Manca meno di un mese alla fine dello stato di emergenza legato al Covid che ci accompagna ormai da due anni. Complice la bontà della campagna vaccinale, la situazione in Italia non è più emergenziale da tempo. Questo vuol dire che dal 31 marzo, quando scadrà lo stato di emergenza, decadrà anche l’obbligo del Green pass? La crisi ucraina ha fatto passare in secondo piano il coronavirus, ma il dibattito sulla certificazione verde accende il dibattito tra chi è pro e chi è contro. Ecco cosa potrebbe succedere dal 1° aprile.
Green pass addio? Cosa pensa il Governo
Il ministro della Salute, Roberto Speranza, ha spiegato a chiare lettere che superare lo stato d’emergenza non significa essere fuori da ogni vincolo perché il Covid “continua a essere una sfida con cui fare i conti”.
Dello stesso avviso Walter Ricciardi, consigliere del ministro, che in un’intervista al Messaggero ha spiegato che non si deve abbassare la guardia se si vuole impedire al virus di ripartire a ottobre: “In Gran Bretagna hanno eliminato ogni restrizione e adesso i contagi stanno risalendo. I governi europei, dunque, sono avvisati” (anche da noi i contagi hanno ripreso a salire, in almeno 7 Regioni).
Giusto quindi mantenere l’obbligo del Green pass? Per Ricciardi “non ha molto senso all’aperto, ma al chiuso è bene restare vigili”.
Green pass rimodulato, cosa può cambiare dal 31 marzo
Insomma, il certificato verde potrebbe cambiare, tanto che si parla nelle ultime ore di Green pass rimodulato. Ma cosa significa? Dipende da come si svilupperà il dibattito politico, soprattutto sul tema del lavoro. Ancora oggi sono tante le persone – per esempio – che lavorano da remoto: quando però l’esperienza smart working si ridurrà ulteriormente, allora più persone saranno a contatto.
Un tema che spaventa il Ministero della Salute. Ecco allora che l’ipotesi potrebbe essere quella di stilare una sorta di percorso a tappe, indicando la fine progressiva delle restrizioni. L’obbligo del Green pass sul lavoro potrebbe essere esteso almeno fino al 15 giugno, quando terminerà l’obbligo di vaccino per gli over 50. Dunque, dal 31 marzo il Green pass non sarà accantonato, ma appunto rimodulato in base all’andamento della pandemia.
Un’altra ipotesi – al momento al vaglio ma non confermata – è quella che prevede il passaggio al Green pass base per lo svolgimento di attività che oggi richiedono quello rinforzato, mentre la completa abolizione dello stesso per eventi e locali all’aperto.
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Green pass, chi vuole abolirlo da subito
Il Governo di Mario Draghi non vede tra i propri banchi essenzialmente solo Fratelli d’Italia. Il partito di Giorgia Meloni, però, è il più agguerrito sul tema del Green pass. L’ex ministra, infatti, vorrebbe abolire l’obbligo della certificazione verde dopo il 31 marzo: “Non capisco come il presidente del Consiglio possa dire che termina lo stato di emergenza e che si vuole mandare avanti una misura come il Green pass. Se non c’è più l’emergenza non c’è bisogno di dire alla gente che non ha il diritto di lavorare“.
Ma Speranza, già un mese fa, non aveva esitato e aveva di fatto confermato l’estensione del Green pass anche dopo la fine dello stato di emergenza, che non verrà prorogato oltre il 31 marzo 2022 (qui il calendario delle riaperture).
La certificazione verde, al momento, permette comunque di spostarsi su tutto il territorio italiano, con una serie di attività consentite senza Green pass, con Green pass “base” e con Green pass “rafforzato” (qui la tabella).