Nuovo Redditometro, accertamento su redditi dal 2018 in poi: decreto in Gazzetta Ufficiale

Con il nuovo Redditometro 2024 al setaccio i redditi delle persone fisiche, le loro spese, i risparmi e gli investimenti. E in caso di contenzioso fiscale l'onere di dimostrare la buona fede spetta al contribuente

Pubblicato: 21 Maggio 2024 11:22

Mauro Di Gregorio

Giornalista politico-economico

Laurea in Scienze della Comunicazione all’Università di Palermo. Giornalista professionista dal 2006. Si interessa principalmente di cronaca, politica ed economia.

Riecco il Redditometro: dopo quasi 6 anni d’assenza viene riattivato lo strumento di accertamento fiscale sintetico introdotto nel 1973 e sospeso nel 2018. Il ritorno del Redditometro si deve al decreto del ministero dell’Economia e delle Finanze del 7 maggio, pubblicato in Gazzetta Ufficiale n. 116 del 20 maggio.

Cos’è il Redditometro e come funziona

Il nuovo Redditometro 2024 arriva dopo un confronto fra il ministero, l’Istat e le principali associazioni dei consumatori al fine di adeguare lo strumento fiscale alle mutate condizioni socio-economiche.

In estrema sintesi, il Redditometro contiene una serie di elementi indicativi che rivelano la capacità contributiva sulla base della quale il Fisco può determinare il reddito complessivo delle persone fisiche. I vari elementi sono indicati nella tabella A del decreto ministeriale. Il Redditometro ipotizza il reddito del contribuente sulla base delle spese presunte. Per fare ciò è stata ipotizzata una campionatura per 11 tipologie di nuclei familiari e per distribuzione su 5 aree del territorio nazionale, sia per le spese sostenute che per la quota di risparmio.

Si prevede, ad esempio, che un professionista che lavora in una grande città del Nord e che ha un nucleo familiare composto da 4 persone abbia delle soglie di reddito superiori a un collega che vive in un piccolo centro del Sud, ma anche spese superiori per una serie di beni e servizi, a partire dall’affitto dell’ufficio.

Secondo quanto disposto, il Redditometro terrà conto:

Da quali redditi partirà l’accertamento

Il Redditometro 2024 troverà applicazione a decorrere dagli avvisi di accertamento relativi al 2016. Tenendo conto delle decadenze maturate nel tempo, l’applicazione effettiva riguarderà i redditi a partire dall’anno 2018.

Qualche esempio pratico

Semplificando all’estremo, se un professionista alle prime armi acquista un’auto di lusso o affitta uno studio nell’attico di un grattacielo del centro, il Redditometro potrebbe far suonare un campanello d’allarme. Ma i calcoli del Redditometro sono estremamente più complessi.

Allo stesso modo, qualora il Redditometro indichi per il professionista o l’imprenditore un reddito presunto di 50.000 euro, ma poi il reddito reale si discosti significativamente (in eccesso o in difetto) da tale cifra, ecco che scatterà l’accertamento.

In caso di contenzioso con il Fisco

Secondo la sentenza n. 20649/2015 della Cassazione, quanto stabilito dal Redditometro ha già valore di prova: il Fisco è dispensato da qualunque ulteriore prova rispetto ai fatti indicativi della capacità contributiva. Spetta invece al contribuente l’onere di dimostrare che il reddito presunto sulla base del Redditometro non esiste o esiste in misura inferiore.

Vale la pena ricordare che il Redditometro è solo uno degli strumenti in mano al Fisco, che controlla i contribuenti anche sui social.

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