Studenti fuori sede, agevolazioni per ridurre i costi: mense, trasporti e alloggi

Chi studia lontano da casa nel 2025 può risparmiare con borse di studio, sconti su trasporti e mense, agevolazioni sugli affitti e riduzioni sulle tasse universitarie

Pubblicato: 17 Marzo 2025 07:00

Francesca Secci

Giornalista

Giornalista pubblicista con esperienza in redazioni rilevanti, è specializzata in economia, finanza e geopolitica.

Studiare lontano da casa comporta spese extra significative tra affitto, pasti e spostamenti. Fortunatamente nel 2025 sono attive diverse agevolazioni per aiutare gli studenti fuori sede a ridurre questi costi, specialmente per chi proviene da famiglie con Isee basso. Dalle mense universitarie ai trasporti pubblici scontati, fino alle soluzioni abitative agevolate e alle borse di studio regionali, ecco le principali misure per risparmiare e come richiederle.

Pasti universitari a prezzi agevolati in mensa

Pranzare e cenare in mensa universitaria è una delle prime strategie di risparmio per uno studente fuori sede. Gli enti per il diritto allo studio di ogni regione (come Dsu, Ersu, DiSCo, ecc.) gestiscono mense universitarie e locali convenzionati che offrono pasti completi a tariffe calmierate. In pratica, lo studente paga un prezzo simbolico per un pasto bilanciato (primo, secondo e contorno), molto inferiore ai costi di un pasto al ristorante o a casa.

L’entità dello sconto può dipendere dal reddito (Isee): gli studenti con Isee più basso o beneficiari di borsa di studio ottengono le tariffe minime, talvolta con pasti gratuiti o ulteriormente scontati. Ad esempio, gli studenti con Isee basso possono accedere a pasti scontati nelle mense universitarie pagando solo pochi euro. Questo aiuto, attivo in tutte le regioni, garantisce un’alimentazione adeguata senza gravare troppo sul budget studentesco.

Trasporti pubblici: abbonamenti scontati e bonus dedicati

Un’altra voce di spesa importante per chi studia lontano da casa è il trasporto. Nel 2025 sono disponibili sia incentivi statali sia agevolazioni locali per ridurre il costo degli abbonamenti a bus, metro e treni.

Inizialmente rivolto a tutti gli under 20.000 euro di Isee, dal 2024 quello che era il bonus trasporti è stato integrato nel programma Carta Dedicata a te a supporto delle famiglie in difficoltà. Ciò significa che viene caricato automaticamente su una carta per i nuclei familiari aventi diritto, semplificando l’accesso all’agevolazione.

Accanto al bonus statale, molte regioni e comuni offrono abbonamenti agevolati per studenti. Ad esempio, la Regione Campania garantisce l’abbonamento gratuito al trasporto pubblico agli studenti dagli 11 ai 26 anni.

Allo stesso modo, il Comune di Roma propone un abbonamento annuale urbano a soli 50 € per i giovani sotto i 19 anni (valido su bus, tram e metro fino al 2026).

In altre aree d’Italia troviamo iniziative analoghe: il Friuli Venezia Giulia ha bonus regionali per gli under 26, il Piemonte ha introdotto un contributo di 100 € sul costo dell’abbonamento per gli studenti universitari, mentre città come Firenze offrono abbonamenti annuali urbani a prezzo fortemente ridotto (50 €) per incentivare l’uso dei mezzi.

In ogni caso, bisogna informarsi presso la propria regione o città: spesso gli enti locali pubblicano bandi o convenzioni che permettono agli studenti di viaggiare spendendo molto meno rispetto al normale.

Alloggi universitari e contributi affitto per fuori sede

La voce di spesa più pesante per uno studente fuori sede è l’alloggio. Per alleviare il costo di affitti e bollette esistono diverse agevolazioni nel 2025. In primo luogo, gli enti regionali per il diritto allo studio mettono a disposizione posti letto nelle residenze universitarie (studentati) a canoni calmierati.

Chi risulta idoneo nei bandi (tipicamente in base a reddito e merito) può ottenere un alloggio in camera singola o doppia in questi dormitori pagando un affitto simbolico. Spesso gli studenti borsisti fuori sede hanno diritto al posto alloggio gratuito o, se i posti sono esauriti, a un contributo affitto in denaro di qualche migliaio di euro per aiutare a pagare una stanza sul mercato privato.

La Legge di Bilancio 2025 ha anche incrementato di 1 milione di euro il fondo nazionale per gli alloggi universitari destinati a studenti fuori sede con Isee inferiore a 20.000 €, segnale della volontà di ampliare l’offerta di residenze e posti letto.

Per chi prende una casa o una stanza in affitto, esistono ulteriori vantaggi fiscali. È confermata anche per il 2025 la detrazione del 19% del canone di locazione pagato da studenti universitari fuori sede, fino a un massimo di 2.633 € annui (cioè un rimborso fiscale fino a circa 500 € per anno).

Questa detrazione, da richiedere in dichiarazione dei redditi, spetta rispettando alcuni requisiti: l’università dev’essere distante almeno 100 km dal comune di residenza (ridotti a 50 km per zone montane o disagiate), e il contratto deve essere intestato allo studente per un alloggio nella città universitaria o limitrofa.

Inoltre, i giovani under 31 con reddito annuo inferiore a circa 15.500 € possono beneficiare di un’ulteriore detrazione fiscale del 20% sull’affitto pagato (per i primi 4 anni di contratto), fino a un massimo di 2.000 € di sconto all’anno.

Tasse universitarie: no tax area e riduzioni per Isee basso

Oltre a mense, trasporti e alloggi, chi ha un Isee basso gode di vantaggi anche sul versante delle tasse universitarie. Le università pubbliche italiane applicano da alcuni anni la cosiddetta “no tax area”, ovvero l’esonero totale dal pagamento delle tasse d’iscrizione per gli studenti con reddito familiare entro una certa soglia. Attualmente questa soglia si aggira attorno ai 20–22 mila euro di Isee per l’esenzione completa, ma ogni ateneo può estenderla: ad esempio, in molti casi è stata innalzata fino a 27.000 € per venire incontro a più famiglie.

Superata la no tax area, sono comunque previste riduzioni proporzionali: indicativamente, con Isee fino a 30.000 € si ha diritto a sconti decrescenti sulle tasse (dall’80% al 10% a seconda delle fasce di reddito).

In pratica uno studente con Isee medio-basso paga solo una piccola frazione delle tasse universitarie ordinarie, e oltre i 30 mila euro si applica la tariffa piena. Queste agevolazioni, che sono finanziate anche grazie a fondi statali, garantiscono che il costo dell’università sia sostenibile per gli studenti meritevoli di ogni condizione economica, evitando che le tasse diventino un ostacolo al proseguimento degli studi.

Borse di studio regionali: importi, requisiti e come richiederle

La borsa di studio è l’agevolazione più completa per uno studente con difficoltà economiche, perché fornisce un sostegno in denaro e spesso servizi aggiuntivi. In Italia le borse di studio universitarie sono gestite su base regionale tramite appositi bandi annuali: ogni Regione, tramite il proprio Ente per il Diritto allo Studio (chiamato Dsu, Ersu, DiSCo o nomi simili a seconda del luogo), stabilisce criteri di reddito (Isee) e merito per assegnare questi contributi.

Generalmente possono farne richiesta gli studenti con Isee al di sotto di una soglia definita ogni anno dal Ministero. Oltre al requisito economico, è richiesto di solito il superamento di un certo numero di crediti (Cfu) per gli studenti non al primo anno, mentre per le matricole conta il voto di diploma o l’iscrizione in regola.

Gli idonei in graduatoria ricevono un importo variabile in base alla condizione: lo studente fuori sede percepisce la quota più alta perché deve sostenere spese di vitto e alloggio lontano da casa. Spesso la borsa di studio comprende anche servizi: esonero totale dalle tasse universitarie, accesso gratuito alle mense e, per i fuori sede, alloggio in residenza universitaria o contributo affitto, come visto sopra.

Come richiedere una borsa di studio

Occorre partecipare al bando pubblicato annualmente dall’ente per il diritto allo studio della propria regione. Solitamente i bandi escono in estate (luglio-agosto) per il successivo anno accademico, con scadenze entro fine agosto o inizio settembre. La domanda si presenta online, attraverso il portale dedicato, inserendo i propri dati, l’Isee universitario aggiornato (da richiedere tramite Dsu all’Inps) e indicando l’eventuale interesse per posto alloggio.

Ogni ente fornisce istruzioni dettagliate sul proprio sito web. Ad esempio, nel Lazio le borse sono gestite da DiSCo Lazio (con portale unico per gli atenei laziali), in Piemonte opera l’Edisu Piemonte, in Lombardia vi è un bando regionale sul sito della Regione Lombardia, in Toscana interviene il Dsu Toscana e così via in ogni area.

In alcune regioni gli enti sono organizzati su base provinciale anziché regionale (ad esempio le Adsu a L’Aquila, Chieti-Pescara e Teramo in Abruzzo, o gli Esu a Venezia, Padova, Verona in Veneto), ma le informazioni sono centralizzate a livello regionale.

Per trovare il bando giusto, il Ministero dell’Università mette a disposizione una mappa interattiva “Trova il tuo bando” dove, selezionando la regione o l’ateneo, si viene indirizzati al sito dell’ente competente.

Una volta presentata la domanda, non resta che attendere la graduatoria: gli studenti idonei riceveranno la borsa secondo le disponibilità finanziarie.

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