Concordato preventivo, arriva la sanatoria per le partite Iva: quanto costa il nuovo condono

Il Governo ha approvato una sanatoria molto conveniente per le partite Iva che aderiscono al concordato preventivo biennale

Pubblicato: 30 Settembre 2024 11:20Aggiornato: 30 settembre 2024 14:54

Matteo Runchi

Editor esperto di economia e attualità

Redattore esperto di tecnologia e esteri, scrive di attualità, cronaca ed economia

La commissione Bilancio e Finanze del Senato ha approvato un emendamento della maggioranza che introduce un ravvedimento fiscale speciale per gli anni tra il 2018 e il 2022. Questa sanatoria sarà riservata alle partite Iva che aderiranno al concordato preventivo biennale e si propone di far emergere una parte del sommerso imponendovi una tassazione molto conveniente e senza nessuna sanzione o interesse.

Stando al testo approvato, che dovrà passare all’esame delle Camere come il resto del decreto legge Omnibus in cui è stato inserito, i contribuenti che aderiranno al concordato preventivo potranno dichiarare tra il 5% e il 50% dell’imponibile precedentemente sommerso, pagandovi un’imposta forfettaria tra il 10% e il 15% senza altri costi, e considerare la propria posizione sanata. L’intervento ha però un costo per il bilancio dello Stato.

Come funziona la sanatoria del concordato preventivo

La maggioranza di governo ha approvato un emendamento al decreto Omnibus, in discussione al Senato attraverso le commissioni competenti, che introduce una sanatoria per le partite Iva che scelgono il concordato preventivo biennale. Potrà aderirvi chi ha accumulato debiti con il fisco tra gli anni 2018 e 2022, ottenendo condizioni favorevoli per sanare la propria posizione.

Una volta attivata, la sanatoria prevede una maggiorazione forfettaria. Chiede cioè a chi ha evaso o eluso tasse in questi 5 anni di dichiarare una parte dell’imponibile evaso. La percentuale varia a seconda del voto Isa, l’indicatore di inaffidabilità fiscale delle partite Iva. Per chi ha la valutazione massima si prevede una maggiorazione del 5%, cifra che scala fino al 50% di chi ha il voto minimo.

Su questo nuovo imponibile non si dovranno né pagare le tasse dovute, né sostenere i costi degli interessi o delle more e delle sanzioni. Sarà invece imposta un’aliquota fissa, anche in questo caso variabile a seconda del voto Isa.

Per le aziende è anche possibile sanare l’Irap unica al 3,9%. In questo caso lo sconto è del 30% e vale per gli anni del lockdown dovuto al Covid-19, il 2020 e il 2021. Il termine ultimo per aderire al nuovo condono è il 31 marzo 2025. La nuova cifra dovuta allo stato si potrà pagare in 24 rate.

Quanto costa il nuovo condono fiscale

Gli obiettivi di questa sanatoria sono due. Da una parte si tratta di un nuovo incentivo ad aderire al concordato preventivo biennale. Questa norma permette alle partite Iva di accordarsi in anticipo con lo Stato per il pagamento delle tasse dei due anni successivi. Il Governo punta molto su questa legge, che però non ha ancora ottenuto il successo sperato.

Come ogni condono fiscale poi, lo Stato spera in questo modo di recuperare alcuni crediti che non ritiene veramente esigibili, invitando il contribuente moroso a sanare la propria posizione spontaneamente. Come sottolinea il Corriere della Sera però, anche questa norma ha un costo per le casse dello Stato. La riscossione di parte delle tasse evase su cui agirà la sanatoria era già stata messa a bilancio. Si tratta di poco meno di un miliardo di euro, che il Governo di Giorgia Meloni ha però già detto che non aveva speranze reali di riuscire a incassare.

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