Sciopero generale del 28 novembre contro la Manovra economica, le richieste

L’Usb annuncia uno sciopero generale di 24 ore per tutti i settori contro la Manovra 2026 e contro il governo Meloni per pensioni e salari

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Giorgia Bonamoneta

Giornalista

Nata ad Anzio, dopo la laurea in Editoria e Scrittura e un periodo in Belgio, ha iniziato a scrivere di attualità, geopolitica, lavoro e giovani.

Una nuova lunga giornata di sciopero è prevista per il 28 novembre 2025. Si tratta di una chiamata per lo sciopero generale contro la Manovra 2026, definita una “finanziaria di guerra”. A proclamare il blocco di 24 ore è l’Usb (Unione Sindacale di Base).

La mobilitazione dovrebbe interessare tutti i settori pubblici e privati e punta a contestare le misure del governo Meloni su pensioni, salari e spesa pubblica. Il 1° novembre sarà approvata la data definitiva dello sciopero durante l’assemblea nazionale dei delegati, ma il sindacato ha già avviato la macchina organizzativa.

Sciopero generale del 28 novembre: orari e settori coinvolti

L’Unione Sindacale di Base prevede uno stop di 24 ore per il prossimo 28 novembre. I settori coinvolti saranno molteplici, al pari delle mobilitazioni che hanno scosso l’Italia ai primi di ottobre, sfociando nel maxi sciopero del 4 ottobre.

Si fermeranno i lavoratori di:

Sono quindi attesi disagi nazionali su treni, bus e servizi pubblici locali, anche se l’elenco ufficiale delle sigle aderenti sarà reso noto solo nei prossimi giorni.

Il sindacato ha chiarito che l’astensione sarà accompagnata da presidi e manifestazioni locali, in attesa della conferma di una mobilitazione nazionale per sabato 29 novembre, che dovrebbe coinvolgere anche movimenti sociali e realtà indipendenti.

Le motivazioni dello sciopero

Alla base della proposta di un nuovo sciopero generale vi è la critica all’impianto complessivo della legge di Bilancio. La Manovra 2026, infatti, è stata definita una “finanziaria di guerra” per via dei miliardi destinati alla spesa militare, ma anche per tutto ciò che manca.

Il sindacato è critico sull’aumento dell’età pensionabile a partire dal 2027 e su altre misure giudicate insufficienti sul fronte salariale. L’Usb chiede quindi una revisione dei contratti collettivi e l’introduzione di un minimo salariale di 2.000 euro netti al mese, denunciando che negli ultimi trent’anni la perdita del potere d’acquisto è continuata ad aumentare.

Nel mirino anche le politiche sulla spesa pubblica, che il sindacato definisce “ipocrite”. Gli interventi sotto la lente di ingrandimento sono quelli voluti fortemente dal governo. L’Usb accusa l’esecutivo di favorire banche e industria bellica invece di sostenere casa, sanità e servizi essenziali.

La proposta di Usb per novembre

Nella nota ufficiale, l’Usb parla di una “piattaforma unitaria contro la finanziaria di guerra del governo Meloni”. Invita così alla costruzione di un fronte comune con i movimenti sociali e gli altri sindacati di base.

Dopo lo sciopero del 28, è prevista per il 29 novembre una manifestazione nazionale per rilanciare la pratica del blocco come forma di protesta sociale. Tra i temi anche quelli della “pace giusta” in Palestina, dell’autodeterminazione della popolazione palestinese e del coinvolgimento italiano nel conflitto e nella fase di “ricostruzione”.

Intanto il Garante degli scioperi ha aperto un procedimento sulla mobilitazione del 3 ottobre, ma i sindacati di base, tra cui l’Usb, annunciano che la protesta andrà avanti.

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