In Svizzera è stato approvato il referendum sulla “neutralità carbonica”

Non sono previsti divieti diretti sui combustibili fossili, con la riduzione dei gas serra si punta al saldo netto delle emissioni uguale a zero entro il 2050

Pubblicato: 3 Luglio 2023 12:11

Matteo Paolini

Giornalista green

Nel 2012 ottiene l’iscrizione all’Albo dei giornalisti pubblicisti. Dal 2015 lavora come giornalista freelance occupandosi di tematiche ambientali.

In Svizzera, la neutralità climatica è stata sancita come legge. Il 18 giugno, la maggioranza del 59,1% degli elettori ha approvato la nuova legge sul clima, che impone al paese di raggiungere la neutralità climatica entro il 2050. Questo obiettivo sarà realizzato attraverso una graduale riduzione dell’uso di combustibili fossili e una rapida transizione verso le energie rinnovabili.

Trionfo del “sì” nei Cantoni, Ginevra in testa con il 74,5% dei voti

Secondo quanto riportato da SwissInfo, la maggioranza dei Cantoni ha votato a favore della nuova legge sulla neutralità climatica. Ginevra si è posizionata al primo posto con il 74,5% dei voti favorevoli, seguita da Basilea Città con il 73,3%.

Tuttavia, la legge è stata respinta in sette Cantoni: Uri, Svitto, Glarona, Obvaldo, Nidvaldo, Turgovia e Appenzello interno. In particolare, Svitto è il Cantone che ha mostrato la maggior fermezza nel respingere il disegno di legge, con il 57,5% dei voti contrari. Nei Cantoni di lingua italiana, il Ticino e parte dei Grigioni, il “sì” ha prevalso rispettivamente con il 54,8% e il 55,5% dei voti.

La nuova legge mira alla neutralità climatica entro il 2050

La nuova legge renderà vincolante il raggiungimento della neutralità climatica, cioè un saldo netto delle emissioni di gas serra pari a zero, entro il 2050. Si ridurranno le emissioni, ad esempio attraverso la sostituzione dei vecchi impianti di riscaldamento elettrici o alimentati a gas, e per i settori che non possono fare a meno di emettere gas serra, come ad esempio l’agricoltura e gli inceneritori di rifiuti, si useranno tecnologie di prelievo e stoccaggio di CO2.

L’obiettivo sarà la neutralità di emissioni di gas serra entro il 2050: in sostanza, tutto ciò che viene emesso in atmosfera dovrà essere rimosso. Ci saranno aiuti anche per le imprese che investiranno in tecnologie innovative volte a diminuire le emissioni.

La legge sul clima che hanno votato i cittadini svizzeri era una controproposta alla cosiddetta “Iniziativa per i ghiacciai”, lanciata anni fa e che proponeva misure ancora più drastiche per tentare di fermare lo scioglimento dei ghiacciai legato alla crisi climatica.

La Svizzera affronta l’accelerato scioglimento dei ghiacciai alpini

Un nuovo studio pubblicato sulla rivista specializzata “Nature Communications” a giugno 2020, condotto dai ricercatori dell’Università di Erlangen-Norimberga, ha rivelato una drammatica diminuzione dei ghiacciai nella regione alpina. Nel corso di quattordici anni, i ghiacciai hanno perso circa un sesto del loro volume totale. Ciò rappresenta un totale di 22 chilometri cubi di ghiaccio persi tra il 2000 e il 2014, equivalente a uno strato di ghiaccio di oltre mezzo metro che coprirebbe l’intera superficie della Svizzera.

Ciò che rende questo studio particolarmente significativo è che per la prima volta i ricercatori hanno analizzato non solo singoli ghiacciai o aree specifiche, ma l’intera regione alpina nel suo complesso. Utilizzando i dati dei satelliti radar, sono stati in grado di creare modelli tridimensionali della superficie terrestre, che hanno permesso loro di misurare l’estensione, l’altezza e il volume complessivo dei ghiacciai. Le immagini satellitari ottiche hanno fornito ulteriori informazioni per approfondire la valutazione.

Tuttavia, lo studio ha anche evidenziato delle differenze regionali significative nella perdita di ghiaccio. La situazione è particolarmente allarmante in Svizzera, dove i ricercatori hanno riscontrato il maggiore scioglimento dei ghiacciai nell’arco alpino. Gli scienziati avvertono che, se il cambiamento climatico continuerà a progredire a questo ritmo, tra 100 anni in Svizzera rimarranno solo piccole tracce dei ghiacciai.

Un allarme che non può essere ignorato

Secondo le nuove statistiche del 2022, la perdita di ghiaccio dei ghiacciai è stata devastante, con quasi 3000 milioni di metri cubi di ghiaccio persi, corrispondenti a oltre il 6% del volume residuo. Questo ritiro si aggiunge ai peggiori episodi degli ultimi cento anni, insieme a quelli registrati nel 2003 e nel 2011. Un dato sorprendente: se le acque di scioglimento del 2017 fossero state distribuite a ogni famiglia del Paese, ognuna di esse avrebbe potuto riempire una piscina lunga 25 metri!

Dagli anni ’70 al 2003, la superficie dei ghiacciai si è ridotta di un terzo, e il ghiacciaio del Morteratsch detiene il record negativo. Solo nell’estate del 2003, la sua lingua si è ritirata di ben 76 metri. La recessione dei ghiacciai è chiaramente visibile salendo ai rifugi. Un esempio emblematico è quello della capanna Konkordia, costruita a soli 50 metri dal ghiacciaio dell’Aletsch. Oggi, per raggiungerla dal livello del ghiaccio, occorre scalare una scala di ben 150 metri. L’ultima volta che la scala è stata allungata risale a un anno fa. Anche il sentiero per la Capanna Monte Rosa è diventato più difficile. “Era un’escursione piuttosto facile, ma ora devi arrampicarti tra i massi. Questo è un altro motivo per cui il numero di pernottamenti è più che dimezzato”, afferma Walter Josi.

I cambiamenti dei ghiacciai svizzeri nel corso dei millenni

Ventimila anni fa la Svizzera era quasi completamente ricoperta dai ghiacci, sebbene le temperature globali fossero di appena 5 gradi inferiori rispetto alle attuali. Solo 40 anni fa, i ghiacciai alpini avanzavano ancora. Josi ricorda che “nei primi anni ’70 si doveva pagare l’ingresso per raggiungere direttamente il ghiacciaio superiore del Grindelwald attraverso una scala. Più tardi il passaggio diventò gratuito poiché il ghiacciaio, crescendo, si era mangiato la scala”. Nel caso di alcuni ghiacciai, le morene testimoniano di queste brevi fasi più fredde. Nelle fasi più calde, al contrario, i ghiacciai potevano diventare anche molto più piccoli rispetto a oggi. “L’anno scorso il ghiacciaio di Findel (VS) ha liberato dalla propria morsa il ceppo di un albero. Questo mostra quanto in alto potesse arrivare il bosco nei periodi più caldi”, ci spiega Farinotti. Anche molte leggende alpine narrano di ghiacciai che avanzano o retrocedono.

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