Rimborso Irpef 2024, quando arriva in busta paga o direttamente con la pensione

Il rimborso Irpef viene erogato, anche quest'anno, direttamente in busta paga o con la pensione. Le date del suo pagamento sono state definite per legge

Pubblicato: 15 Aprile 2024 09:16Aggiornato: 1 luglio 2024 08:44

Pierpaolo Molinengo

Giornalista economico-finanziario

Giornalista specializzato in fisco, tasse ed economia. Muove i primi passi nel mondo immobiliare, nel occupandosi di norme e tributi, per poi appassionarsi di fisco, diritto, economia e finanza.

I rimborsi e gli eventuali addebiti IRPEF arrivano nella busta paga dei lavoratori tra il mese di giugno e quello di settembre 2024. Nella stessa situazione si troveranno quanti percepiscono una pensione dall’INPS o da qualsiasi altro privato: per questi soggetti, però, le operazioni di conguaglio partiranno dal mese di agosto 2024.

Nel caso in cui il contribuente si ritrovi con un rimborso derivante dal Modello 730 se lo vedrà accreditare direttamente sulla busta paga con la prima mensilità prevista. Sarà direttamente l’azienda ad erogare la cifra spettante, con gli emolumenti relativi al mese successivo.

Ricordiamo che pensionati e lavoratori sono tenuti, ogni anno, a presentare la dichiarazione dei redditi, attraverso la quale procedere con la comunicazione di tutti i guadagni che hanno percepito nel corso del precedente anno. La scadenza prevista per il 2024 è il 30 settembre 2024: entro questa data è obbligatorio presentare il Modello 730 all’Agenzia delle Entrate, appoggiandosi, se lo si ritiene opportuno, su un intermediario abilitato. O utilizzando il modello precompilato messo a disposizione direttamente dall’AdE.

A poter usufruire del rimborso Irpef direttamente in busta paga sono i lavoratori dipendenti con sostituto d’imposta, che effettua l’operazione il mese successivo rispetto a quello nel quale viene presentata la dichiarazione dei redditi. Quanti, invece, percepiscono una pensione, vedranno l’accredito nel corso della seconda mensilità.

Chi, invece, ha presentato il Modello 730 senza i sostituti d’imposta dovrà avere un po’ più di pazienza. Il rimborso arriverà direttamente sul conto corrente – che deve essere, ovviamente, comunicato all’Agenzia delle Entrate – ma i tempi sono più lunghi.

Modello 730: i rimborsi Irpef

In cosa consiste il rimborso Irpef? È, in estrema sintesi, una somma di denaro che viene restituita nel caso in cui, a seguito della presentazione della dichiarazione dei redditi, il contribuente risulti essere a credito. A seguito dell’invio del Modello 730, infatti, il contribuente può essere:

Modello 730 precompilato

Tra il Modello 730 precompilato e quello tradizionale non ci sono sostanziali differenze nel momento in cui dovesse emergere un credito d’imposta. Il rimborso – o l’eventuale trattenuta – avvengono con le stesse ed identiche modalità. E con le stesse tempistiche.

Questo significa, in estrema sintesi, che se dal Modello 730 dovesse emergere un credito da rimborsare, il contribuente otterrà il rimborso direttamente dal datore di lavoro o dall’ente pensionistico. Eventuali somme dovute verranno addebitate in busta paga o sulla pensione.

Rimborso Irpef: cosa fare se non viene erogato in tempo

Il rimborso Irpef arriva il mese successivo alla presentazione della dichiarazione dei redditi per i lavoratori dipendenti. I mesi diventano due per quanti percepiscono una pensione.

Può capitare, però, che il credito che spetta al cittadino arrivi in ritardo. È necessario ricordare che l’Agenzia delle Entrate effettua dei controlli mirati e specifici nel caso in cui il credito che spetti sia superiore a 4.000 euro.

Nel momento in cui il rimborso arrivi a questa cifra, quindi, le tempistiche si potrebbero allungare proprio per i controlli più approfonditi che effettua l’AdE. In alcuni casi le tempistiche si potrebbero allungare di alcuni mesi e potrebbero far slittare il rimborso al mese successivo. Alcune volte, invece, ci si può imbattere in un qualsiasi tipo di errore, come ad esempio non aver comunicato le coordinate bancarie dove addebitare il rimborso.

Una volta escluse queste situazioni, però, come si può muovere il contribuente? La strada da percorrere è quella di rivolgersi direttamente al proprio sostituto d’imposta, il quale corrisponde al datore di lavoro o all’ente pensionistico, che accreditano lo stipendio o la pensione. In alternativa è possibile rivolgersi direttamente all’Agenzia delle Entrate attraverso i tradizionali canali messi a disposizione.

Può capitare, ad esempio, che l’Agenzia delle Entrate prima di erogare il rimborso Irpef chieda di saldare dei vecchi debiti, che sono stati comunicati attraverso una cartella esattoriale. L’operazione può avvenire utilizzando il credito cumulato. Spetterà, a questo punto, al contribuente accettare o meno la proposta avanzata.

Volendo riassumere, nel caso in cui il credito spettante non dovesse arrivare, è possibile procedere nei seguenti modi:

Gli eventuali rimborsi Irpef non erogati vanno in prescrizione in dieci anni dalla presentazione della dichiarazione dei redditi che li ha fatti scaturire. Quindi è necessario muoversi per tempo, per evitare di perderli completamente.

Utilizzare il Modello Redditi PF per farsi rimborsare il credito

Il modello Redditi PF è uno strumento più adatto ai lavoratori autonomi e ai professionisti. Ad ogni modo è uno strumento adatto per richiedere un rimborso Irpef. L’operazione può essere effettuate seguendo passo a passo le seguenti istruzioni:

In questo caso, però, non ci sono delle tempistiche certe e precise per determinare quando il rimborso Irpef venga messo in pagamento. Alcuni fattori, infatti, possono allungare i tempi, dato che sono delle dichiarazioni soggette a maggiori controlli perché utilizzate principalmente dai lavoratori autonomi e dai professionisti.

Le date entro le quali arriverà il rimborso Irpef

Il calendario del rimborso Irpef per i lavoratori dipendenti è il seguente:

Un pensionato, invece, che ha presentato il Modello 730 entro il 31 maggio 2024, dovrebbe ricevere il rimborso Irpef entro il mese di agosto. In altre parole le tempistiche slittano di un mese rispetto a quelle dei lavoratori dipendenti.

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