COP28, alta tensione sui combustibili fossili. Onu: “Non bastano le buone intenzioni”

La conferenza di Dubai si ferma per il bilancio a metà percorso. Le posizioni restano distanti, divise tra riduzione graduale o eliminazione completa dei combustibili fossili. L'Ue: "Nessuna alternativa alla rapida eliminazione dei combustibili fossili"

Pubblicato: 6 Dicembre 2023 17:40

Alessandro Mariani

Giornalista

Nato a Spoleto, dopo una laurea in Storia e una parentesi in Germania, si è stabilito a Milano. Ha avuto esperienze in radio e in TV locali e Nazionali. Racconta la società, con un focus sulle tematiche ambientali.

La COP28 a Dubai è arrivata a metà strada, con i negoziatori che definiscono il testo chiave da presentare ai ministri. Mentre la pausa di 24 ore offre riflessioni, le tensioni aumentano, soprattutto sulle fonti fossili. I Paesi del Sud richiedono una maggiore finanza climatica e il nodo delle fonti fossili rimane irrisolto: phase-down o phase-out? Gli Stati Uniti e l’Unione Europea spingono per l’eliminazione, ma l’Arabia Saudita si oppone. Un negoziato cruciale per il futuro climatico.

Il commissario dell’Unione europea per l’azione per il clima, Wopke Hoekstra, ha dichiarato che la COP28 deve segnare “l’inizio della fine dei combustibili fossili”, evidenziando l’urgenza di un’eliminazione graduale. Tuttavia, il primo “Global Stocktake” rivela quanto gli Stati siano distanti dagli obiettivi di Parigi, sottolineando quanto siano essenziali azioni concrete e linee guida chiare da parte dei governi. I negoziatori si concentrano sulle misure cruciali da inserire nel documento centrale della conferenza, per correggere il percorso e garantire il ritorno in linea con gli accordi climatici internazionali.

COP28, ONU: “Non bastano le buone intenzioni per combattere il cambiamento climatico”

La COP28 di Dubai è in un “momento di riflessione”, con le parti coinvolte che si fermano per fare il punto sulla situazione. La pausa precede l’ultimo tratto del negoziato, identificato come il più complesso. L’annuncio che il 2023 sarà l’anno più caldo mai registrato aggiunge urgenza alle discussioni, evidenziando la necessità di risultati. Simon Stiell, segretario della Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici, sottolinea che le “buone intenzioni” non sono sufficienti e che occorre un impegno tangibile per ridurre le emissioni. “La chiave ora è separare il grano dal loglio. Se vogliamo salvare vite umane adesso e mantenere l’obiettivo 1,5 a portata di mano, i risultati della COP più ambiziosi devono rimanere al centro dell’attenzione” ha continuato Stiell. “Alla fine della prossima settimana, abbiamo bisogno che la COP consegni un treno ad alta velocità per accelerare l’azione per il clima. Al momento abbiamo un vecchio vagone che sbuffa su binari traballanti, ma gli strumenti sono tutti sul tavolo. Le tecnologie e le soluzioni esistono. È l’ora che i governi e i negoziatori le raccolgano e le facciano funzionare”.

I negoziatori stanno lavorando al testo chiave da presentare ai ministri, affrontando questioni cruciali come la finanza climatica e le emissioni. Sul fronte della finanza climatica, i Paesi del sud richiedono ulteriori fondi, sostenendo che le promesse attuali sono insufficienti per affrontare la crisi. Un punto concordato riguarda le rinnovabili, con l’obiettivo di triplicarle entro il 2030 e raddoppiare l’efficienza energetica. Tuttavia, la sfida principale rimane la drastica riduzione delle emissioni.

COP28 al bivio tra riduzione graduale e eliminazione completa dei combustibili fossili

Il nodo delle fonti fossili aggiunge tensione alle discussioni. La decisione su “phase-down” o “phase-out” (riduzione graduale o eliminazione completa) per le fonti fossili è ancora irrisolta. Stati Uniti e Unione Europea spingono per l’eliminazione, proponendo clausole per i settori difficili da decarbonizzare. Al contrario, l’Arabia Saudita respinge entrambe le formule. La definizione di un accordo su questo fronte sarà cruciale e influenzerà significativamente il futuro delle politiche climatiche.

Mentre le trattative procedono, resta aperta la questione sullo status delle fonti fossili. La contrapposizione tra chi sostiene la riduzione graduale e chi punta all’eliminazione completa genera incertezza. La COP28 è ora al bivio, con l’esito delle discussioni che avrà un impatto significativo sulle politiche ambientali future.

Ue: COP28 sia punto di svolta nella lotta al cambiamento climatico

Il commissario dell’Unione europea per l’azione per il clima, Wopke Hoekstra, ha ribadito con forza la necessità di segnare un punto di svolta storico nella lotta al cambiamento climatico. Durante la conferenza stampa inaugurale della COP28 a Dubai, Hoekstra, ex dirigente del gigante petrolifero Shell, ha dichiarato che la conferenza deve essere il catalizzatore per “l’inizio della fine dei combustibili fossili”. Un appello che riflette il mandato negoziale unanime dei 27 Stati membri europei.

I negoziatori al vertice per il clima hanno presentato una nuova bozza del documento centrale dei colloqui, il primo “Global Stocktake”. Questo stocktake critico esamina l’allineamento degli stati firmatari agli obiettivi dell’Accordo di Parigi del 2015. Tuttavia, le analisi indicano un allontanamento significativo dagli obiettivi, evidenziando la necessità di azioni tempestive e decisive per correggere la rotta. La comunità internazionale ora si trova a una svolta cruciale nel delineare misure efficaci da inserire nel testo chiave della conferenza.

COP28 tra allarmi e proteste degli attivisti per il clima

Nonostante gli sforzi in corso, l’inviata tedesca per il clima, Jennifer Morgan, ha avvertito che senza azioni più incisive “vedremo un aumento della temperatura da 2,5 gradi a 2,9 gradi”. L’amministratore delegato della COP28, Adnan Amin, ha sottolineato che l’obiettivo di 1,5 gradi richiede progressi sostanziali nella riduzione delle emissioni entro il 2030. Come abbiamo visto, il capo delle Nazioni Unite per il clima, Simon Stiell, ha messo in guardia contro la politica del minimo comune denominatore, esortando i Paesi a dare ordini chiari invece di cadere nel punteggio.

Mentre i negoziatori si adoperano per definire le azioni concrete, gli attivisti per il clima manifestano fuori dalla sede della COP28. Sottolineano il livello di frustrazione crescente e la mancanza di ottimismo riguardo agli sforzi attuali. I manifestanti spingono per un’eliminazione completa dei combustibili fossili, definendo l’obiettivo ambizioso come l’unico modo per affrontare la crisi del riscaldamento climatico. In questo scenario, la COP28 emerge come un banco di prova cruciale per la volontà dei governi di agire con determinazione per garantire un futuro sostenibile.

COP28, il 50% del PIL globale dipende dalla tutela della biodiversità

Un’analisi del Boston Consulting Group evidenzia che la tutela della natura è cruciale, poiché il 50% del PIL globale, oltre 40.000 miliardi di dollari annui, dipende direttamente da essa. La COP28 a Dubai è al centro di discussioni sulla connessione tra salute umana e cambiamento climatico, con la proposta di istituire la “Giornata della salute”. Secondo il Paulson Institute, sono necessari investimenti annuali di 700 miliardi di dollari fino al 2030 per promuovere la biodiversità.

Entro il 2050, il 46% del PIL globale sarà influenzato da regioni ad alto rischio idrico, con aziende che riportano un potenziale valore di 225 miliardi di dollari legato ai rischi idrici. Gli impatti del cambiamento climatico sulle aziende sono rilevanti, e un sistema energetico basato su fonti rinnovabili può ridurre significativamente danni alle infrastrutture, risparmiando 2.000 miliardi di dollari all’anno.

© Italiaonline S.p.A. 2024Direzione e coordinamento di Libero Acquisition S.á r.l.P. IVA 03970540963