Stop agli sprechi, come risparmiare rispettando l’ambiente e pagando meno

Quali sono i metodi concreti per ridurre gli sprechi, risparmiare denaro e contribuire allo stesso tempo alla tutela ambientale senza rinunciare al comfort quotidiano?

Pubblicato:

Alessandra Di Bartolomeo

Giornalista di economia

Giornalista esperta di risparmio, ha maturato una vasta esperienza nella divulgazione di questioni economiche.

Ogni piccolo spreco, sia esso di cibo, di energia o di materiali, ha un doppio costo. A risentirne, infatti, non è solo l’ambiente ma anche il proprio portafoglio. Imparare a vivere in modo più sostenibile è l’obiettivo che ognuno dovrebbe prefissarsi. Raggiungerlo non è difficile da realizzare, basta solo sprecare di meno. Ma come fare?

Quanti rifiuti si producono in Italia e come risparmiare

Dall’ultimo rapporto Rifiuti Urbani prodotto dall’Ispra (edizione 2024) emerge che in Italia sono state prodotte 29,3 milioni di tonnellate di rifiuti solo nel 2023. Si tratta di un aumento dello 0,7%, lo stesso tasso di crescita dell’economia italiana.

Significa quindi che la quantità dei rifiuti che si producono è direttamente collegata ai consumi dei cittadini e spesso ai loro sprechi. È possibile però invertire tale tendenza anche se l’economia cresce seguendo tali accorgimenti:

Produrre meno rifiuti significa per i Comuni un minor smaltimento e ciò si traduce anche in una Tari più bassa per tutti.

Anche fare una differenziata di qualità e riciclare materie prime come i minerali, il legno e il petrolio per produrre nuovi oggetti aiuta a risparmiare risorse e l’Italia su questo fronte è sulla buona strada. Dal rapporto Ispra su citato, infatti, si evince che la raccolta differenziata è al 66,6% mentre i riciclo al 50,8%.

Ridurre la produzione dei rifiuti non è soltanto un vantaggio economico ma anche ambientale. Con la raccolta differenza e l’economia circolare si recuperano, infatti, come abbiamo visto, i materiali e non solo. Si abbattono infatti i costi di smaltimento e si incentivano le pratiche più sostenibili.

Perché ridurre lo spreco alimentare può far risparmiare?

L’ultimo osservatorio Waste Watcher del 2025 sullo spreco alimentare parla chiaro. L’Italia spreca annualmente 1,7 milioni di tonnellate di cibo mentre 8 milioni di connazionali vivono in condizioni di insicurezza alimentare. Tale spreco equivale a 3,4 miliardi di pasti che potrebbero sfamare più di 3 milioni di persone in povertà. Nonostante tra il 2024 e il 2025 vi sia stato un calo, ogni italiano cestina ancora in media 555,8 grammi di cibo alla settimana.

I prodotti che più si sprecano sono quelli a scadenza breve come il pane, i latticini, la frutta e la verdura che da soli valgono circa il 50% dello spreco alimentare generale. I motivi per i quali ciò avviene sono sicuramente:

Infine, per l’errata interpretazione delle scadenze in quanto non si dovrebbe confondere il termine da consumarsi preferibilmente entro con la data di scadenza ovvero da consumarsi entro. Nel primo caso, infatti, il prodotto si può consumare anche dopo la data indicata perché spesso è ancora gustoso e sicuro.

Quali sono gli altri modi per ridurre gli sprechi alimentari

Per risparmiare ed evitare gli sprechi, oltre ai suggerimenti su indicati, sarebbe opportuno non lasciarsi ingannare dalle offerte 3×2 se non si è sicuri di poter consumare il prodotto entro la data di scadenza.

Un altro modo per ridurre lo spreco alimentare è inoltre quello di riutilizzare gli avanzi per creare nuovi piatti avvalendosi dell’aiuto di app come, ad esempio, SuperCook o Baccano.

Anche Too Good To Go e Sprecometro aiutano a risparmiare cibo. Con la prima è infatti possibile trovare piatti o prodotti a prezzi ribassati che altrimenti sarebbero stati gettati via alla fine della giornata mentre con la seconda è possibile monitorare e ridurre lo spreco domestico.

Limitando gli scarti alimentari non si risparmia solo sulla spesa ma si riduce la quantità di rifiuti organici nel sacco dell’umido. Come spiegato, infatti, ridurre la quantità di rifiuti significa anche ridurre i costi gestione che nel tempo potrebbero portare anche a un abbassamento della Tari.

Come ridurre gli sprechi in casa e risparmiare

Lo spreco di energia in casa è un problema presente in molti abitazioni. Molto spesso, infatti, i cittadini ricevono bollette molto alte anche per colpa di dispersioni, elettrodomestici obsoleti o per cattive abitudini.

Per ridurre gli sprechi in casa, la prima cosa da fare è quella di eliminare i consumi nascosti ovvero lo stand-by.

L’Enea (Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, energia e lo sviluppo economico sostenibile) ha infatti spiegato che un singolo dispositivo elettronico può consumare in media, in modalità standby, da 1 a 4 watt a ora. In un giorno, questo può tradursi in un consumo compreso tra 26 a 96 Wh con un impatto diretto sulla bolletta elettrica. Una soluzione a questo problema è quella di utilizzare delle ciabatte multi prese con interruttore in modo tale da spegnere del tutto i dispositivi.

Altri sprechi in casa sono causati dagli elettrodomestici obsoleti. Dallo studio sugli Scenari di consumi elettrici al 2050 dell’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (Ispra) emerge infatti che ad esempio un frigorifero di classe A o A+ può avere un consumo medio di circa 210 kWh all’anno mentre un modello più efficiente come di classe A++ e A++ arriva a consumare circa 150 kWh all’anno e ciò può tradursi in un risparmio significativo in bolletta.

Anche utilizzare male il riscaldamento produce degli sprechi. Per risparmiare in bolletta è fondamentale, come spiega l’Enea, impostare il termostato su valori intelligenti. La regola base è quella di mantenere una temperatura tra i 19 e i 20 gradi quando si è a casa e abbassarla a 16-18 gradi quando si esce o la notte. Per ogni grado in più impostato sul termostato, infatti, i consumi e in bolletta aumentano di circa il 6-7%.

Infine, anche utilizzare delle lampadine poco efficienti produce degli sprechi di energia. Per ridurre questi ultimi e generare un risparmio significativo in bolletta si possono utilizzare le lampadine a Led che consumano fino al 90-95% in meno rispetto a quelle alogene e a incandescenza. Sostituendo, ad esempio, una lampada alogena di media potenza con una a Led ad alta efficienza si possono risparmiare fino a 115 euro nel corso della vita della lampada come spiega Prontobolletta.

Usare meno energia significa produrne di meno per cui si riduce l’inquinamento atmosferico e si risparmiano risorse naturali dato che molte centrali bruciano combustibili fossili come petrolio, gas o carbone generando emissioni di anidride carbonica e altri gas serra che sono responsabili del cambiamento climatico.

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