Brutte notizie per chi si sposta con bus, tram e metro. Lunedì 1° aprile 2025 è in programma uno sciopero nazionale dei trasporti pubblici che rischia di mandare in tilt le principali città italiane. Lo stop durerà 24 ore e riguarda il trasporto pubblico locale in tutta Italia.
Dietro la protesta ci sono i soliti nodi mai sciolti: il rinnovo del contratto nazionale di lavoro, fermo da mesi, e il mancato rispetto degli accordi presi con le aziende. A incrociare le braccia saranno migliaia di lavoratori del settore, esasperati da una trattativa che non porta risultati. Ecco cosa succederà e chi rischia di restare a piedi.
Chi si ferma il 1° aprile?
Lo sciopero del 1° aprile, il primo annunciato dopo il fitto calendario di marzo, coinvolgerà autobus, tram, metro e servizi extraurbani in tutte le principali città italiane. Sarà una giornata difficile per chi si sposta con i mezzi pubblici: il rischio è quello di lunghe attese alle fermate e corse cancellate.
Come sempre, ci saranno le solite fasce di garanzia per salvare (almeno in parte) i pendolari: i mezzi circoleranno nelle prime ore del mattino e a fine pomeriggio. Gli orari esatti variano da città a città, quindi meglio controllare i siti delle aziende di trasporto locale prima di uscire di casa.
Le ragioni della protesta
Filt Cgil, Fit Cisl, Uiltrasporti, Faisa Cisal e Ugl Fna hanno proclamato la protesta dopo che l’ultima trattativa con il governo si è chiusa senza nessun risultato concreto. Il nodo centrale è il rinnovo del contratto nazionale, fermo al palo da troppo tempo. I sindacati parlano chiaro: i lavoratori dei trasporti pubblici meritano condizioni dignitose, stipendi adeguati per scongiurare il lavoro povero e regole certe, tra cui quelle per la sicurezza.
“Continuiamo a rivendicare la piena validità e operatività delle intese contrattuali sottoscritte senza ulteriori verifiche e condizioni”, spiegano le organizzazioni sindacali. E minacciano:
Il mancato adempimento di quanto previsto non può che tradursi in una fase di mobilitazione che dovremo continuare a mantenere fino a quando parti datoriali e istituzioni onoreranno gli impegni presi.
Secondo i rappresentanti dei lavoratori, il settore “ha bisogno di un profondo rinnovamento e anche le aziende devono assumersi la responsabilità di fare impresa, che comporta degli oneri di cui devono essere consapevoli e rispettare gli impegni assunti nel percorso di rinnovo contrattuale”. Cosa che al momento non c’è e di cui tutti i lavorano hanno invece diritto.