dati che compaiono in letteratura secondo cui “sostanzialmente c’è un rischio di reinfezioni particolarmente elevato in persone che non aggiornano la loro situazione immunitaria con il booster”, segnala Brusaferro.

L’epidemia si trova in una fase delicata e, in assenza di misure di mitigazione significative, è “altamente probabile” un ulteriore rapido aumento nel numero di casi e nelle ospedalizzazioni nelle prossime settimane.

Come contrastare il virus

Alla luce della elevata incidenza e della circolazione della variante Omicron, è necessario il rigoroso rispetto delle misure comportamentali individuali e collettive, ed in particolare distanziamento interpersonale, uso della mascherina, aereazione dei locali, igiene delle mani e riducendo le occasioni di contatto ed evitando in particolare situazioni di assembramento.

Una più elevata copertura vaccinale, in tutte le fasce di età, anche quella 5-11 anni, il completamento dei cicli di vaccinazione e il mantenimento di una elevata risposta immunitaria attraverso la dose di richiamo rappresentano strumenti necessari e indispensabili a mitigare l’impatto, soprattutto clinico, dell’epidemia.

I sistemi sanitari regionali sono letteralmente in tilt: ci vogliono giorni per fare un tampone, e sono molte le città in cui si viene contattati dall’Asl di riferimento con una settimana o più di ritardo anche solo per la quarantena o l’isolamento. Sempre più italiani finiscono con il guarire dal Covid prima ancora di aver fatto un tampone molecolare, Alcuni, avendo fatto un tampone a casa, non risultano nemmeno guariti perché per l’Asl non sono mai risultati malati. E per loro il green pass non si rinnova, quindi i problemi anche organizzativi sono enormi.

L’attuale situazione caratterizzata da elevata incidenza, pari ad oltre 20 volte la soglia dei 50 casi settimanali per 100mila abitanti, non consente più una mappatura dei contatti dei casi (qui le nuove regole per la quarantena, per vaccinati e non).

4 nuove Regioni in zona gialla dal 10 gennaio

Secondo il report ISS, 10 Regioni sono classificate ora a rischio alto, di cui 3 a causa dell’impossibilità di valutazione, e 11 risultano classificate a rischio moderato. Tra queste, 6 sono ad alta probabilità di progressione a rischio alto.

Secondo quanto disposto dal ministro della Salute Roberto Speranza, altre 4 Regioni passano in zona gialla da lunedì 10 gennaio. Si tratta di:

Le 4 regioni, in base ai dati del monitoraggio settimanale esaminati in cabina di regia, si aggiungono agli altri 11 territori – Lazio, Lombardia, Piemonte e Sicilia, Liguria, Marche, Veneto, Friuli-Venezia Giulia, Calabria, Province autonome di Trento e Bolzano – che hanno già lasciato la fascia bianca (è stata anche prorogata per 15 giorni la permanenza in zona gialla del Friuli Venezia Giulia e dalla Calabria).

Ricordiamo che dal 10 gennaio scattano anche le nuove regole per il super green pass.

Esplode il “caso calcio”

Intanto, esplode il caso calcio. Il premier Mario Draghi ha chiamato il presidente della Figc Gabriele Gravina perché preoccupato della situazione del calcio alle prese con l’aumento dei contagi. Draghi ha rivolto un invito alla collaborazione, sollecitando la sospensione del campionato o lo svolgimento delle partite a porte chiuse per limitare la diffusione del virus.

Gravina per il momento ha confermato la momentanea sospensione e il rinvio delle gare di serie B e C, ma ha confermato la ferma volontà della serie A di andare avanti (qui quanto spendono i club di serie A per i tamponi).

La Lega Serie A, al termine dell’Assemblea, ha ribadito la fiducia di poter proseguire lo svolgimento delle proprie competizioni come da programma, grazie all’applicazione del regolamento organizzativo approvato ieri dal Consiglio di Lega. Quindi per ora nessun cambiamento nemmeno per Serie A Tim, Coppa Italia Frecciarossa e Supercoppa Frecciarossa.

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