Torna, purtroppo, il cambio dell’ora: quali vantaggi con l’ora legale tutto l’anno?

Ancora una volta, come ogni fine ottobre, ci troviamo a dover cambiare l'ora e tornare all'ora solare. Ma che senso ha e quanto risparmieremmo invece con l'ora legale permanente?

Pubblicato: 23 Ottobre 2023 15:57

Miriam Carraretto

Giornalista politico-economica

Esperienza ventennale come caporedattrice e giornalista, sia carta che web. Specializzata in politica, economia, società, green e scenari internazionali.

Pronti a dire addio, ancora una volta, all’ora legale? Già, perché il prossimo weekend, alle 3 di notte tra sabato 28 e domenica 29 ottobre 2023, dovremo spostare le lancette dell’orologio 1 ora indietro. Torna infatti l’ora solare: un cambio che ci permetterà di dormire 60 minuti in più domenica mattina, ma che, come sappiamo troppo bene, ci farà perdere un’ora di luce: le giornate infatti dal 29 ottobre si accorciano.

Per chi fa ancora confusione, l’ora legale che anche noi in Italia adottiamo da sempre è la prassi di spostare avanti di un’ora le lancette per sfruttare meglio la luce naturale del sole durante l’estate. Lo scopo dell’ora legale è quello di consentire un risparmio energetico grazie al minore utilizzo dell’illuminazione elettrica. Ma adesso è tempo di ritorno all’ora solare: 1 ora indietro.

Come funziona l’ora legale e solare nei Paesi europei

I Paesi europei hanno introdotto storicamente accordi relativi all’ora legale nel secolo scorso per risparmiare energia, in particolare in tempi di guerra e poi anche durante la crisi petrolifera degli anni ’70. A partire dal 1980, l’Unione europea ha gradualmente adottato una legislazione che pone fine ai diversi cambi dell’ora.

Dal 2001, le disposizioni Ue sull’ora legale sono disciplinate dalla direttiva 2000/84/CE, che stabilisce l’obbligo per tutti gli Stati membri di passare all’ora legale l’ultima domenica di marzo e di ritornare all’ora normale, cioè l’ora solare, l’ultima domenica di ottobre.

Attualmente, nell’Unione europea esistono tre fusi orari standard: l’ora dell’Europa occidentale (Irlanda, Portogallo), l’ora dell’Europa centrale (17 Stati membri, tra cui l’Italia) e l’ora dell’Europa orientale (Bulgaria, Cipro, Estonia, Finlandia, Grecia, Lettonia, Lituania e Romania).

Dal 1996 tutti i Paesi dell’Unione europea, più la Svizzera e i Paesi dell’est Europa, adottano lo stesso calendario per l’ora legale, nonostante le polemiche di alcuni stati membri. Anche il Liechtenstein, Andorra, Monaco, San Marino, Svizzera, Norvegia e Città del Vaticano seguono le stesse regole.

Un discorso a parte riguarda il Regno Unito, che fino al 31 gennaio 2020 ha fatto parte della Ue, seguendone le regole anche in termini di adozione dell’ora legale. Ora, dopo la Brexit e l’uscita dall’Unione, Londra segue ancora le stesse date e modalità, perché deve ancora risolvere la questione relativa all’Irlanda del Nord. Fino all’ottobre 2011 anche la Russia era agganciata a questo sistema di cambio ora, poi è passata a sperimentare l’ora legale permanente, e alla fine ha cambiato idea di nuovo decidendo l’esatto opposto, cioè l’ora solare tutto l’anno.

I vantaggi dell’ora legale tutto l’anno

Da tempo in Europa si discute della possibilità di cambiare tutto. L’abolizione dell’ora solare comporterebbe l’utilizzo dell’ora legale tutto l’anno: in pratica, ci sarebbero meno ore di luce a disposizione in inverno, con uno slittamento in avanti di alba e tramonto, che fornirebbe un’ora di luce in più alla sera, ma anche una in meno la mattina.

Il vantaggio, oltre che l’evidente risparmio energetico (qui quanto consumano gli elettrodomestici: i prezzi all’ora), sarebbe anche che a novembre e dicembre non farebbe buio alle 4.30 del pomeriggio, come succede ora, ma più tardi, e in quelle prime giornate primaverili in cui torna il sole e si inizia a stare fuori di più – prima del cambio ufficiale dell’ora a fine marzo – si avrebbe più luce per stare fuori.

Ora la palla è in mano a Bruxelles, che dovrà decidere se abolire il cambio fra estate e inverno. Nel 2018 il Parlamento Europeo ha delegato a ciascuno Stato membro la scelta se adottare permanentemente l’ora legale o quella invernale.

La consultazione che ha creato scompiglio in Europa

Il 12 settembre 2018, la Commissione europea ha presentato una proposta per porre fine al cambio dell’ora nel 2019 in tutta l’UE, lasciando agli Stati membri la libertà di decidere la propria ora solare.

Il sistema dei cambi semestrali dell’ora è stato sempre più messo in discussione dai cittadini, dal Parlamento europeo e da un numero crescente di Stati membri. La Commissione ha quindi analizzato i dati disponibili, che sottolineano l’importanza di norme armonizzate in questo settore per garantire il corretto funzionamento del mercato interno, dagli scambi commerciali ai trasporti, dall’energia alla salute.

Tra il 4 luglio 2018 e il 16 agosto 2018 sul sito della Commissione europea si è svolta una consultazione pubblica aperta in cui, tra le domande, nel caso di abolizione del cambio orario veniva posta l’alternativa tra il mantenere sempre l’ora solare o il mantenere sempre l’ora legale. La consultazione ha ottenuto 4,6 milioni di risposte, il numero più alto mai ricevuto da una consultazione pubblica Ue.

L’84% di chi ha risposto si è detto favorevole all’abolizione dell’ora legale, non alla sua adozione tutto l’anno, ma – doveroso sottolinearlo – i partecipanti sono stati per quasi due terzi solo tedeschi. La decisione finale spetta ora al Consiglio dell’Unione europea e al Parlamento europeo.

Gli Usa verso l’ora legale tutto l’anno

Intanto, gli Stati Uniti si preparano per un’adozione permanente dell’ora legale. Negli Usa, il 15 marzo 2022 il Senato americano ha approvato il “Sunshine Protection Act”, ancora da ratificare da parte del Congresso americano e del Presidente Biden, che avrebbe dovuto prevedere il passaggio all’ora legale permanente a partire da novembre 2023. Dati positivi sono stati pubblicati in seguito alla temporanea proroga settimanale dell’ora legale nel 2007, volta a risparmiare sui costi energetici.

I dati hanno dimostrato che l’estensione dell’ora legale di 4 settimane negli Stati Uniti ha comportato una riduzione media del 7% delle rapine rispetto ai dati FBI del 2005-2008, con picchi del -27%. Questi risultati sono stati attribuiti principalmente al posticipo di un’ora del crepuscolo invernale, che corrisponde al momento in cui le persone solitamente lasciano il posto di lavoro/scuola (16-17), essendo più esposte a crimini facilitati dal buio. I costi sociali evitati attribuibili alla riduzione dell’incidenza delle rapine è stata stimata fino a 59 milioni di dollari solo per il 2007, con un ulteriore risparmio di 240 milioni di dollari dovuto alla minore frequenza di stupri.

A questi costi sociali evitati va aggiunto il risparmio energetico che ha inizialmente innescato l’iniziativa temporanea statunitense, che – in caso di adozione permanente dell’ora legale – potrebbe essere 20 volte maggiore di quello osservato per l’estensione di 4 settimane del 2007.

Le questioni legate all’impegno dei governi nei confronti del cambiamento climatico e alle strategie di adattamento e mitigazione da promuovere sono evidenti. Tuttavia, gli obiettivi del Green Deal europeo sono diventati più impegnativi a causa la crisi energetica innescata dalla situazione internazionale.

I benefici dell’ora legale permanente

In questo quadro, guardando anche ai benefici attesi su clima e salute, la Società Italiana di Medicina Ambientale (SIMA) aveva lanciato una proposta lo scorso anno all’ex premier Mario Draghi chiedendo l’adozione permanente dell’ora legale in Italia, raggiungendo un approccio trasversale consenso tra i partiti politici e 55mila adesioni di cittadini in 7 giorni su una petizione su change.org.

Data la transizione ormai chiaramente completata da una società agricola a una società moderna, in inverno meno persone soffrirebbero per il ritardo dell’illuminazione solare mattutina, mentre durante il pomeriggio tutti i cittadini e le attività economiche sono pienamente operative, di modo che il bilancio energetico complessivo si tradurrebbe in un minor consumo di elettricità in caso di prolungata luce del giorno invernale.

Come sintetizza bene un gruppo di ricercatori italiani nel loro studio pubblicato su Lancet un anno fa, secondo i dati ufficiali forniti da TERNA, l’Agenzia Italiana per l’Energia, negli ultimi 7 mesi del 2022 sono stati risparmiati 420 milioni di kilowattora di energia elettrica grazie all’ora legale, corrispondenti a 190 milioni di euro, prima dei picchi dei prezzi del gas (qui gli elettrodomestici che, se tenuti accesi, consumano di più).

Negli ultimi quindici anni, il minor consumo di elettricità legato all’ora legale è stato calcolato in 10 miliardi di kilowattora, per un totale di 1,8 miliardi di euro risparmiati.

Il mantenimento dell’ora legale tutto l’anno in Italia genererebbe almeno 500 milioni di euro di risparmio energetico annuo e un taglio delle emissioni clima-alternate stimato in 200mila tonnellate di CO2 ogni anno. Questo beneficio corrisponde a 6 milioni di alberi appena piantati all’anno, considerando che ogni albero assorbe 10-30 kg di CO2/anno, precisano gli autori dello studio, con conseguenze positive sulla salute umana.

Ulteriori benefici per la salute sono attesi dalla riduzione delle polveri sottili prodotte dagli impianti di riscaldamento e dalle auto, utilizzati più frequentemente quando fa buio. In questo modo, l’Italia potrebbe parzialmente bilanciare la ritardata uscita dal carbone e la riattivazione delle sue più grandi centrali elettriche a carbone a causa della scarsità di gas.

Inoltre, le persone non avvertirebbero il disagio dovuto al doppio passaggio dall’ora solare all’ora legale, cioè perdita di ore di sonno, rivalutazione del ritmo circadiano, ecc., ritenuto molto negativo dall’84% dei cittadini nella consultazione pubblica.

Per quanto i ricercatori precisino che non sono comunque, almeno non ancora, disponibili dati conclusivi sugli effetti negativi sulla salute legati all’ora legale, se presenti, soprattutto nei Paesi con fuso orario unico, è evidente come il nostro governo, così come gli altri Paesi Ue, dovrebbe assolutamente prendere in considerazione l’estensione dell’ora legale tra le misure da adottare per risparmiare sui costi energetici.

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